Scarpata automobilartista

Scarpata automobilartista Al Salto del Salmone fino al 30 aprile Scarpata automobilartista C9 E' un Salvatore Scarpitta inedito, per noi, al «Salto del Salmone» di via Bari 26: uno Scarpitta che mescola se stesso all'opera d'arte. Infatti questa mostra presenta una serie di disegni e dipinti che partono dal '63 con i «Racer» (auto da corsa) sino agli ultimissimi «Progetti per Gibellina» dell'88 accompagnati, come da un sottofondo, da 4 audiovisivi, dove Scarpitta autore, attore, rumorista, regista di se stesso suggerisce movimento, compare, scompare, velocissimo, gioca in una guerra come una marionetta, ripete gesti, pulsa, soffia. Ti fa sorridere vedendolo in questi fotogrammi veloci, velati sempre da una sottile ironia. La mostra si urtitela «Auto-ritratti» ed effettivamente guardandosi intorno sulle pareti bianche di questa sala d'arte, tutto ci suggerisce la corsa la forza rumorosa dell'auto in corsa, dell'auto da gran pista, sogno rivisitato dell'infanzia di Scarpitta. Dopo gli Anni 60, infatti, riscoprendo questo mito. Salvatore si orienta verso ricerche di pezzi autentici di automobili da corsa che, uniti a pezzi di varie origini, lo porteranno a crearne di .nuove, come quella per Leo Castelli esposta in marzo, a Milano, nello studio Guenzani. li suo materialismo, fatto di recuperi, a cui siamo abituati (l'abbiamo visto di recente qui a Torino alla galleria Ippolito" Simonis) qui è solo suggerito nelle tele cerate sottili, inchiodate direttamente sul muro, e nei disegni attraverso il segno e la pennellata fortemente espressionista. Tre tele, che ci appaiono di fronte entrando, dipinte con il colore sciropposo del bitume e il nero dello smalto rappresentano i «Feral runners» de 11'85 (corridori ferini), mostri da esorcizzare, di una notevole forza espressiva data Scarpina, 1988, «Progetto per Gibellina» dal movimento represso ringhiarne pronto a sbranarti. La tentazione di Scarpitta di lacerare le sue tele, di sfilacciarle, e di imprigionare con esse telai ed oggetti, creandone altri, qui è descritta, disegnata e realizzata nei «Contras» sempre dell'85. Un pretesto per esprimere questa sua forza «titanica» lo troviamo nei cinque disegni a smalto e alcol su carta dell'85: «Titanic» è il titolo. Raggiungere la forza per spaccare in due questa perfezione di nave è forse il sogno inconscio di Scarpitta. I miti sociali, economici, politici, sono rivisitati solo in chiave personale, solo in funzione di se stesso, nel cercare di esaurire questa sua esuberanza fisica; essi hanno la stessa funzione reggitrice delle fasce e delle cinghie delle opere che abbiamo visto qualche tempo fa e di cui si è parlato proprio su queste pagine. L'idea di creare una pista in cotto a Gibellina per la sua «auto da corsa», di eternarla in qualcosa di tangibile e visibile è qui anticipata nei cinque disegni «Progetti per Gibellina», smalti e alcol su carta, dell'88, quindi recentissimi. Sono auto da corsa in corsa. Futurismo? Scarpitta ha adoperato le tecniche futuriste di un Marinetti o di un Balla, ma c'è anche la rivisitazione di un passato, di un suo passato, quando costruisce finte auto per un certo uomo che non esiste più, se non nella sua memoria. Alanda Debenedetti Salvatore Scarpitta, «Auto-ritratti», associazione culturale II Salto del Salmone, via Bari 26, fino al 30 aprile. Orario 17-19,30; chiuso la domenica e il lunedi.

Luoghi citati: Gibellina, Milano, Torino