Lucca: dopo le cento chiese grande shopping sul Fillungo

Lucca: dopo le cento chiese grande shopping sul Fillungo Lucca: dopo le cento chiese grande shopping sul Fillungo LUCCA città d'arte: è 11 momento per visitarla. Consunta e scrostata, ma conservata ancora a «misura d'uomo», come la definisce l'architetto Michel ucci. Viuzze, palazzi, corti e case sono ancora quelli di un tempo, magari con i segni di centinaia di trasformazioni. Girare per il centro storico significa ripercorrere una antica citta mercantile chiusa nelle sue mura e riscoprirne il patrimonio artistico, ridotto dal tempo e dalle perdite, ma sempre notevole. Le chiese medievali per esempio, con le loro architetture e i preziosi arredi interni: chiuse, aperte, ridotte a magazzini con soltanto plii l'antica facciata, trasformate in clnemato- grafi o in banche. Testimoniano la cultura e la devozione di mercanti e «populari.. San Paolino, per esempio, nell'omonima via del centro: la chiamavano «in pisticoro» per la vicinanza di forni e mulini. Dell'VIII secolo, rifatta piti volte, si presenta col volto cinquecentesco progettato da Baccio, da Montelupp,; Dentro, tra nicchie ed altari, dipinti di Controriforma dai nomi un tempo dispicco, oggi poco noti: una «Trinità* del 1566 del senese Riccio, una tela del faentino Ardenti, del 1565. una «Decapitazione di S. Valerio» attribuita, nel 1984, al Gemignani. Fuligginose statue di legno. Madonne dal volto proletario, un prezioso paliotto del '300, affreschi sei-settecenteschi, e, chiuse in sacrestie, tele dei lucchesi Lorenzo Zacchia e Agostino Marti (bottega). Un pezzo sintomatico di storia lucchese è rintracciabile nelle migliaia di carte inedite dell'Archivio di Stato, uno dei più conservati del nostro Paese, o in quello arcivescovile, dove si riesce a carpire ogni segreto delle centenarie cattedrali. Non lontana Sant'Alessandro, immersa in una piccola piazza circondata da case signorili, può offrire invece un esempio di romanico iucche-?, del X secolo, arrivato quasi Incontaminato, con i suoi capitelli, architravi, qualcuno addirittura del in secolo riutilizzato. Ma ad attirare i turisti è soprattutto San Michele, con la sua grande piazza, antico e moderno centro commerciale. Millenaria, détta.«in Foro, perché situata nell'antico foro romàno, la chiesa ha una curiosa facciata «truccata», che mescola alle loggette medievali le teste degli eroi risorgimentali. Con quello strano volto, la strepitosa altezza, domina la vecchia città e conserva all'interno una serie di reliquie artistiche, dalla maestosa «Croce», dipinta nel 1100, alla tavola di Filippino Lippi del 1482, dallo «Sposalizio della Vergine» di Agostino Marti (1523) alle tele del '600, terracotte robbiane, croci d'argento. Immagini devozionali. K'?utt'4nt«xno .nella piazza a restaurati con banche, agenzie; negozi, là dove un jjj tempo si allineavano le botteghe degli orafi e dei notai. Vicoli dai nomi pieni di fascino — Corte delle uova, Chiasso Barletti, via Santa Lucia — e poi il Fillungo, l'antica vena della città. Una lunga strada stretta, sempre affollata, con librerie, oreficerie, vetrine liberty, illustri palazzi Boccella, Guinlgi, Buonvisi. Laggiù, in fondo al Fillungo. San Frediano, un'altra chiesa romanica con un gigantesco e raro mosaico del XIII secolo sulla facciata orientata in modo innaturale, quasi scenografico. Simbolo dal '200 ai '600 dell'elite mercantile colta ed aggiornata, la basilica ne porta i segni nelle opere d'arte, commissionate a prestigiosi