Napoli, 5 killer per la strage di Fulvio Milone

Napoli, 5 killer per la strage Tre mediorientali hanno partecipato con i due terroristi giapponesi all'attentato contro il circolo americano Napoli, 5 killer per la strage Gli identikit ricostruiti sulla base di nuove testimonianze - Una donna ha raccontato alla polizia: «Ho visto Okudaira e un arabo su un'utilitaria rossa» - Il commando sarebbe fuggito di notte e ora avrebbe trovato rifugio a Roma, in una base internazionale dell'eversione NAPOLI — Due giapponesi dell'«Esercito rosso- e tre mediorientali. Era composto cosi il gruppo di fuoco che giovedì.sera ha fatto esplodere un'autobomba davanti al circolo militare americano Uso. Una strage: cinque morti, sedici feriti. Ieri, negli uffici della Digos al primo piano del palazzo della Questura di Napoli, 1 funzionari hanno sfornato gli identikit tracciati grazie alle indicazioni di nuovi testimoni, che in queste ultime ore sembrano spuntare come funghi. L'ultimo è una donna, una docente universitaria, che giura di aver visto il terrorista Junzo Okudaira in compagnia di un uomo «di carnagione olivastra, probabilmente un arabo». >Ho avuto a che fare con loro pòco dopo le quattro del pomeriggio di giovedì quattordici — ha raccontato la testimone —. Ero in auto, in via Marina, nei pressi dello svincolo della tangenziale. C'era un gran traffico, e quelli mi hanno tagliato la strada. Ho avuto tutto il tempo per osservarli bene. Erano in una utilitaria rossa. Guidava il giapponese». Il giapponese è Junzo Okudaira, che anche alla Calata San Marco, come in altri attentati, ha agito in coppia con Fusako Shigenobu, 43 anni, ex infermiera, imprendibile «regina dell'Esercito rosso». L'esistenza di una macchina rossa («Non noleggiata a Napoli», precisano in questura) è un'altra novità nelle complicate indagini sulla strage. Finora si era parlato esclusivamente della Ford Fiesta bianca.esplosa a Calata San Marco, e noleggiata a Napoli da Junzo Okudaira che si spacciava per un cinese di Taiwan. 'L'altra macchina, quella rossa, potrebbe essere servita ai terroristi per allontanarsi dalla città», ipotizzano i funzionar) della Digos, sempre più propensi a credere che i terroristi, o .almeno Junzo Okudaira, non sono riusciti a varcare i confini del Paese. 'Potrebbero nascondersi in un covo del terrorismo internazionale, a Roma». Il personaggio visto con Okudaira nell'auto rossa non è lo stesso uomo notato la sera dell'esplosione alla Calata San Marco da un poliziotto fuori servizio. Le descrizioni sono decisamente diverse. Anche se la Digos non conferma la notizia, sembra che il fantomatico «mister X» che sostava nei pressi del'autobomba abbia finalmente un nome: sarebbe anch'egli un mediorientale, e avrebbe compiuto altri, clamorosi attentati in Europa, per conto dei gruppi eversivi della Jlhad islamica. Che ruolo ha avuto nella strage? «Se i periti confermeranno che l'ordigno era radiocomandato, a premere il bottone potrebbe essere stato proprio lui», rispondono gli inquirenti, che atten¬ dono con ansia il responso dei tecnici incaricati degli esami sull'ordigno che ha provocato la' strage. Con 1 periti italiani collabora una squadra di specialisti giunti dagli Usa. la stessa che da anni studia e cataloga i tipi di esplosivo usati in tutto il mondo dai terroristi dell'«Esercito rosso». Sulla scrivania del vice questore Romano Argenio, capo della Digos di Napoli, c'è un altro identikit. E' quello del quinto uomo sospettato di aver partecipato alla sanguinosa azione di giovedì sera. Dovrebbe avere circa quarantanni, è alto un metro e ottanta, ha i capelli brizzolati e ricci, le labbra carnose e la pelle piuttosto scura. Forse un mulatto, che indossava 1 jeans e un giubbotto di stoffa beige. La descrizione è stata fatta dall'ennesimo testimone, che assicura di averlo visto, alle undici del mattino di giovedì scorso, in piazza Garibaldi, a pochi metri dalla stazione ferroviaria. 'Era con i due giapponesi, Junzo Okudaira e Fusako Shigenobu», ha detto alla polizia. Cinque uomini per un attentato che hà provocato altrettante vittime. Come sono riusciti a lasciare la città dopo la strage? Ora che sanno dell'auto rossa, prende sempre più corpo il sospetto di una fuga notturna verso Roma, verso una misteriosa base a disposizione del terrorismo internazionale: con l'autostrada del Sole, e senza traffico, la capitale è raggiungibile in un paio d'ore. Ma la polizia non esclude altre ipotesi. Come quella formulata ieri da un quotidiano cittadino, al quale è stata recapitata una lettera anonima. « Martedì 12 aprile — è scritto nel messaggio — il giapponese indiziato è stato raccolto sul lungomare da un motoscafo, su cui c'era una persona che indossava una maglia celeste. Il motoscafo era diretto a gran velocità verso Posillipo». Una prova generale di grande fuga via mare, verso un mercantile che attendeva fuori dalle acque territoriali, oppure un'invenzione del solito mitomane di turno? Fulvio Milone Napoli. La calata San Marco, ancora chiusa ai pedoni, pattugliata da agenti di polizia (Ansa)

Persone citate: Fusako Shigenobu, Junzo Okudaira, Okudaira, Romano Argenio