«Cè panico in Urss per le mie riforme»

Iran, cento ostaggi su un jet Estremisti sciiti dirottano un Boeing 747 kuwaitita Iran, cento ostaggi su un jet I pirati chiedono il rilascio di 17 arabi detenuti nell'emirato per attentati - A bordo 22 inglesi e tre membri della famiglia reale di Kuwait - «Abbiamo bombe a mano, faremo saltare il Jumbo» NOSTRO SERVIZIO KUWAIT — n terrorismo iiloiraniano torna all'attacco. Cinque pirati si sono impadroniti di un Boeing 747 delle Kuwait Airways in volo tra Bangkok e l'emirato, dirottandolo su una città dell'Iran settentrionale. A bordo, 15 membri dell'equipaggio e 97 passeggeri (tre dei quali legati alla famiglia reale), fra cui 22 cittadini britannici. I dirottatori chiedono che il minuscolo Paese del Golfo rilasci 17 integralisti islamici in carcere per attentati. Teheran, dopo aver precisato che lasciava.atterrare il Jet — a corto di carburante — solo per •motivi umanitari; avrebbe accolto le pressioni dell'emirato trattenendo a terra il Boeing. Non si ha notizia di trattative ufficiali, solo un passeggero è stato rilasciato: con il passare delle, ore l'ipotesi d'una strage si fa più incombente. I terroristi minacciano infatti di far saltare il Jet con le bombe a mano. L'aereo era partito da Manila, ma un lunghissimo scalo a Bangkok fa ritenere che proprio nella capitale thailandése siano saliti i pirati. Resta un mistero come abbiano potuto eludere i controlli di sicurezza, riuscendo a portare a bordo pistole e bombe a mano. Vengono de¬ scritti come «arabi». Per dirottare 11 Boeing hanno atteso che sorvolasse il sultanato dell'Oman, quando cioè mancavano soltanto novanta minuti all'arrivo. Non vi sono stati •Incidenti» a bordo, secondo le testimonianze, né ribellioni da parte dell'equipaggio. Compiuta una virata a Nord dopo avere interrotto i contatti radio, l'apparecchio è entrato nello spazio aereo iraniano, proseguendo indisturbato fino a Mashhad, quasi sul confine afghanosovietico. Il comandante avrebbe chiesto e ottenuto d'atterrare adducendo la mancanza di carburante. Lo scalo viene immediatamente chiuso al traffico e circondato dalle forze di sicurezza, mentre iniziano delicate trattative fra Kuwait e Iran. Formalmente neutrale nella guerra del Golfo, l'emirato appoggia infatti sostanzialmente Baghdad, una circostanza che ha scatenato più volte le ire di Teheran, In assenza di un ambasciatore, è stato l'incaricato d'affari a trattare con le autorità, khomeiniste, esigendo che venisse rifiutato il pieno e l'autorizzazione per un nuovo decollo. In effetti, per ora i dirottatori hanno solo domandato acqua e un «ricambio» d'aria condizionata. Mentre il premier iraniano Mussavi dichiarava alla radio di voler •risolvere il caso pacificamente per salvare le vite a bordo; prendendo le distanze dal dirottamento, giungeva in citta come plenipotenziario il vice primo ministro per gli affari politici. Ali Reza Mosyeri. A bordo, con i pirati. 111 passeggeri, fra cui una trentina di kuwaititi. 22 inglesi (nove sono donne, ma il Fo- reign Office rifiuta di comunicarne le generalità), due iracheni — tra cui, sembra, il pilota, otto thailandesi e anche un cittadino con nazionalità Usa-egiziana. A parte i britannici, pochi gli europei: nessun italiano, due tedeschi, due irlandesi. Solo in serata si è appreso che nel Jumbo si trovavano tre membri dell'estesa famiglia reale (milleduecento persone in tutto) che da due secoli regna sull'emirato: Ibtesam Khaled Al Sabah, Fadil Khaled Al Sabah e la moglie Khaled Anwar Al Sabah. A questo punto i pirati rilasciavano un dirigente giordano di 42 anni malato di cuore e facevano conoscere esplicitamente il loro ultimatum alle autorità kuwaitite: rilascio dei 17 terroristi filoiraniani che nel dicembre '83 organizzarono una catena di attentati contro le ambasciate Usa e di Francia, uccidendo sei persone. In caso di risposta negativa avrebbero fatto saltare l'aereo. Non è la prima volta che il terrorismo internazionale (forse la Jlhad) tenta colpi di mano per far rilasciare i 17 detenuti. Successe con l'ondata d'attentati a Parigi e con un dirottamento sulla capitale -iraniana d'un jet kuwaitita, nel dicembre '84. e. st.

Persone citate: Ali Reza Mosyeri, Fadil Khaled Al Sabah, Fo, Ibtesam Khaled Al Sabah, Khaled Anwar Al Sabah