Prime lezioni di cocktail

Prime lezioni di cocktail Prime lezioni di cocktail PER Hemingway era uno dei grandi piaceri della vita, il regista spagnolo Buftuel lo considerava il rito irrinunciabile di fine giornata: è il cocktail, bevanda che si ottiene miscelando liquori diversi. I cocktail si dividono in due categorie: short e long drinks (letteralmente, bevande corte, ristrette e bevande lunghe). Quelli che solitamente vengono chi. mati aperitivi sono short drinks, vanno .viti in piccole dosi di 40 o 50 grammi, ben freddi, in bicchieri a bocca larga: 1 più conosciuti sono i cinquanta internazionali, tra cui il Martini, 11 Negroni, 11 Bacardl, 11 Manhattan. Non sempre è facile gustare un cocktail preparato a dovere. Miscelare 1 liquori è un'arte basata su regole preelse, e soltanto acquistando la necessaria dimestichezza si può «improvvisare» con fantasia e creatività. Tuttavia, disponendo di un manuale con ricette e modalità di preparazione, chiunque può mettersi all'opera deliziando amici e conoscenti nelle occasioni mondane. Non mancano 1 libri nel!' argomento: ma non tutti sono ugual-iiente precisi e affidabili. Per il principiante è consigliabile nGuida ai cocktail:- di Franco Zingales e Gino Marcialis 'Oscar Illustrati Mondadori, 16 mila lire), arricchito da parecchie fotografie: in meno di duecento pagine, fornisce tutte Ir notizie e le informazioni indispensabili. Per la preparazione occorrono alcu attrezzi che sono i «ferri del mestiere» del barman. Primo fra tutti 11 mixingglass, un bicchlerone a forma conica munito di beccuccio nel quale i vari ingredienti (dal ghiaccio ai liquori) vengono mescolati con un lungo cucchiaino. Altra cosa è lo shaker, cioè l'agitatore. SI può scegliere tra diversi modelli. Il migliore è il Boston, o americano, composto da una parte In acciaio e da una in vetro che si incastrano tra loro formando una sorta di bicchlerone: va impugnato con entrambe le mani e agi per qualche secondo In modo da amalgamare gli Ingredienti. Per versare le bevande nei bicchieri e nelle coppe è necessario lo strainer, cioè un passino di acciaio con una spirale che trattiene il ghiaccio. Altro accessorio utile è il secchiello per il ghiaccio, dotato solitamente di una pinza a molla o di un cucchiaino forato per trasportare 1 cubetti nello shaker o nel mixing-glass: è buona norma non adoperare le mani per questa operazione (non solo per ovvi motivi igienici) e usare sempre ghiaccio congelato da poco tempo. Oltre a quelli citati, esistono altri attrezzi da cocktail (coltelli per tagliare le bucce degli agrumi, forchettone a due punte per tenere ben salda la frutta da affettare, eccetera) che però si possono acquistare in un secondò momento: 11 tutto è reperibile nel negozi specializzati o In quelli di casalinghi. Vediamo quali sono I liquori e le bibite indispensabili da tenere nel bar di casa Poiché un cocktail si compone di una •base» (11 50 per cento o più) costituita da un superalcolico è bene avere una scorta di gin. vodka whisky, brandy e cognac, run e sherry secco; vanno aggiunti una bottiglia di Bitter Campali, vari tipi di vermouth (dry e rosso. In particolare), champagne e spumante, liquori italiani e sciroppi lai Mandarlnetto al Curacao) ei'ir i bevande gassate per 1 long di. e sono meno alcolici e più disseta...... Per ilnlre. ecco la ricetta di un cocktail ide dal belga George de Kuypers, primo , i:o al concorso internazionale di Bruxelles nel 1958: si tratta del Carin. Queste le dosi per una persona: 4 cucchiai di Gordon's Gin, 2 di Dubonnet, 2 di Mandarlnetto Isolabella e il succo di un limone spremuto senza buccia. Si versino gli ingredienti nello shaker insieme a tre cubetti di ghiaccio; agitare per qualrhe secondo con energia e servire liscio oppure «on the rocks» nel Tumbler medio (bicchiere cilindrico adoperato anche per il whisky). . 1* le

Persone citate: Bitter, Franco Zingales, Gino Marcialis, Hemingway, Kuypers, Negroni

Luoghi citati: Bruxelles, Manhattan