«La Rai è servizio pubblico»

«La Rai è servizio pubblico» Dovrà decidere la Cassazione sulla controversia giuridica «La Rai è servizio pubblico» Impugnato dal pm Armati il proscioglimento di dirigenti accusati di peculato - L'ente televisivo finora è considerato privato, ma in molte leggi è fissato un diverso principio ROMA — La Rai può essere o no considerata a tutti gli effetti un ente pubblico? La procura della Repubblica di Roma vuole finalmente vederci, chiaro ed è decisa ad andare sino in Cassazione per ottenere una sentenza definitiva, che risponda senza mezzi termini al delicato interrogativo sul quale la Suprema Corte non si è mai pronunciata in sede penale. L'occasione è stata fornita dal recente proscioglimento con formula piena .perché il fatto non sussiste*, deciso una settimana fa dal consigliere istruttore di Roma Ernesto Cudillo nei confronti dell'ex direttore generale della Rat Pierantonio Berte, dell'ex direttore della prima rete tv Domenico Scarano e del dirigente della terza struttura di programmazione Brando Giordani per le eccessive spese sostenute per la realizzazione del kolossal Marco Polo. Il sostituto procuratore della Repubblica Giancarlo Armati, d'intesa con il procuratore capo Marco Boschi, ha impugnato la sentenza assolutoria davanti alla sezione istruttoria della Corte d'appello: secondo il magistrato, la Rai deve essere qualificata un ente pubblico e quindi i suoi amministratori devono rispondere di peculato. Il giudice Cudillo aveva invece ritenuto che la natura dell'ente fosse privatistica e quindi non potesse essere configurata l'ipotesi di peculato. Già nella primavera del 1980 lo stesso magistrato era giunto alle medesime conclusioni prosciogliendo con formula piena — a conclusione di un'inchiesta durata nove anni — ben 218 imputati, tra i quali gli ex presidenti della Rai Aldo Sandulli e Umberto Delle Fave, l'ex direttore generale Gilberto Bernabei. gli ex amministratori delegati Gianni Granzotto e Luciano Paolicchi, Anche in quell'occasione, come ora per il Marco Polo, la Rai, quale concessionaria del pubblico servizio radiotelevisivo, era stata considerata un ente privato. Pertanto tale qualificazione ha fatto automaticamente cadere il reato di peculato, cioè di avere sperperato pubblico denaro. Ma il pm Armati non si è trovato d'accordo, perché più di una legge qualifica come .servizio pubblico* l'attività e l'oggetto della concessione che lo Stato fa alla Rai. In pratica la situazione giuridica della Rai è sostanzialmente diversa rispetto a quella di tutte le banche pubbliche o private per le quali la Corte Costituzionale e le sezioni unite penali della Cassazione, in via interpretativa, hanno di recente qualificato come 'privata* la loro attività, facendo cosi cadere l'accusa di peculato nei confronti di amministratori e dipendenti, che di conseguenza non possono essere più considerati pubblici ufficia!!. Infatti per la Rai la definizione di .servizio pubblico* è contenuta in più leggi e quindi secondo il giudice Armati è legittimo contestare il reato di peculato. p_ j_

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