Divisi dal nipote di Freud

Divisi dal nipote di Freud LONDRA: 98 DIPINTI DI LUCIAN TRA INNI E POLEMICHE Divisi dal nipote di Freud LONDRA — La prima volta che incontrai Lucian Freud fu molti anni fa: con una calcolata entrata da diva apparve letteralmente da dietro una catasta di bidoni di spazzatura. Eravamo a Portobello, di sabato naturalmente, e segui tra noi una faticosa conversazione fatta di pause, di silenzi, di poche parole. Nello stesso modo, una ventina di minuti più tardi, spariva come in quei film di fantasmi, o di santi. Non è né l'uno, né l'altro questo pittore che è alla sua seconda retrospettiva organizzata dall'Arte Councll (e cioè dallo Stato), un onore raro per un pittore contemporaneo. Questa mostra, alla Hayward Gallery. è già stata a Washington all'Hirshbome Museum e ha proseguito per il Centre Pompidou, dove ha avuto grande successo. Dopo Londra (chiude 1 battenti il 17 aprile) andrà alla Galleria Nazionale di Berlino, dove Lucian Freud è nato 64 anni fa, terzo figlio di un architetto. I suol erano austriaci ed ebrei. Come Hitler prese il potere, il padre di Lucian, che aveva già dato un'occhiata a Londra, si portò via la famigliola, cinque anni prima che 11 vecchio nonno, il famoso Sigmund Freud, lasclasse Vienna malato di cancro, anche lui alla volta della capitale inglese. Come si è aperta questa mostra di 98 dipinti e una ventina di stampe, sono scoppiati gli inni dei critici d'arte: -Il maggior pittore realista inglese., ha scritto Time, «un genio; 'il più grande pittore del secolo'. Un paio di voci, sussurrate, hanno detto che non è vero. Una appartiene a Francis Bacon, il veramente grande pittore inglese. In effetti una delle migliori immagini di questa mostra lo rappresenta, il viso a pera, la faccia preoccupata, dipinto a punta di pennello, un po' come una miniatura e su rame. Questo ritrattino di Bacon fu acquistato dalla Tate Gallery quasi subito, nel 1952. e dalle pareti del museo d'arte contemporanea inglese il viso pallido e spaventato di Francis Bacon dipinto dal giovane Lucian Freud è una delle più importanti testimonianze dell'arte inglese in questi ultimi anni. Le prime gal'erie dell'esposizione alla Hayward testimoniano la vicenda del giovane pittore uscito dalla Central School of Art, con un bagaglio visivo prettamente inglese. Il segno è duro, i ritratti della prima moglie, dagli occhi giganteschi e l'espressione fragile, hanno la precisione delle acquefortl e sono belle le osservazioni delle foglie, degli oggetti, quasi a Freud piacessero di gran lunga più le cose delle persone. In Camera d'albergo lo sfondo tradisce la Parigi del quartiere Latino: un giovane ansioso guarda verso il pittore, è Lucian Freud; l'autoritratto preoccupato st in piedi presso un letto nel quale giace, vestita, spaventata, anzi terrorizzata, la sua seconda moglie. La mostra di Lucian Freud è questa. L'immagine n. 17 la riassume tutta: ansia, preoccupazione, un ego stravagante, misoginia. Si apre poi una fase di Freud che sconfina con i dettagli più sinistri di Stanley Spencer e si avvicina al linguaggio della Germania Anni 20, al Neue Sachlichkelt. Quegli anni spaventati trasformavano le famiglie tedesche, le scene nei caffè di Berlino, persino 1 panorami di case, in carneficine, in scene di prostituzione, di débauché. Cosi fa Lucian Freud, quando dipinge la famiglia, gli amici, le donne amate che si trasformano in tragiche carni macellate. Mentre, poi, le sue donne offrono ai suoi occhi, e ai nostri, immagini di corpi sfatti, di muscoli a pezzi, di inquadrature ginecologiche, noi sappiamo che in effetti quelle donne sono in¬ vece giovani e belle e che Freud le trasforma in creature orribili, ributtanti Mentre 1 ricchi, i potenti che vediamo parte della mostra, in vari ritratti, subiscono ben altro trattamento. Si direbbe che al barone Thyssen-Bornemisza, per esempio, il pittore abbia fatta perdere almeno venti chili e che con Lord Goodman, famoso, potentissimo e amabile avvocato, sia stato di una gentilezza visiva quasi sproporzionata. Anche il duca di Devonshire e suo cognato Michael Tree sono trattati benissimo. Insomma Freud fa l'opposto di quello che muoveva il pennello di Francesco Goya, che condannava i potenti, esponeva le loro debolezze mentre le sue donne, i più poveri, i deboli 11 trattava con occhio addolcito perché cosi li vedeva. Si salva dall'ingiuria visiva la madre del pittore in una serie di ritratti (1972 e 1982'84), ma la mostra rimane una gallerìa degli orrori Non nel senso di Bacon che inventa una sua visione, che proletta un suo incubo che viviamo anche noi. Il realismo della pennellata di questo pittore invece mischia la cultura tedesca prebellica con quella inglese, in un momento che non ha nulla dei connotati che dettarono un certo tipo di espressionismo e lascia perplessi Specie quando constatiamo che il realismo, cattivo, la pennellata grassa si ferma davanti alla potenza del denaro e del salotto. Gaia Servadio Lucian Freud: «Ritratto di Francis Bacon» (olio, 1952)

Luoghi citati: Berlino, Germania, Londra, Parigi, Vienna, Washington