Islamabad, da un arsenale in fiamme pioggia di bombe e missili sulla città

Islamabad, da un arsenale in fiamme pioggia di bombe e missili sulla città Il bilancio, ancora provvisorio, della strage è di 50 morti e 800 feriti Islamabad, da un arsenale in fiamme pioggia di bombe e missili sulla città Gli ordigni, surriscaldati dalle fiamme, sono stati scagliati tino a Rawalpindi • Morto un ex ministro, sfiorata l'ambasciata Usa ISLAMABAD — Almeno cinquanta morti — secondo le fonti ufficiali, ma negli ospedali si parla di centinaia di vittime — costituiscono il bilancio, purtroppo sicuramente destinato ad accrescersi di ora in ora, dell'esplosione che nelle prime ore di ieri'ha distrutto uno dei più grandi depositi di armi dell'esercito pakistano dislocato a Paizabad, sobborgo distante appena cinque chilometri da Islamabad, a ridosso dell'autostrada che collega la capitale del Pakistan alla vicina Rawalpindi. Un corrispondente della «France Presse» ha contato 170 feriti, ricoverati in due ospedali, con fratture o bruciature provocate dall'incidente, ma il conto totale ha già superato gli 800 feriti Un bilancio definitivo della catastrofe non è ancora possibile. Tra le vittime comunque non vi sarebbero cittadini stranieri. Su Islamabad si è abbattuta un'autentica pioggia di razzi (almeno un centinaio) che non hanno risparmiato neppure la vicina Rawalpindi. In questa città i morti sarebbero 35: dati anche questi non definitivi. Tra le vittime del micidiale bombardamento c'è anche 11 deputato ed ex ministro dei Lavori Pubblici Khaqan Abbassi: la sua auto è stata centrata in. pieno da un razzo. Si ignora se l'ex ministro fosse parte in causa nella scelta di costruire un deposito tanto pericoloso vicino ad una zona densamente abitata. Tutto il personale medico e paramedico delle due grandi città pakistane è stato mobilitato nell'opera di soccorso e negli ospedali continuano ad affluire altre vittime. Tramite la radio sono stati ripetutamente lanciati appelli alla popolazione per la raccolta di sangue a favore del tèriti., ' J*J» T,'Secóndo.. 11 portavocé'i (dej ministero della difesa, a far saltare in aria l'arsenale militare è stato un incendio. Secondo una dichiarazione dello stesso ministro della Difesa pakistano, l'incendio è divampato all'esterno del deposito. Non è stato spiegato tuttavia quale ne sta stata Tordigine, né come le fiamme si sia propagato all' interno dell'arsenale. Alla prima eplosione verificatasi alle 6,55 di stamane (corrispondenti alle 9,55 locali) ne sono seguite altre, nel volgere di pochi minuti. Le bombe ed i missili aggrediti dalle fiamme o surriscaldati sono stati scagliati molto in alto e sono ricaduti su auto, edifici ed altre strutture seminando la morte. Un missile è esploso proprio davanti al muro di cinta dell'ambasciata americana, e un altro vicino al centro Usis, senza provocare, a quanto sembra, danni. Il fragore delle esplosioni a catena all'interno dell'arsenale è durato oltre un'ora. Per oltre cinque ore l'edificio ha continuato a bruciare, con fiamme che hanno raggiunto i 150 metri di altezza. Ma le esplosioni e gli incendi in tutta la capitale sono divampati molto più a lungo. La gente, atterrita ed incapace di rendersi conto di quanto stava avvenendo, si è precipitata fuori dagli uffici Madri e padri hanno subito pensato ai loro figli a scuola e le aule si sono ben presto svuotate. Il tutto mentre il traffico, nonostante 11 prodigarsi della polizia, impazziva. Qualcuno ha temuto un attacco contro gli impianti nucleari, vicini alla capitale dove, secondo le accuse dell'India, il Pakistan costruisce segretamente ordigni atomici. Secondo fonti del ministero della difesa alcuni proietti sono finiti fino a dieci chilometri di distanza dal deposito saltato in aria. Alcuni quartieri di Islamabad sono letteralmente lastricati di ordigni esplosi ed inesplosi. Un missile, intatto, è finito sul marciapiede antistante l'ingresso principale dell'Istituto superiore di sanità. Un frammento di granata ha colpito l'albergo «Holiday Inn». Un missile ha sorvolato il principale mercato di Islamabad, affollato come al solito, dato che la domenica è giorno lavorativo in Pakistan ed è andato a cadere in una zona di edifici in costruzione ancora disabitata. Se l'ordigno avesse centrato il mercato, soltanto in quella zona sarebbe stato difficile contare i morti. Lungo la strada che conduce all'aereoporto di Islamabad si possono vedere chiaramente gli ampi squarci provocati dai razzi schizzati via dal deposito di armi, mentre ai margini della strada ce ne sono altri inesplosi. «E* il pegglor disastro cui abbia mai assistito qui ad Islamabad»: ha dichiarato un medico impegnato con i suoi colleghi nell'opera di soccorso. Racconta una donna: «ero appena salita sul pullman che avrebbe dovuto portarmi a Labore, quando ho udito la prima, tremenda esplosione. L'autista ha immediatamente frenato e ci ha fatto scendere tutti: poi è ripartito a tutta velocità, senza neppure darci il tempo di riprendere i bagagli». Le forze dell'ordine hanno bloccato gli accessi alla città e tutta la zona è coperta da una densa nube di fumo. La radio pachistana, nei buoi laconici notiziari ha confermato che l'esplosione è di natura accidentale. Il parlamento ha aggiornato i lavori ed anche l'aeroporto è stato chiuso. n presidente del Paese, generale Mohammed Zia, ha appreso di quanto era awe' liuto mentre partecipava nel Kuwait' al raVòWdella «Con-; i e re nza della or gaii i zzazione islamica».

Persone citate: Holiday, Mohammed Zia