Eterocefalo il roditore che vive come un insetto

Eterocefalo il roditore che vive come un insetto Storia di un mammifero anomalo organizzato in colonie m Eterocefalo il roditore che vive come un insetto LE profezie non godono di molto credito in campo scientifico. Ma qualche volta sono azzeccate con tanta precisione da lasciare gli scettici a bocca aperta. E' successo quando 11 chimico Mendeleev ideò il famoso «sistema periodico degli elementi» che porta 11 suo nome e previde l'esistenza di nuovi elementi, ancora sconosciuti ai suoi tempi. Infatti pia tardi quegli elementi previsti «al buio» furono scoperti e. con grande stupore degli scienziati, rispondevano in tutto e per tutto alle caratteristiche che il geniale chimico russo aveva loro attribuito. Qualcosa di slmile è successo per la zoologia. Negli Anni 70 Richard Alexander, curatore del Museo di Zoologia dell'Università del Michigan, appassionato studioso degli insetti sociali, fa un giro di conferenze In varie Università americane, parlando dell'evoluzione della socialità. Lui, entomologo, si riferisce agli insetti, di cui conosce a menadito il comportamento. Però lancia l'ipotesi che anche fra i vertebrati a sangue caldo, e soprattutto tra i mammiferi, nei quali si raggiunge il più alto livello di cure parentali, si possa evolvere un'organizzazione sociale paragonabile a quella di vespe, api, formiche, termiti. Si potrebbe evolvere, secondo lui, in mammiferi che conducano vita sotterranea, forse roditori, e formino colonie di piccole dimensioni. E' una previsione ipotetica che riceve poco piti tardi inaspettata conferma. Quando nel 1975 Alexander tiene una conferenza nell'Università Stotale dell'Arizona, c'è fra il pubblico lo zoologo Terry Vaughan che ha appena trascorso il suo anno sabatico nel Kenya, dove ha raccolto esemplari di uno stranissimo roditore che sembra rispondere perfettamente all'immaginario mammifero sociale di cui parla Alexander. Vaughan sa anche che da anni, nei laboratori dell'Università di Città del Capo, : se ne sta occupando l'ecofisiologa Jennifer Jarvis, ma nulla è trapelato nel mondo scientifico, perché la studiosa non ha ancora dato alle stampe i risultati delle sue ricerche. Ne pubblicherà una nota preliminare nel 1977 e i risultati per esteso nel 1981. Alexander non perde tempo e si mette immedia- tornente in contatto con la Jervis, proprio nel momento in cui la ricercatrice attraversa una crisi di sconforto, perché non riesce In nessun modo a far riprodurre in laboratorio la specie, battezzata con il nome di Heterocepìialus glaber. In ciascuna colonia si riproduce soltanto una femmina. Le altre non si riproducono. La lettera di Alexander è per lei una sorta di folgorazione. Che si trovi davanti a una struttura comportamentale che ricalca quella degli insetti sociali, in cui solo una femmina, la regina, si riproduce e le altre sono sterili? Incomincia allora una fruttuosa collaborazione tra i due studiosi, al quali sì aggiunge Paul Sherman della Cornell University. Varie colonie di Heterocepìialus vengono trasportate sia in America, sia più tardi In Gran Bretagna, per essere studiate in laboratorio. Si scoprono cosi le peculiari caratteristiche di questo mammifero particolare che per tanti aspetti ricorda gli insetti sociali. Ci sono no i più piccoli nella costruzione del nido e nell'approvvigionamento viveri, ma individui di piccole dimensioni (i più giovani) addetti ai lavori pesanti: scavano le gallerie — che con le loro ramificazioni possono raggiungere la lunghezza di due o tre chilometri — trasportano il cibo nel nido, nutrono i piccoli, curano la manutenzione e l'igiene dei tunnel sotterranei. Sono maschi e femmine dagli organi sessuali quiescenti. Ci sono poi Individui di grandezza media che aiuta¬ tori minore impegno. E danno una mano nella difesa della società ai più grandi, che sono in un certo senso i privilegiati. Per la maggior parte del tempo oziano e dormono. Solo quando il nido è attaccato, intervengono attivamente per difenderlo. I maschi più grandi si accoppiano con la «regina», l'unica femmina feconda. E' lei che detiene il potere. Non è segregata vita naturai durante in una cella sotterranea come la regina degli insetti sociali. Allatto i cuccioli e parecchie volte al giorno fà un'ispezione accurata dei membri della colonia, li annusa, ci si strofina contro con il muso e probabilmente blocca chimicamente la loro potenziale attività riproduttiva emettendo feromoni attraverso l'urina. Se la zona nel nido adibita a urinatolo comune viene irrorata sperimentalmente con un potente getto d'acqua, succedono drammatici mutamenti: molte femmine raggiungono l'estro e scoppiano liti furibonde tra gli individui d'ambo i sessi. Questo conferma che la regina esercita un controllo feromonlco sulla intera società, cosi come avviene negli insetti sociali. Oggi gli studiosi ritengono che parlare di caste con ruoli diversi sia improprio. Ciascun eterocefalo ricopre vari ruoli man mano che cresce, come l'ape che dapprima fa la spazzina tenendo pulite le celle dell'alveare, poi si trasforma in amorevole balia che cura e nutre le larve. Più tardi trasur da cera e diveriiS costruttrice e infine verso i venti giorni di età compie voli all'esterno raccogliendo nettare e polline e si tra¬ sforma cosi in «bottlnatriiWfl il} fi i '.S'.i'.V. i-i . Anche l'eterocefalo cambia via via mansioni e he vita eccezionalmente lunga per un roditore, perché può vivere 14 anni e oltre. Come può essersi evoluto un mammifero anomalo come V Heterocepìialus glaber. dalla pelle nuda, dal bassissimo metabolismo, che ha abbandonato l'omeotermia tipica dei mammiferi per diventare pecilotermo (a temperatura variabile) come un rettile? La scarsa quantità di ossigeno presente nelle gallerie (dall'ingresso sbarrato per impedire l'accesso ai predatori, specialmente ai serpenti) può aver indotto la progressiva riduzione del metabolismo e l'abbandono dell'omeotermia, mentre la nudità conseguente alla perdita della pelliccia ha probabilmente i suoi vantaggi: evita i parassiti che nella pelliccia si annidano e consente un più immediato jeambio di calore tra gli individui. Comunque l'eterocefalo è ancora per molti aspetti un puzzle insoluto e offre ancora agli studiosi appassionanti quesiti I. Lattes Coifmann i, aiti • Ai?', Storia di un mammifero anomalo organizzato in colonie m-rEterocefalo il roditore che vive come un insetto

Persone citate: Jennifer Jarvis, Jervis, Lattes Coifmann, Mendeleev, Paul Sherman, Richard Alexander, Terry Vaughan

Luoghi citati: America, Arizona, Gran Bretagna, Kenya, Michigan