De Mico incalza il ministro di Ruggero Conteduca

De Mico incalza il ministro Tangenti: l'imprenditore ha voluto ribadire le accuse contro Darida De Mico incalza il ministro «Sono tornato per chiarire alcune circostanze su incontri, date, avvenimenti» - «Non sono sull'orlo del fallimento» - La commissione ha concluso l'istruttoria - Deciderà il Parlamento se archiviare o no il caso ROMA — «Sono tornato spontaneamente difronte all'Inquirente per fornire alcuni chiarimenti su incontri, date e avvenimenti realmente accaduti, in particolare in riferimento al miniatro Darida». Il confronto con l'ex ministro democristiano della Giustizia, avvenuto giovedì scorso, non aveva lasciato soddisfatto l'architetto milanese e cosi, ieri. Bruno De Mico si è presentato a sorpresa a palazzo San Maculo. Spigliato, spiritoso, arguto più delle altre volte, l'architetto ha l'aria di chi si è tolta una grossa soddisfazione. E' compiaciuto con' se stesso e non si fa pregare per raccontare tutto e rispondere alle domande dei cronisti nel corso di una improvvisata conferenza stampa. Mentre lui parla, al terzo piano del palazzo, la sua segretaria Egle Oltolina sta raccontando al commissari che era lei ad andare in banca per prelevare i soldi destinati alle tangenti. Accanto a De Mico, l'avvocato Vittorio D'Ajello, il suo legale e consigliere in questi giorni difficili. 'Abbiamo fornito alla commissione — dice — riscontri molto precisi, elementi concreti e inconfutabili: Su quali dei tre ex ministri? «Su Darida, naturalmente: E che cosa riguardano? «Dato e circostanze del mio primo incontro con lui e le prove , che ci vedemmo nel mio cantiere di Busto Arsizio non il 14 giugno ma il primo luglio del 1983: risponde De Mico accarezzando una cartellina contenente alcuni fogli. Sono i documenti del cantiere che confermerebbero la sua versione. Su due del sei «passi» fatti sequestrare dalla commissione al ministero di via Arenula, giovedì De Mico aveva fatto un po' di confusione: su uno, recante la data del 1982, non aveva saputo dare spiegazioni sufficienti; e su un altro (14 giugno 1983) era stato contestato dall'ex ministro che sosteneva di essere in quel giorno a Milano, da dove poi si sarebbe recato a Busto Arsizio. Ma ieri l'architetto ha rimesso le cose in chiaro. •E' vero, andai la ptima volta al ministero nel 1982 chiamato da un funzionario che mi dette l'incarico di studiare una possibile ristrutturazione del carcere di Poggioreale. Nei giorni seguenti, infatti, come risulta dagli appunti portati, mi recai a Napoli e successivamente tornai a Roma per riferire al funzionario». 'Darida invece — racconta sempre De Mico — venne a Busto Arsizio il 1° luglio del 1983 e non il 14 giugno, giorno in cui, come risulta dal 'passi' ci incontrammo sicuramente al ministero'. Poche settimane prima di quella data, in via Arenula si era riunita la commissione paritetica, l'organo cioè che assegna i finanziamenti alle diverse aziende impegnate nell'edilizia pubblica. Due riunioni, solitamente affidate ad un sottosegretario, vennero invece presiedute personalmente dal ministro. «La commissione paritetica — spiega ammiccando l'avvocato D'AJello —poteva assegnare i finanziamenti, ma poteva anche dirottarli: De Mico parla poi dell'episodio delle agende. «Afe ne hanno sequestrate cinque, tre in casa, di mia moglie, e due in ufficio, della mia segretaria: Su una delle agende di casa c'era anche il numero di Anna Craxi. Conosce Craxl? gli è stato chiesto. •L'ho visto come l'avete visto voi. Ho saputo che ha una villa vicino a casa mia ma non l'ho mai incontrato. Non lo conosco' ha voluto ribadire per smentire quel che è stato pubblicato invece da un settimanale. •So solo che mia moglie e la signora Craxi fanno parte entrambe della stessa associazione di beneficenza: Ma la sua situazione patrimoniale è davvero cosi compromessa, come sostiene l'ex ministro Nlcolazzi? «iVon è vero, posso far fronte a qualsiasi impegno e finanziar'} le mie società senza ricorrere alle banche: Minacce? «Solo qualche mitomane: Scorte? •Non rientra nella mia v/r-italità: La sua segretraiia, che stanno interrogando in questo momento, cosa può confermare? 'Moltissime cose. Può confermare per esempio quante volte l'ex ministro Nicolazzi telefonava per prenotare il mio aereo: Ed Egle Oltolina, l'efficientissima segretaria, conferma anche questo. Aggiungendo al commissari che l'architetto non cercava mai nessuna di quelle persone di cui si parla oggi. Erano sempre loro a telefonargli, alle volte con insistenza. Poi, è stata la volta di Giancarlo Via e Francesco Nigro, i due ex provveditori alle opere pubbliche della Lombardia. Presero 260 milioni dicendo a De Mico che erano anche per il ministro Nicolazzi. Via è rimasto alcuni minuti nel¬ l'aula della commissione, Nigro solo un Istante, il tempo di dire che si avvale, come Imputato, della facoltà di non deporre. Da ultimo è toccato a Ercole Gizzi, per quattordici anni direttore dell'edilizia statale al ministero dei Lavori pubblici. Ha spiegato all'Inquirente compiti e metodi di lavoro della famosa commissione paritetica. E con l'audizione di Gizzi, la commi?-1 .-■ ne ha messo la parola fine olla istruttoria. Sul caso degli appalti d'oro la parola passa ora al Parlamento, che dovrà decidere se archiviare il caso o de mettere sotto accusa Nicolazzi, Darida e Vittorino Colombo. L'Inquirente, che sino a domani a mezzanotte ha il potere di archiviare, certamente non lo farà, come ha precisato il presidente Sterpa: * Stiamo andanando fino in fondo, senza fare demagogia e senza insabbiare proprio nulla: l'Inquirente non è la grande insabbiatrice, non ci sarà archiviazione: Ruggero Conteduca

Luoghi citati: Busto Arsizio, Lombardia, Milano, Napoli, Roma