Storia d'un secolo aspettando la nuova Pederzini

Storia d'un secolo, aspettando la nuova Pederzìnì Dal 1885, centottanta interpreti italiane per la gitana affascinante e trasgressiva Storia d'un secolo, aspettando la nuova Pederzìnì QUANTE sono le Carmen italiane? A partire dalla torinese Virginia Perni Germano, che 11 7 novembre 1885 al Costanzi di Roma ebbe il privilegio di essere la prima (ma non la interpretò mai nella sua città), per finire con Lucia Valentini al suo esordio italiano nell'ardua parte, sono oltre 180. L'elenco alfabetico si apre con Lucia Aòbrescia, protagonista degli Anni 20, e si chiude con Lina Zinetti (all'Alfieri nel marzo 1950), figlia di Giuseppina, a sua volta ragguardevole Carmen della Scala toscaciniana e al Vittorio Emanuele nel marzo 1931. L'elenco artisticamente qualificato si apre invece, a parte la Fer¬ ra Germano, con 11 mezzosoprano Adele Borghi, presente nei teatri torinesi fra il 1888 e il '97 (è la prima Carmen di Toscanini nonché l'ispiratrice di Nietzsche), capostipite riconosciuta del filone interpretativo italo-spagnolo cui reca il contributo di un fisico particolarmente seducente. Una quindicina d'anni più tardi si fanno avanti, entrambe al Vittorio Emanuele, la diciassettenne Corichila Supervta e Gabriella Besanzoni, 25 anni, una delle Carmen realmente storiche della scuola italiana. Nel ventennio fra le due guerre è la volta della citata Zinetti, nonché della romena Florica Cristo: oreanu (al Regio nel 1929) ma, soprat¬ tutto, di Aurora Buades, la penultima protagonista spagnola presente su un palcoscenico cittadino. L'ultima di provenienza iberica, nel 1971 al Teatro Nuovo, sarà, Carmen di nome e di fatto, la Gonzales, che viene a interrompere il predominio assoluto delle italiane, che ho avuto la ventura c"i ascoltare tutte e quattro: l'aggressiva Cloe Elmo nel 1947, l'educanda Giulietta Simionato nel 1952, l'esuberante (anche troppo) Fedora Barbieri nel 1960, la finta sensuale Fiorenza Cossotto nel 1965. Tutte più o meno consapevoli nelTinseguire un solo arduo obiettivo che le circostanze della vita hanno riportato di drammatica at¬ tualità: l'eredità di quella grande attrice-cantante di gusto moderno che è stata Gianna Pederzini, la cui morte è venuta casualmente a coincidere con questa Carmen torinese. Oltre mezzo secolo fa protagonista indimenticabile al Vittorio Emanuele, dopo esserlo stata alla Scala e al Teatro Reale dell'Opera, la Pederzini si pone come fondamentale elemento di congiunzione tra i filoni interpretativi italo-spagnolo e francese. •Figlia spirituale di Bizet» l'aveva giustamente definita Giulio Gonfalonieri, e lei ne andava altrettanto giustamente orgogliosa. Siamo ora in attesa di una nipote. Giorgio Gnalerzi Julia Migenes Johnson, la Carmen del film-opera di Rosi

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