Fatti portare dalla mamma a vedere gli A-Ha

Fatti portare dalla mamma a vedere gli A-Ha Fatti portare dalla mamma a vedere gli A-Ha Tremila giovanissime al concerto torinese dei tre musicisti sex-symbol TORINO — La certezza è: •Suoneremo comunque, con o sema ragazzine urlanti'. Ma se c'è una sfumatura d'imbarazzo nelle dichiarazioni degli A-Ha, volentieri tese a ricordare che «la bellezza non è tutto; è* comunque un sentimento manifestato con roseo ottimismo. | Fortunatamente le ragazzi¬ ne urlanti c'erano anche l'altra sera, al Palazzetto dello Sport, e cosi lo spettacolo, alla fine, è venuto fuori, a dispetto della freddezza gentile di Morten Harket e compagni, di un'amplificazione eccessiva e a tratti sinistra, di un repertorio non tutto entusiasmante. Erano in tremila, molte accompagnate dalla mamma ad applaudire il gruppo norvegese, impegnato per la prima volta dopo numerosi rimandi, in un tour italiano finalizzato al lancio del nuovo Ip, Stay on these roads (domani concerto a Milano, il 19 a Treviso). Pop elettronico-romantico, talvolta zuccheroso, fumi e luci rosa azzurre, verde pisello, giubbotti in pelle, accurato maquillage, qualche imbarazzo nel muoversi e nell'assecondare il ruolo di sex symbol, 1 tre musicisti di Oslo (oltre al cantante Harket, studente in teologia, incerto teorico del gruppo, il tastierista «Mags», e il chitarrista e mangiatore Pai Waaktar), hanno dato fondo, in un'ora e mezzo di concerto, a tutto il loro triennale repertorio. L'intenzione doveva essere quella di riproporre 1 brani più famosi cosi come sono stati incisi su vinile — per 1 gruppi ad alto tasso tecnologico è sempre una scelta accorta —, ma l'amplificazione troppo alta gioca brutti scherzi, e il pubblico stenta a riconoscere persino l'attacco di Take On Me, il più ricco hit del norvegesi. Applausi, cori strillanti e fiammelle, comunque, non si fanno attendere, perché gli A-Ha, cosi come tante altre formazioni slmili e concorrenti, sono soprattutto un simbolo che rimanda a se stesso. st. ni. Gli A-Ha in concerto; il volume eccessivo ha reso quasi irriconoscibili alcuni dei loro brani

Persone citate: Harket, Morten Harket

Luoghi citati: Milano, Oslo, Torino, Treviso