Violate le norme di sicurezza sulla nave esplosa in porto di Gianpaolo Carlini

Violate le norme di sicurezza sulla nave esplosa in porto Inchiesta a Vado sull'incidente nel quale sono rimasti feriti 7 operai Violate le norme di sicurezza sulla nave esplosa in porto Usata la fiamma ossidrica, mentre la Capitaneria aveva autorizzato solo riparazioni a freddo dal nostro corrispondente VADO LIGURE — L'inchiesta per stabilire le cause dell'esplosione sulla motonave «Michele D'Amato», attraccata al pontile della •Italiana Coke» a Porto Vado, che ha causato il ferimento di sette persone, è partita ufficialmente. Il pretore di Savona, Giovanni Buonomo, ha sequestrato ieri mattina sulla tolda della nave un carrello con le bombole delle fiamme ossidriche che sarebbero state usate dagli operai della ditta «Parodi» di Savona per riparare una falla aperta all'altezza della stiva di poppa. E' da quella fessura che si sarebbe sprigionata la fiammata, pre¬ ceduta da una esplosione. Il pretore di Savona ieri mattina ha effettuato un sopralluogo a bordo della «carboniera» insieme con il comandante della Capitaneria di porto, quello della polizia marittima, i tecnici dell'unità antinfortunistica della 7* Unità sanitaria locale. L'unico reato ravvisato fino a questo momento dell'inchiesta (ma non sono ancora stati identificati i responsabili dell'incidente) è quello di lesioni personali colpose, aggravate dalla violazione delle norme antinfortunistiche. E a questo proposito gli inquirenti citano l'articolo 250 della legge sulle norme antinfortunistiche che vieta ogni tipo di -operazioni di saldatura a cannello o elettriche di recipienti o tubi che sotto l'azione del calore possono dar luogo a esplosioni o altre reazioni pericolose*. E' proprio il caso della «Michele D'Amato». A bordo della motonave di 30 mila tonnellate di stazza c'era carbone proveniente dagli Stati Uniti diretti alla centrale Enel. Il fossile era del tipo «AM/B11» e cioè carbone americano a basso contenuto di sostanze volatili, e cioè un minerale che all'interno della stiva avrebbe dovuto provocare sacche di gas poco infiammabili. Gli operai della «Parodi» hanno lavorato con eccessiva leggerezza? , Gli interrogativi si accavallano. Intanto l'inchiesta del pretore Buonomo dovrà stabilire chi abbia autorizzato l'uso di fiamme libere a bordo della motonave e soprattutto chi abbia consentito l'uso della saldatrice quando la stiva della nave era ancora piena. E non si deve dimenticare che in casi di perìcolo ogni operazione deve essere seguita da un tecnico specializzato. Inoltre, se la Capitaneria di porto aveva autorizzato sulla motonave solo riparazioni «a freddo», come ha fatto a passare sul pontile dell'Italiana Coke, controllato da zelanti funzionari, il carrello con le bombole delle fiamme ossidriche? Gli operai che erano a bordo della «Michele D'Amato» si contraddicono. Qualcuno ha ammesso l'uso della fiamma ossidrica, altri dicono che stavano cercando di svitare a colpi di mazza un bocchettone: la scintilla che ha innescato l'esplosione potrebbe essere scaturita in quel momento. Infine l'ipotesi più improbabile, ma non da scartare a priori, cioè il mozzicone di sigaretta che sarebbe finito nella falla della stiva. * ^ 1 > Le indagini sono state tempestive. La Polmare di Savona ha fotografato tutti i particolari dei portelloni divelti dall'esplosione. Sono già stati interrogati il comandante della nave Carmine Laudato, l'armatore della società di navigazione «Perseveranza» di Napoli, Michele D'Amato, gli operai della ditta «Parodi» e gli uomini dell'equipaggio. Migliorano le condizioni dei feriti ricoverati all'ospedale «Saii Paolo» di Savona. Non è invece stata ancora sciolta la prognosi per Mario Cherchi, 49 anni, che si trova al centro grandi ustionati dell'ospedale di Sampierdarena. Immediata la reazione del sindacato. Gian Cario Battaglino segretario provinciale della Uil ha detto: «Dopo i morti di Ravenna questo episodio, che poteva trasformarsi in una tragedia di ben più ampie dimensioni, chiama in causa, oltre alle responsabilità di una legislazione inadeguata, la mancata garanzia delle più elementari condizioni di sicurezza da parte delle aziende di riparazioni navali e degli armatori». Anche il Comune di Vado Ligure ha preso posizione. Ha detto il sindaco Pierino Ricino: - Questo nuovo grave infortunio sul lavoro richiama ancora una volta la necessità di fare una legge per le aziende ad alto rischio. Inoltre si deve rendere funzionale la protezione civile per poterla rendere operante.. La protesta silenziosa viene dagli abitanti di Porto Vado, testimoni di troppi incidenti a bordo di navi ancorate in rada. Tre anni fa. su una petroliera in demolizione, ci fu un'esplosione che causò la morte di un operaio. Tre mesi dopo la stessa carcassa si incendiò e rima«egg ££rijji quattro operaj,,§u questi episodi è ancora' in corso l'inchiesta. Gianpaolo Carlini

Persone citate: Battaglino, Buonomo, Gian Cario, Giovanni Buonomo, Mario Cherchi, Michele D'amato, Pierino Ricino

Luoghi citati: Comune Di Vado Ligure, Napoli, Ravenna, Savona, Stati Uniti, Vado Ligure