Sciopera la città di Walesa

Sciopera la città di Walesa Svolta drammatica: fermi i cantieri di Danzica, dove nacque la protesta delP80 Sciopera la città di Walesa In appoggio agli operai di Cracovia - Tra le rivendicazioni aumenti salariali, liberazione dei politici e riconoscimento di Solidarnosc - Il leader del disciolto sindacato: «Non posso guidarvi, ma sono con voi» - Arresti al vertice dell'opposizione VARSAVIA — Drammatica svolta nella crisi polacca. L'ondata di scioperi che dura ormai da una settimana si è estesa a Danzica, la roccaforte storica di Solidarnosc, la contestazione dilagante rischia di rendere tardive le misure di emergenza che il governo si appresta a varare 111 maggio. Alle 14 l'ululato delle sirene sparpagliate lungo il perimetro dei cantieri navali di Danzica ha dato il segnale atteso dagli operai. Fino all'ultimo le autorità si erano cullate nella speranza di poterlo evitare nonostante le fosche premesse dei giorni scorsi, ora il gran momento è arrivato. Anche la capitale della regione baltica scende in campo a fianco dei metallurgici di Nowa Huta, in tutti i reparti il lavoro viene sospeso. E' la paralisi: due, forse tremila operai dei 12 mila occupati nei cantieri incrociano le braccia, gli attivisti fanno il giro degli stabilimenti per sollecitare adesioni. Fuori dei cancelli qualcuno inalbera un cartello con la scritta «sciopero di occupazione» accanto alle immagini del Papa. Sono simili fino alla virgola alle richieste avanzate a scacchiera nel resto della Polonia: 20 mila sloty al mese (circa 60 mila lire) in più nello stipendio; reintegrazione immediata degli operai licenziati per attività «illegale»; riconoscimento del disciolto sindacato; liberazione deijprigìonieri politici. Domenica Lech Walesa, parlando nel cortile della chiesa di Santa Brigida dinanzi a 600 simpatizzanti, aveva preannunciato la decisione di prendere posizione in appoggio agli scioperanti di Cracovia. «Dimostratemi cosa sapete fare qui sui moli, nei posti, di lavoro. Io non posso guidare il movimento in quanto debbo restare a disposizione dì tutto il Paese, ma sono con voi». Nell'immancabile balletto delle cifre sulle dimensioni dell'agitazione, già estesa con lo stato di «allerta» proclamato a Stettino e Swinoujscie. il portavoce del governo Jerzy Urban ha dap prima ammesso l'esistenza di un «tentativo» di sciopero sostenendo tuttavia che esso «era fallito», quindi l'ha confermato ufficialmente senza entrare in ulteriori particolari. Secondo i dati forniti invece dal portavoce nazionale di Solidarnosc, Janusz Onyszkiewicz, rilasciato l'altro ieri a Varsavia dopo due giorni di fermo, la partecipazione allo sciopero sarebbe alta. E Walesa, firmando in serata un comunicato di So lidarnosc che legittimava le agitazioni, ha dichiarato: «L'ondata di scioperi investe tutto il Paese: non si tratta solo di conflitti locali, investono tutta la Polonia perché la causa è la crisi economica e l'assema di una politica convincente di riforme che offra prospettive per il futuro». Non è però ancora chiaro se la manifestazione si limiterà ad una «giornata di azione» o se proseguirà a tempo indeterminato. Molto dipenderà in ogni caso dall'evoluzione della vertenzasimbolo al complesso siderurgico di Nowa Huta, nel Sud-Est. Due i fatti nuovi: la richiesta avanzata dagli scioperanti di far arrivare sul posto il viceprimo ministro Zdzislaw Sadowski, padre della riforma economica jaruzelskiana, per negoziare di persona al posto della direzione locale definita «incompetente ed in mala fede». Una prova di buona volontà finora priva di risultati apparenti visto che nel discorso pronunciato nella capitale in occasione delle celebrazioni per la festa dei lavoratori il presidente Jaruzelski era stato chiaro. Fermezza su tutta la linea, nessun cedimento, in caso di minaccia contro il sistema «non si rinuncerà ad alcun messo per schiacciare le forse distruttive ed avventuristiche». Eppure qualcosa si è mosso a Breslavia dove i tre¬ mila operai della «Delinei», ditta di materiale elettrico, sono riusciti nel giro di poche ore ad ottenere il raddoppio dell'assegno di carovita e la promessa di spuntare ulteriori migliorie salariali, un episodio indicativo delle diverse situazioni conflittuali su scala nazionale. Indubbiamente il clima di tensione resta molto pesante, i duri interventi della polizia per soffocare le adunate alternative promosse dall'opposizione per la ricorrenza del 1" Maggio hanno lasciato il segno. Almeno 200 persone sono state arrestate in diverse città, Solidarnosc afferma che a Breslavia agenti in divisa ed in borghese sono ricorsi all'uso dei manganelli per bastonare dimostranti e cittadini. Di queste «contromanifestazioni» si occupa, per la prima volta dall'inizio degli scioperi polacchi, l'agenzìa sovietica Tass che sottolinea il loro carattere «particolarmente aggressivo» oltre agli scarsi effetti sulla popolazione prodotti dalla «frenetica» diffusione di volantini ed appelli. (A pagina 4: «Perché il Papa tace sulla Polonia» di Marco Tosatti; «Autogol del regime a Nowa Huta» di Piero de Garzarolli). Varsavia. Agenti in borghese caricano un dimostrante davanti alla chiesa di S. Kostka (Ansa)

Persone citate: Janusz Onyszkiewicz, Jaruzelski, Jerzy Urban, Lech Walesa, Marco Tosatti, Piero De Garzarolli, Walesa, Zdzislaw Sadowski