Enzo De Caro: un film di «affetti speciali»

Enzo De Caro: un film di «affetti speciali» INTERVISTA / Le aspirazioni artistiche dell'ex compagno di Massimo Troisi e Lello Arena Enzo De Caro: un film di «affetti speciali» Enzo De Caro è il terzo uomo de «La Smorfia», il gruppetto che, capitanato da Massimo Troisi, prima della diaspora, registrò grande successo rendendoli famosi tutti, chi più che meno. Lui — che è il più bello in senso classico e il meno napoletano in senso dialettale dell'ex — sejnbjMspero il • fortunato*' .nch'egli J^utóré*gia di un - film («Prima che sia troppo presto») che non ha avuto lo stesso esito positivo di quelli del più popolare dei tre ex compagni. Da allora (eravamo nel 1981) ha rinunciato a fare film per proprio conto ma non a recitare. I due suoi ultimi lavori sono un film ambientato in Africa, «Scirocco», diretto da Alberto Lado e «Fiore di zucca», dell'esordiente Stefano Pomilia. Nel primo film che uscirà prossimamente, si presenta come un tipico eroe che però rivela una sensibilità casalinga, quasi femminile, in contrapposizione con la coprotagonista, la francese Piona Gelin, che invece ha un carattere piuttosto maschile e autoritario. «Il film è divertente — dice De Caro — proprio per questa inversione di ruoli fra la coppia». Nel secondo film, in fase di ultimazione, è uno dei quattro protagonisti — Marina Suina, Massimo Ciavarro e Silvio Vannucci sono gli altri — che si ritrovano trentenni sulla tomba di un comune amico e insieme rievocano gli anni dell'adolescan- za trascorsa insieme. «Ma io fra tutti sono niello più negativo, nel senso che la vita, ahimè, non è stata benigna nei miei riguardi. Diciamolo pure: sono un fallito, un drogato, uno che vive di piccoli espedienti, un cane randagio che non cerca nemmeno un padrone. Posso dire che non è un film di effetti speciali ma di affetti specia11.-*. -,. ■ I Perché «titolo «Fiori di zucca?». «Perché siamo la generazione dei trentenni, una generazione di mezzo che si trascina con i dubbi e le incertezze dei ragazzi che ci hanno preceduto. Credono di essere una cosa e invece si trovano ad esserne un'altra, ma in fondo sono buoni, come 1 fiori di zucca. Per esempio io, malgrado tutto, ho dei momenti di tenerezza, come quando vado a trovare la nonnina e le porto re gal Ini, rubo dei fiori per portarli sulla tomba dell'amico, regalo, le mie .scarpette da f oot''balli «imbolo-4pUa mia:ado7 lescènza^VuTi vecchietto! »! Lei ha fatto un'esperienza come regista, perché non ha continuato? Anche I registi più affermati hanno spesso cominciato con un semifallimento— «E' vero. Ma quell'esperienza mi ha convinto di una cosa: che, salvo rare eccezioni, non si può stare nello stesso tempo da una parte e dall'altra della macchina da presa. C'è stato qualche illustre predecessore, ma io evidentemente non so farlo, cosicché sono arrivato alla convinzione che si deve fare o l'attore o- 11";regista. Cercherò di noti' ripevere quell'errore ohe' mi ha coinvolto in modo troppo faticoso. Per questo preferisco entrare in storie fatte da altri come in questo caso, dando tutto me stesso nell'interpretazione. Non escludo tuttavia che in un futuro possa tornare dietro la macchina da presa, ma senza fare anche l'attore. Perché altrimenti si rischia, facendo i due lavori, di non dare il meglio né in un senso né nell'altro. Penso dunque che un pizzico di umiltà permetta di arrivare a un prodotto migliore». Perché Massimo .Troisi, • che eppure nei suol film ha chiamato al suo fianco Lello Arena, si è dimenticato" di lei? «Preferirei non entrare in questa polemica. Per Massimo nutro una grande stima a livello professionale, ma ritenni allora che fosse stato un errore sciogliere "La Smorfia" nel momento del suo maggior successo. Del resto Massimo da tempo accarezzava l'idea di passare al cinema E' stato difficile l'inizio de •La Smorfia» o il successo è arrivato subito? •E' stato difficilissimo, una strada piena di sacrifici Nei primi tempi abbiamo fatto letteralmente la fame. Quando andava bene potevamo permetterci un solo pasto al giorno, ma c'erano una grande amicizia e una sincera solidarietà tra noi». ' Lo scioglimento de «La Smorfia» è stato dunque un duro colpo per lei, come ha reagito? Per qualche tempo ho perfino pensato di cambiare lavoro, di abbandonare l'attività artistica. Poi mi sono ripreso, anche perché mi t stata offerta l'occasione di fare un mio film Adesso credo di essere maturato come attore nel senso che, nato come comico, ho scoperto che posso fare benissimo anche ruoli, diciamo cosi, seri, semmai con un pizzico di ironia, com'è appunto nei due film di cui abbiamo parlato». E le sue attuali aspirazioni quali sono? «Quelle di maturare sempre più come un attore completo, che sappia avvicendarsi in ruoli drammatici e brillanti. E' vero, peraltro, che penso anche alla regìa, in futuro, ma solo alla regia, si badi bene, senza coinvolgimenti come attore». Lamberto Antonelli

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