Bruto salvato dal linciaggio di Angelo Conti

Bruto salvato dal linciaggio Torino: ha portato in casa e cercato di violentare una quindicenne Bruto salvato dal linciaggio La ragazzina liberata dai carabinieri -1 militari hanno poi dovuto proteggere l'uomo, colpito con calci e pugni, dall'assalto della folla - Il padre della giovane gridava: «Facciamo giustizia sùbito» TORINO — Una quindicenne è stata salvata dai carabinieri, pochi attimi prima di essere violentata. Il bruto è stato arrestato e sottratto dai militari al linciaggio della folla. E' successo domenica sera a Torino, in via Pianfei 3, in una zona semicentrale e popolare della citta. Protagonista della vicenda una quindicenne, Francesca P„ che vive con due sorelle più giovani ed i genitori. La ragazzina, che frequenta la seconda media, conosce da alcuni anni Antonio Sciuparli, 37 anni, muratore con qualche piccolo precedente penale. Lo Schipani è amico del padre di Francesca, Giuseppe: la giovane li ha visti spesso insieme al bar, proprio di fronte a casa. Domenica alle 19,45 Francesca lo incontra in strada. E' con un'amica. L'uomo è alticcio, appena uscito da una vicina osteria. Si ferma a chiacchierare, poi propone: «Venite a casa mia, staremo più comodi». La ragazzina più giovane rifiuta l'invito, Francesca accetta e segue l'uomo. Forse la rassicura l'amicizia del padre verso di lui. Nell'androne sembra ripensarci, cerca di fuggire, ma il muratore la prende per il braccio e la convince ad entrare nel suo piccolo e squallido alloggio, ricavato nel retro di una portineria. Che cosa sia accaduto dopo resta in parte un mistero. Lo Schipani, da una prima ricostruzione, porta la ragazza in camera da letto facendole bere «un bicchiere di una cosa molto forte», che la fa accasciare su letto, in stato di semi incoscienza. L'uomo le parla a lungo, si sdraia accanto a lei, tentando di compiere atti di libidine. Fuori, l'amica di Francesca comincia a preoccuparsi. Conosce Antonio Schipani: «Lo vediamo spesso al bar. Qualche volta ' è Ubriacò. A noi ragazze rivolge complimenti pesanti e ha anche tentato di metterci le mani addosso». Anche per tutti questi motivi si preoccupa e bussa alla casa dell'amica, cento metri più lontano. E' scossa, non riesce a parlare, deve ripetere più volte lo stesso concetto: «Francesca è andata a casa di Antonio, ma non esce più. Non sarà successo qualcosa?». I genitori intuiscono il pericolo e corrono in via Pianfei. Suonano a lungo il campanello, senza ottenere risposta. Ma nella camere da letto del muratore la luce improvvisamente si spegne e viene abbassata la serranda. I parenti, spaventatissimi, chiedono aiuto al 112 dei carabinieri: intervengono le radiomobili. L'intero quartiere è in allarme: dai condomini escono decine di persone che si assiepano davanti all'androne. «Un bruto tiene progioniera una ragazza». La voce circola rapida. H dramma diventa spettacolo al punto che i vigili urbani devono intervenire per bloccare il traffico nelle strade vicine. Mentre i militari cercano di farsi aprire, in strada si è radunata una folla di almeno trecento persone. Un ra¬ gazzo decide di «dare un'occhiata»: si arrampica su un terrazzino, osserva l'interno della camera. Poi scende sul marciapiede, spiega di avere visto la ragazza sdraiata sul letto con accanto l'uomo, poi improvvisamente sviene, forse perché pressato dalla gente che voleva sapere. L'episodio eccita la folla, ormai l'agitazione è al culmine. I carabinieri temono, a questo punto, per l'incolumità della ragazza ed intervengono. Alcune spallate e la porta cede: dal buio del piccolo appartamento esce correndo Francesca. Ha gli abiti in disordine, gli occhi sbarrati. In lacrime si getta nelle braccia del padre. I militari entrano e scoprono lo Schipani ancora in camera da letto. E' inebetito. Ripete: «Non ho fatto nulla, nonno fatto nulla, non sono riuscito a fare nulla». La folla, in strada, comincia ad urlare: » Dateci il bruto». Una cinquantina di persone agita in aria i pugni. Volano feroci minacce e i carabinièri chiedono - rinforzi;» mentre una «gazzella* è fatta" entrare quasi nell'androne. ' ' * n padre di Francesca è còlto da una crisi istèrica ed urla: •Facciamo giustizia subito». La. folla gii fa eco. La situazione sembra precipitare e ci vuole tutta la' decisione di carabinieri e poliziotti per evitare un linciaggio. Poi, sotto una piòggia di insulti, calci e pugni, Antonio Schipani viene fatto salire in auto. La radiomobile' si apre la strada a fatica, mentre sul tetto si abbàttono decine di pugni e qualcuno cerca di aprire le portiere. L'uomo viene trasferito rifelle camere di sicurezza delia caserma dell'Arma di vla'Valfrè. •'- Lara'gaiza èportata prir^ ih Vispètìàle; doVè' viene tranquillizzata è rincuorata. Si lamenta per dolori all'addome, ha qualche graffio, ma i medici' la visitano ed escludono la violènza carnale. Antonio Schipani spiega di avere invitato la ragazzina a casa sua senza costrizioni e di «non avere fatto proprio nulla di male». Ha una lunga crisi nervosa quando, dipanati 1 fumi dell'alcol, comprende la gravità del suo gesto. I carabinieri procedono all'arresto^sul rapporto che hanno inviato al magistrato parlano di «sequestro a scopo di libidine». Ma nel quartiere, intanto, è già, stata emessa una sentenza, forse inappellabile: «Quell'uomo, qui, nonio vogliamo più». Angelo Conti Torino. Alcune amiche della ragazza che hanno dato l'allarme e (nel riquadro) Antonio Schipani

Persone citate: Antonio Schipani, Antonio Sciuparli, Francesca P, Schipani

Luoghi citati: Torino