Se la televisione minaccia l'autore di Maria Grazia Bruzzone

Se la televisione minaccia l'autore Al convegno della Siae, sul banco degli accusati siedono Rai e Berlusconi Se la televisione minaccia l'autore ROMA — Il duro sciopero dell'unione degli scrittori americani paralizza da due mesi l'attività degli studios e rischia di mandare a monte 'l'intera stagione televisiva. Ma quant'è lontana l'immagine degli aderenti al «Writers Guild» che inalberano cartelli per le strade di Los Angsles.dalla platea affollata di teste grigie e signori' per bene, miti anche se pieni di rancori, che>ha riempito nei giorrU'fi^rsi,Ì'filiditorium della Tecnica, durante' tfòofiWgrfo Siae sulla difesa del diritti d'autore. Tra l divi, solo Antonello Vcndlttl prende il microfono per denunciare: «Uu q./'ndid anni sento parole e lamenti. Forse è il di; Utó d'autore che deve cambiare e sta a noi pensar: .. ualcos'altro adatto al duemila: Compositori musicali più o meni, jscuri, sceneggiatori e registi del variegato mondo dell'audiovisivo, grafici e umoristi che ancora lottano per far parte della categoria dei tutelati dalla Società Autori Editori, approvano il maestro Roman Vlad che esorta la classe politica a difendere un diritto che è figlio della rivoluzione francese, un diritto morale e materiale che garantisce il creatore dell'opera assicurandogli un guadagno proporzionale alle vendite, «io rende libero da mecenati e sponsor, come non lo era Bach che ebbe il primo contratto come violinista e lacchè, come non era neppure Mozart: Un diritto regolato in Italia da una legge del 1941, che oggi è minacciato dalla pirateria dirompente ma anche da una tv in espansione che tende a fagocitare ogni forma di spettacolo e dalle nuove tecnologie delle cassette, del cavo e del satellite. Una televisione sempre più prepotente. Forti applausi vanno allo scrittore e dirigente televisi- vo Renzo Rosso che racconta con appassionato distacco la storia scandalosa dei più recenti rapporti fra la Siae da una parte e Rai e Gruppo Finto vest dall'altra per l'uso delle musiche nei programmi. E' il punto forte, la ragione prima del convegno. Con la Rai 1 compositori hanno chiuso da poco la controversia ottenendo per la prima volta percentuali più basse che nel passato (e gli autori di musica vivono di sole percentuali). Ma con Berlusconi il braccio di ferro continua più che mai, dopo che un magistrato ha dato ragione alla Fininvest che pagava cifre modestissime a forfait (13 miliardi nel 1987, contro i 73 della tv pubblica). E gli avvocati di Berlusconi si difendono dicendo che i bilanci delle reti sono poca cosa, che i 1800-2000 miliardi di pubblicità li fattura un'altra società. 'Ma è pura follia accettare una giustificazione del genere, smentita dagli stessi dirigenti del gruppo» ha sbottato Luciano Villevieille Bideri della Siae, accentuando la polemica di altri intervenuti. Finché si vendevano dischi e biglietti di cinema o teatro riscuotere le percentuali del diritti d'autore era semplice e lineare. Poi tutto si è complicato. E oggi quella del diritto d'autore è diventata una questione cardine a livello comunitario, senza risolvere la quale la tv paneuropea via satellite resta sulla carta. Protetta dai monopoli, l'industria culturale italiana, come del resto quella europea, è cresciuta di colpo solo negli ultimi anni. E i politici e gli stessi autori appaiono ancora incerti, divisi dal passato, da poco uniti sul futuro. Al convegno il responsabile Cultura del psl Bruno Pellegrino si è limitato a rivendicare una nuova normativa «adatto ai mutati scenari tecnologici'. Gianni Borgna del pei ha unito alla difesa degli autori quella delle opere e della nazionalità italiana, contro il trituramento degli spot pubblicitari e l'invasione straniera. Gli autori cinematografici hanno posto con forza.attraverso il rappresentante dell'Amie Carlo Sani, il problema dell'espropriazione sistematica del loro diritti a vantaggio dei produttori, ••che a volte anche per pochi soldi, diventano gli unici proprietari delle opere, di qui all'eternità'. Ma da sempre i grandi papaveri del cinema snobbano l'alleanza con gli autori della tv, considerata «di categoria b». Maria Grazia Bruzzone Vcndiiii: «Pensiamo a qualcosa per il 2000»

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