II pm:41 ergastoli ai catanesi

Il pm: 41 ergastoli ai catanesi Conclusa dopo sedici udienze la requisitoria contro i 199 del clan Il pm: 41 ergastoli ai catanesi Nel complesso l'accusa ha proposto per ì principali imputati 144 condanne e 27 assoluzioni - I pentiti: da 18 a 21 anni - «Sono loro elle hanno permesso questo processo, interrompendo la catena dei morti per le strade di Torino» - Severe richieste anche per tre magistrati di Catania La pubblica accusa ha presentato ieri il conto al «clan del catanesi* chiamato a rispondere di 60 omicidi, oltre a sequestri di persona, rapine ed estorsioni, In complesso,. 144 condanne, di cui 41 ergastoli, e 27 assoluzioni. Per, 1 grandi pentiti, che rappresentano il pilastro principale del processa i pm Francesco Saluzzo e Anna Maria Loreto hanno chiesto condanne da 18 a 21 anni Per altri 31 imputati, pene da 10 a 30 anni. Si è conclusa cosi, ieri alle 14,30, la requisitoria fiume della pubblica accusa, durata 16 udienze. Una maratona verbale per raccontare la storia dei «catanesi» (alla lettura delle condanne proposte c'erano solo una quarantina di imputati su 199). L'organiziazione. La banda nasce alla metà degli Anni 70 in un quartiere di Catania e approda poi a Milano (con Epaminonda e altri) e a Torino con 1 vari Finocchiaro, Giuffrida, Parisi e i fratelli Miano. Il dott. Saluzzo ha ripercorso le varie fasi dell'organizzazione: .La banda dèi "cursoti" si forma nel 76, attorno al capo Corrado Manfredi, per contrastare lo strapotere di Nitto Santapaola. La guerra che ne consegue semina di morti le strade di Catania. C'è una tregua, alla Pasqua del 78, poi si riprende ad ammazzare. Ma in quel momento cambiano le alleanze: il capo dei cursoti cerca di passare dalla parte di Santapaola. Una decisione che ì suoi "soldati" non accettano, Manfredi viene ucciso davanti ad un albergo nel centro di Milano. E' l'autunno '80: in quell'anno il gruppo catanese si lega saldamente alle propaggini torinesi e milanesi. Da questo momento in poi ci sarà un'unica organizzazione: il clan dei catanesi». I capi. A Catania, dopo brevi interregni di Antonino Fabiano e Nunzio Finocchlaro (le richieste del pm sono: 12 anni per il primo e 15 per il secondo), comanda Giuseppe Garozzo, affiancato da Alberto Barbieri e Mario Stramondo. A Torino dominano Franco Finocchiaro, Orazio Giuffrida e i futuri pentiti Salvatore Parisi e Antonino Saia. Spiega il pm: »Sono loro che concorrono a formare la volontà dell'organizzazione». Per tutti, escluso i pentiti, il dott. Saluzzo ha chiesto l'ergastolo, n carcere a vita è stato proposto anche per i killer o presunti tali: Placido Barre- si, Ignazio Buonaccorsi, Salvatore Bohcore, Carmelo Caldarìera, Giuseppe Coppola, Salvatore Facella, Salvatore Farre Figueras, Orazio Nicolosi, Angelo Sciotti. I pentiti. Ha detto il pm: «Sono loro che hanno permesso questo processo. Se nell'82 due spacciatori di mezza tacca e Carmelo Giuffrida non avessero cominciato a parlarci del traffico di droga organizzato dalla banda Miano, saremmo ancora qui a contare i morti per le strade di Torino. La svolta principale avviene però, nel settembre '83, quando Salvatore Parisi decide di collaborare: per l'organizzazione è l'inizio della fine». n dott. Saluzzo riprende poi un tema sviluppato a lungo nelle 16 udienze della requisitoria: il ruolo del pentiti. »Sono credibili, hanno sempre detto la verità su fatti di un'efferatezza inaudita, racconti raccapriccianti mai sentiti nelle nostre aule giudiziarie. Sono persone che hanno avuto il coraggio di rompere con la vita scellerata e collaborare con la giustizia». Ancora il rappresentante dell'accusa: 'Non hanno avuto comodità, vantaggi. Di questi pentiti nessuno è un Buscetta che vive nel suo dorato isolamento. Hanno visto i loro parenti uccisi, feriti. Le loro famiglie sono state deportate nelle zone più diverse d'Italia per sottrarle ai killer. La verità è che il potere non li vuole, li ostacola, li osteggia, perché danno fastidio. Andavano benei pentiti del terrorismo che parlavano dei loro compagni di lotta, ina non questi che portano alla luce intrallazzi di perso*, ne legate o vicine a chi co-_ manda». Queste le pene proposte per chi ha collaborato con la; magistratura: 21 anni per Salvatore Parisi (aw. Savi-; no Bracco) che ha confessato 31 omicidi; 19 anni pei; Antonino Saia (aw. Paola); 21 anni per Francesco Miano (avv. Dodero) e 20 per il fratello Roberto (12 omicidi); 18 anni per Pietro Randelli (àw. Polleri). I pubblici ufficiali. Duro il commento del pm: «Ci sonò giudici e ufficiali che hanno fornito ogni tipo di servizio alla banda.. Magari hanno trattato male un poveraccio andato da loro solo per chièdere giustizia e hanno offerì, tò i loro favori al crìminulUì Le condanne chieste: 6 anni e 8 mesi per il presidente della Corte d'assise, Pietro Perracchio; 6 anni e 7 mesi per Aido Rocco Vitale, presidente di sezione della Corte d'appello; 4 anni per Michele Arculeo, presidente di una sezione del Tribunale, tutti di Catania. E ancora: 2 anni e 10 mesi per il direttore del carcere Francesco Chlmento; 4 anni e mezzo per l'agente di custodia Antonio Belfiore; 4 anni e 2 mesi per il vicebrigadiere Filippo Spinnato; 9 anni per il maresciallo di ps Santo Musùmeci; 7 anni per il carabiniere Luigi Antonio Martino; unica assoluzione, per l'ex maresciallo delle guardie carcerarie, Giuseppe Leone. Da lunedi cominciano le arringhe: primo difensore a prendere la parola sarà Maria Grazia SlliqùihL Nino Pietropinto 1 pm Francesco Saluzzo e Anna Maria Loreto al termine della requisitoria durata 16 udienze