E' in Val d'Aosta (a sorpresa) il primato delle piogge acide

E' in Val d'Aosta (a sorpresa) il primato delle piogge acide E' in Val d'Aosta (a sorpresa) il primato delle piogge acide Seguono Piemonte, Friuli e Liguria - La graduatoria per Comuni vede in testa Calamonaci (Agrigento) e Sondrio • I dati sono stati raccolti da oltre 800 scuole per conto del Gir ROMA — Avreste mai pensato che il primato italiano delle piogge acide spettasse alla Valle d'Aosta? E che subito dopo, nella graduatoria per regioni venissero il Piemonte e la Liguria? A farci questa sorpresa sono 1 risultati,' resi noti l'altro ieri del «Progetto Arcobaleno». Con questo nome, nel gennaio scorso, i Gruppi di Ricerca Ecologica, in collaborazione con l'Istituto sull'inquinamento atmosferico del dir e della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, hanno realizzato la prima rete nazionale di monitoraggio delle piogge acide. Ad attuarla sono stati più di 136.000 studenti di oltre 800 scuole medie e superiori di 460 Comuni aiutati da oltre 5000 presidi e docenti Alle piogge acide dobbiamo quel boschi maculati da chiazze di vegetazione corrosa, gli alberi dai rami sempre più spogli i tronchi trasformati in scheletri grigiastri ricoperti di scaglie di corteccia sfaldata E dobbiamo anche la scomparsa della vita biologica negli specchi d'acqua non contaminati da fiumi o rigagnoli inquinati l'inaridimento del suolo, la corrosione delle opere d'arte marmoree, dei metalli e delle fibre tessili Le ricerche compiute negli ultimi anni in tutto il mondo hanno fornito risposte ancora parziali sia sull'origine sia sulla dinamica del fenomeno. Sappiamo che a determinare le piogge acide contri¬ buiscono soprattutto le emissioni di ossidi di zolfo e di azoto, liberate dalle fonti di inquinamento convenzionali e dalle grandi attività industriali Una volta in atmosfera, questi ossidi, dopo molte reazioni si trasformano '"in acidi forti (nitrico e solforico) o in sali d'ammonio. Per azione dei venti le sostanze acide possono arrivare in località lontane centinaia di chilometri da quelle in cui si sono formate le sostanze inquinanti L'.operazione Arcobaleno» è durata dal 13 gennaio al 27 febbraio 1988, il periodo di piovosità media annua più elevata. A tutte le scuole so¬ no stati distribuiti i «KitIdrometer», piccoli laboratori chimici costituiti da un recipiente per raccogliere le precipitazioni (polveri, acqua, neve, grandine, rugiada o. nebbia) e dalle sostanze reagenti per misurare il pH, che esprime l'acidità delle soluzioni I dati rilevati dalla 931 stazioni sono stati poi inviate al Centro Elaborazione dei ORE. E le sorprese sono state più d'una. Le zone con un maggior valore di deposizione acida sono risultate, nell'ordine, le province di Aosta, Sondrio, Pavia, Alessandria, Vercelli Ragusa Erma, Pescara, Novara, Asti Viterbo, Varese, Genova e Messina. La media per regioni pone però in testa la Valle d'Aosta, seguita da Piemonte, Friuli e Liguria Le regioni ad acidità media più. bassa sono Jnvece Basilicata, Trentino ^Molise. " "v ■ ' La'gravità della situazióne nelle regioni del Nord-Ovest è confermata anche dai valori della deposizione acida: al primo posto ancora la Valle d'Aosta con 512 gr/ kmq, quindi la Liguria (340), il Friuli (207), il Piemonte (196). In coda, la Basilicata (56), il Trentino (34) e il Mouse (30). Nella graduatoria comunale, il titolo di «Comune più acido d'Italia» spetta a Calamonaci (Agrigento), seguito da Sondrio, Apriciano (Cosenza), Prandino (Cremona), Lanzo Torinese e Vigevano. Ma fra i primi 22 Comuni «acidi» figurano anche Aosta, Ovada, Villadossola, Castell'Alf ero e Vignale Monferrato. •L'esperimento evidenzia che in Italia il fenomeno delle piogge acide è estremamente diffuso e che l'Italia ha ormai raggiunto i livelli di Germania e Inghilterra, che in Europa detengono il triste primato dell'inquinamento atmosferico, avendo però una consistenza industriale doppia se non tripla della nostra — commentano i responsabili di "Arcobaleno" —. In secondo luogo l'Inquinamento è favorito dall'assenza di Iniziative qualificate e coordinate per contenerlo». Brano Ghibaadi

Persone citate: Mouse, Prandino