Nell'ultimo Trifonov le pagine su Bucharin censurate dal regime

Nell'ultimo Trifonov le pagine su Bucharin censurate dal regime Esce in Italia il romanzo postumo «La sparizione» Nell'ultimo Trifonov le pagine su Bucharin censurate dal regime ESCE in Italia, pubblicato dagli Editori Riuniti, il romanzo postumo di Jurij Trifonov La sparizione, insieme con altri undici racconti (pagine 313. lire 25.000). Nel romanzo — se ne parlò su queste colonne quando usci nel mensile Druzba narodov (n. 1, 1987) — Trifonov riprende alcuni dei suoi temi più impegnativi: gli anni in cui infierirono le purghe di Stalin e la guerra nel 1942 sono illustrati dalle peripezie vissute da tre generazioni della famiglia Bajukov. Come altri personaggi di Trifonov, anche i Bajukov appartengono a quell'int=lligenclja moscovita media che inizialmente ha condiviso le vicende del nuovo regime (11 padre, Nikolaj Bajukov, si è addirittura trovato in esilio con Stalin) e poi, giunti gli anni del sospetto e delle repressioni, sono diventati a loro volta delle vittime. Mentre la generazione del genitori finisce nei lager, i figli subiscono le conseguenze delle sventure paterne: 11 protagonista Igor, coetaneo dell'autore, si vede negare l'accesso in un istiruto militare di Taskent, dove è stato evacuato con la nonna e la sorellina, ma poi, data là scarsezza di manodopera in piena guerra, è accettato senza difficoltà in una fabbrica di Mosca. I singoli destini, in La sparizione, sono inseriti in un complesso tessuto sociale e politico, elaborato in modo da far risaltare molte caratteristiche di quel periodo: gli arresti notturni, le scomparse improvvise, la decadenza dei vecchi bolscevichi, mentre avventurieri e parvenus fanno, carriera. II culto della personalità ormai trionfa ad ogni livello. E' un clima illustrato da!la gara tra alunni per il primo centenario della morte di Puskin: a scuola vince non chi, come Igor Bajukov. ha saputo meglio rievocare il poeta, ma un alunno che ha presentato una statuina di Stalin intento a leggere Puskin. Nella breve, commossa nota che precede l'edizione russa, la vedova dello scrittore, Olga Trifonova Mirosnicenko. definisce nell'insieme quest'opera come .un unico grande romanzo sul tempo». E' particolarmente percepibile qui l'esigenza di «sentire la continuità del filo proteso verso il futuro da un passato lontano, ormai quasi indistinguibile tra le tenebre degli anni trascorsi, tgli riuscirà a palpare i nodi in questo filo invisibile e i nodi ne conferva'uno la contir.ni'A». La fedeltà Pi tempo, l'ininterrotto cavare, "r-guire, intrecciare gli utilmi, un tentativo insomma di catturare il tempo, che cela le sue insidie e le vittorie, o comunque delle ricompense. Il lavoro su La spari-ione venne troncato dalla fine prematura di Trifonov ne? 1981, a 56 anni, mentre stava finendo anche l'era brezneviana. Per Trifonov, la stesura di La sparizione costituì un impegno permanente, al quale per anni tornò a dedicarsi. In quell'intero periodo, pur tra l'alternarsi delle dittature, certi tabù rimanevano incrollabili, alcune vicende e personaggi, connessi con i crimini di Stalin, erano sommersi in un silen- zio totale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, malgrado le denunce e le rivelazioni formulate al XX e al XXII congresso, le vìttime dei processi montati non vennero affatto riabilitate in un modo sistematico, anche se milioni di detenuti ritrovarono la libertà. Nel 1956 alla vedova di Bucharin. Anna Micajlovna Larina, fu concesso di tornare a Mosca dopo diciassette anni di reclusione e di confino, nel 1961 Kruscev si mostrò propenso a riabilitare lo stesso Bucharin e altri esponenti del partito periti in quelle circostanze, ma si urtò con l'opposizione del movimento comunista internazionale, in particolare quella di Maurice Thorez. preoccupato per 1 impressione negativa che tali rivelazioni avrebbero prodotto. Dovettero quindi trascorrere ventisette anni ancora, poi, grazie alla glasnost voluta da Gorbaciov, all'inizio dello scorso febbraio si apprese che a Bucharin e ad altre diciannove vittime delle purghe di Stalin era stata concessa formalmente la riabilitazione giuridica. Una decisione tardiva, che non poteva certo essere prevista quando Trifonov rievocò 11 periodo di quei processi nel suo ultimo romanzo. . Nella prefazione, Lucetta Negarville, oltre a porre in rilievo i principali temi della narrativa di Trifonov, rivela però un particolare curioso. Come è capitato' e capita tuttora a tanti testi in Urss, anche in La sparizione, quando usci in Druzba narodov, fu tagliato un brano dalla censura. Si tratta delle pagine in cui i fratelli Bajukov, dopo un accenno alle cupe premonizioni suscitate dagli esordi di Stalin, e all'odio provato per «lalrro, con la barbetta nera» — l'innominabile Trozki commissario della guerra — parlano dei fatti che precedettero l'arresto di Bucharin (nel febbraio 1937). 'Soltanto alcuni mesi dopo* scrive la Negarville »la censura si è arresa e ha permesso il reinserimento del brano in una seconda edizione (un numero speciale di Druzba narodov, ed. Izvestija). Riferiamo la cosa a testimonianza di quinto sia faticoso e difficile ancor oggi il cammino de. ,iucco corso gorbacioviano». Fedele come sempre alla verità storica, Trifonov narra qui quanto sì può leggere, per esempio, nel libri sullo stalinismo di Roy Medvedev. Quest'ultimo, tuttavia, non menziona Nadezda Krupskaja. la vedova di Lenin, che vediamo invece in La sparizione mentre, alla fine del fatale Plenum del Comitato centrale, esattamente cinquantanni or sono, con gesto insolito per quel personaggio e in qut l'ambiente, abbraccia t bacia Bucharin... Lia Walnscein Nikolaj Bucharin

Luoghi citati: Italia, Mosca, Taskent, Urss