Anche l'Italia accenderà la sua stella

Anche l'Italia accenderà la sua stella Parte il progetto «Ignitor» per l'energia nucleare da fusione, pulita e inesauribile Anche l'Italia accenderà la sua stella ROMA — L'Italia ha compiuto un significativo passo avanti sulla strada della ricerca che porterà a sfruttare pacificamente la fusione nucleare, e cioè l'energia pulita che si basa sulla stessa reazione che mantiene incandescenti le stelle e rappresenta la fonte energetica primaria proiettata dal Sole sul nostro'pianeta Un contratto firmato ieri a Roma dall'Enea per conto dell'Enea-Euratom affida infatti al Consorzio «Ignitor», costituito dalla Fiat dei e dall'Ansaldo e con il Tecnomaslo Brown Boveri (Tibb) come sub-fomiiore principale, l'incarico di progettare l'impianto sperimentale che dovrà dimostrare la fattibilità scientifica del reattore a fusione «Ignitor». Ideata ed elaborata una dozzina d'anni fa dal prof. Bruno Coppi, esperto di fusione termonucleare di fama mondiale impegnato da anni presso il Massachusetts Instiate of Technology (Mit) di Boston, la macchina mira a dimostrare che la miscela di Trizio e Deuterio, due isotopi pesanti dell'idrogeno iniettati ad altissima ener¬ gia, può accendersi e innescare una reazione termonucleare da cui sprizzerà un'enorme quantità di energia. Si tratta del primo esperimento di accensione proposto in assoluto basato sul confinamento magnetico e realizzato con tecnologie già disponibili. Sotto l'aspetto tecnica «Ignitor» rappresenta il naturale sviluppo di una linea di ricerca sugli esperimenti ad alto campo magnetico cui appartengono le macchine «Alcator» del Mit e le «FT» e «FT0» del Centro ricerche energia di Frascati. Fra le prerogative della nuova macchina, quella di presentare dimensioni e costi molto più contenuti. B contratto durerà 18 mesi e prevede il progetto della macchina e degli impianti di alimentazione e ausiliari. B costo, al netto di revisione prezzi e di Iva sarà di 14 miliardi e 95 milioni. I.'EneaEuratom contribuirà per il 25%. Alla sua gestione provvederà un Comitato di Committenza, costituito presso l'Enea, composto da esperti tecnici e gestionali e presie¬ duto dal professor Coppi. Sogno proibito della scienza da molti anni e destinato a rimanere tale ancora per parecchi decenni, la fusione rappresenta la prospettiva più ambiziosa del mito di Prometeo. In termini semplificati è 11 processo nel quale nuclei di elementi leggeri (in particolare di idrogeno) si fondono insieme per formare nuclei più pesanti (elio, per esempio) liberando una quantità enorme di energia. Fra le varie reazioni possibili, quella più promettente viene attualmente considerata la fusione di un nucleo di Deuterio con uno di Trizio, con la formazione di un nucleo di elio e la liberazione di un neutrone. La quantità di energia ottenuta da ogni grammo di combustibile (miscela TrizioDeuterio) equivale a quella liberata dalla combustione di oltre 10 mila litri di benzina. Deuterio e Trizio sono entrambi isotopi dell'idrogeno, ma mentre U primo è molto abbondante in natura (in ogni metro cubo d'acqua ce ne sono 34 grammi), il Trizio è molto raro e deve perciò essere prodotto. Le apocalittiche deflagrazioni delle bombe all'idrogeno hanno già dimostrato che la reazione di fusione, attuata senza controlli, è possibile. Quando però si tratta di imbrigliarla per evitare l'esplosione e per produrre un'erogazione controllata di energia, i problemi si complicano e diventano — com'è accaduto finora per i più importanti — insuperabili. Per ottenere la fusione del due nuclei Deuterio-Trizio occorre infatti fornire un'energia tanto grande da vincere le forze di repulsione che si manifestano quando 1 due nuclei si avvicinano, a causa dell'identità della loro carica elettrica. In tèrmini pratici la miscela, dopo essere stata resa molto' densa, dovrebbe essere scaldata a temperature dell'ordine di alcune decine di milioni di gradi, che arrivano a 100 milioni quando poi la reazione si è innescata. Da un plasma cosi incandescente deve sprigionarsi tanta energia da mantenere la reazione e farla proseguire. Ma quale recipiente potrebbe contenere un simile crogiolo senza fondere? Le pareti materiali, anche le più resistenti, non riescono a sopportare temperature superiori ad alcuni milioni di gradi. Si deve perciò ricorrere al confinamento magnetico, ottenuto con l'aiuto di campi magnetici che confinano la miscela incandescente verso l'interno del reattore, come se a contenerla ci fossero pareti immateriali. Ma a questo punto emerge un problema enorme: il plasma può essere confinato soltanto per un tempo limitato, dell'ordine dei miliardesimi o dei millesimi di secondo: il successo o l'insuccesso della fusione termonucleare controllata dipende dalla lunghezza di questo tempo. Problemi tecnologici di grandissima portata, come si vede. Secondo Bruno Coppi, presente alla sigla del contratto, la macchina «Ignitor» sarà molto probabilmente realizzata presso il Centro di Ispra. La costruzione, avviata subito dopo l'approvazione del progetto elaborato dal Consorzio, richiederà circa tre anni .... Brano Gbibaudi

Persone citate: Boveri, Brown, Bruno Coppi, Coppi, Secondo Bruno, Sogno, Trizio

Luoghi citati: Boston, Frascati, Ispra, Italia, Massachusetts, Roma