Per Arrau ottant'anni suonano come il Carnaval di Schumann di Giorgio Pestelli

Per Arrau ottant'anni suonano come il Carnaval di Schumann Un'antologia per festeggiare il compleanno del pianista Per Arrau ottant'anni suonano come il Carnaval di Schumann PER festeggiare l'anniversario di un celebre scrittore, un editore può pensare a una ristampa dei suoi libri, in casi speciali incolonnati in una solenne edizione delle ope-. re complete; per i grandi esecutori ci sono i dischi, anzi, oggi, le più maneggevoli piastrelle dei compactdisc: quelli pubblicati per gli 80 anni di Karajan, messi uno sull'altro, formerebbero una torre alta qualche decina di cùbiti; non così eccelsa, ma tuttavia cospicua, la pila di Cd che saluta gli 80 anni di Claudio Arrau^con, mezzo secolo di incisioni in una antologia di capolavori da Beethoven a Chopin, da Schumann a Liszt, a Brahms e Debussy. Risentiamo Arrau in una pagina famosa, il Carnaval di Schumann, registrato nel 1966 e unito in un Cd assieme alle Scene infantili e alle Scene del bosco (in registrazioni del 1974 e 1972). Della mirabile op. 9, intrepida oggi come il giorno in cui fu scritta, Arrau coglie prima di tutto lo stile di capriccio, la grazia estrosa, la fugacità espressiva; non che manchi l'introspezione, tutt'altro, ma è ricondotta a dimensioni intime: «scènes mignonnes sur quatre notes», come dice il sottotitolo, e Arrau tiene fede all'indicazione. Nella prima parte della sfilata, il tono capriccioso si rapprende quasi in ner- tiosifd: nel brano d'apertura la linea del valzer stenta a delinearsi, anche se proprio qui, dall'animato in avanti, appare per la prima volta quel sussurro precipitoso, quel bisbiglio sorrìdente, zampillante come risatine d'estate che è tanto congeniale al nostro pianista. Anche in Pierrot, Arlequin e Coquette ci sono più strappi, scatti, che humor; l'esecuzione di Arrau decolla verso la poesia più pura e allo stesso tempo più personale solo quando incontra Chiarina, la fanciulla appassionata e te¬ starda nel suo ritmo costante; l'unità di tono è trovata, e ogni pezzo si completa nel successivo: Chopin canta più sommesso che spiegato, Estrella è scolpita in accenti recitativi; Reconnaissance è un miracolo di tenerezza già nello stornellare d'apertu¬ ra; cosa si potrà aggiungere di più nello squarcio lirico centrale? Eppure, proprio qui, nel duetto fra le due mani, si sale ancora un gradino verso una radiosa, magica sospensione: sono attimi che durano una vita, come le quattro battute che chiudono le baruffe di Pantalone e Colombina: qualcosa qui gli sfugge sotto le dita, ma il disegno di Arrau è chiarissimo: un sorriso che col suo calore vale di più di un fiume d'oro. Nelle due altre raccolte, le Scene fanciullesche e boscherecce, spicca come -riuscito assoluta L'uccello profeta, con i suoi gelidi frulli, messaggero sovrannaturale venuto da chi sa quale nido. Nelle preziose note illustrative al disco, come tante altre volte, viene da osservare che le traduzioni dovrebbero essere affidate non a chi sa l'inglese ma a chi conosce i dati di fatto: cosi, il «suppressed warning» di cu: parla l'eccellente Joan Chissell a proposito delJUccello profeta, non è la •soffocata ammonizione dell'uccello-, ma più semplicemente un motto (di Eichendorf) scrìtto in un primo tempo da Schumann in testa al brano e poi ^soppresso*. Giorgio Pestelli Robert Schumann: •Carnaval op. 9, Scene dei fanciulli op. 15, Scene del bosco op. 82», pianista Claudio Arrau. Cd Philips.