artisti forestieri, come la cappella affrescata all'inizio del '500 dal bolognese Aspertlni, le ancone del Francia, le sculture di ; Iacopo della Quercia. Altro capolavoro il fonte battesimale di maestro Roberto e collaboratori già in funzione nel 1173. Dal Fillungo, per via del Battistero (piena di ariti- ; quari), a piazza San Martino. E' 11 la cattedrale romanica, ispirata al duomo di Pisa, ma con un originale sottoportico ed una facciata unica: un vero «frontespizio», come già la definivano nel medioevo, scolpito e graffito da grandi maestri, dagli anonimi del 1100 a Giudetto da Como che si firma nel 1204, da Giovanni Pisano al Maestro dei mesi, 1 cui splendidi rilievi in lunette ed architravi sono chiusi da griglie in attesa del restauro. Un rapido sguardo alla piazza non permette certo di scoprirne tutta la storia: eppure, mimetizzati sotto nuovi intonaci, si nascondono vecchi oratori come quelli della Maddalena o di San Giuseppe, accanto a palazzi come : il Bern a rdiMicheletli. progettato da Bartolomeo Ammannati. j Ma a Lucca «città dalle cento chiese» (e tra le più belle ricordiamo ancora San Salvatore, San Pongano, San Francesco. San Pietro Somaldi, Santa Maria Corteorlandlni, Sant'Andrea) ci sono altri «pezzi» d'arte. Piazza Anfiteatro è una piazza dall'atmosfera metafisica, risistemata nell'800 dal Nottolini. Nascosta e malsegnalata, la si raggiunge dal Fillungo. Se si riesce ad imbroccarla, ecco uno straordinario rudere storico germoglialo nel tempo: l'anfiteatro romano che, smantellato nel 1100, diventa l'ossatura di case medievali, con effetti sorprendenti. Oggi lo abitano ancora un'ottantina di famiglie, insieme ai titolari di negozi di dubbio gusto e dai nomi bizzarri, che dal '75 hanno sostituito alla base, delle case i vecchi magazzini-dei sale o le botteghe storiche. Uniche a Lucca sono anche le Mora. Non vecchi ruderi sparsi qua é là. ma quasi 5 chilometri di verde percorribile, che circondano la città e le danno ossigeno. Costruite tra '500 e '600, con 11 cortine ed altrettanti baluardi, per ampliare quelle medievali,(il famoso «piccol cerchio, di Dante) reggono ancora, nonostante gli squarci e le crepe, adesso In cura con ì fondi Fio '85 e '86. Da lassù la citt' appare davvero come un bosco fitto di torri, tetti, orti. É se si vuole respirare un po' di Ottocento ecco il Caffè delle Mora, elegante, Sarebbe ingiusto dlmenti- care i musei, Villa Guinlgi e Palazzo Mansi (9-19 tutti i giorni; 9-14 domenica; chiùso lunedi). Villa Guinigi, residenza quattrocentesca di Paolo Guinigi, signore di Lucca, raccoglie ciò che rimane del grande patrimonio artistico di Lucca, dopo le soppressioni ottocentesche degli enti religiosi. Comprende anche una ricca collezione ■. archeologica del territorio. Offre quindi un panorama dell'arte lucchese dagli Inizi all'800. Palazzo Mansi, aperto al pubblico dal '77, è ancora in parte in allestimento. L'antica residenza dei Mansi, comprata dallo Stato nel '65, inserisce nel proprio arredo settecentesco (mobili, tappezzerie, arazzi, una «Sala degli sposi» con una raffinata alcova) un gruppo di dipinti donato a Lucca nel 1847 dal granduca Leopoldo II, per consolarla della dispersione di quasi tutte le raccolte signorili. Dipinti di qualità, dal Bronzino a Sustermans, da Pontormo a Zùccari, a Testa, Morazzone, Gentileschi, Marietti. Furini, che fingono di essere quelli della Galleria Mansi. Maurizia Tazartes I .ucci, veduta aerea del centro storico con l'anfiteatro romano divenuto la piazza San Michele