Spazzatura sulle orbite dei satelliti

Spazzatura sulle orbite dei satelliti Spazzatura sulle orbite dei satelliti IL 2 luglio 1982, la navetta Columbia in volo alla velocità di 11.000 chilometri all'Ora passò relativamente vicino allo stadio superiore di un razzo sovietico lanciato nel 1975. Da Houston, il direttore della missione affermò che non vi era stato pericolo di collisione e che, occorrendo, Columbia avrebbe potute modificare opportunamente la propria traiettoria; ma il direttore di volo commentò: «In nessun modo l'equipaggio di Columbia avrebbe potuto scorgere quel relitto; per questo avrebbero dovuto guardare attentamente nella direzione giusta e nel momento giusto e non gettare un semplice rapido sguardo». In base a dati radar elaborati da computer, il Nasa Goddard Space Centre ha stimato pari a 6194 il numero degli oggetti della dimensione di una palla da tennis, o più grandi, attualmente In orbita intorno alla Terra; di tali oggetti, 1582 sarebbero carichi utili di veicoli spaziali; 68, sonde interplanetarie; 4488, parti di satelliti in orbite circumterrestri; 56, rottami su traiettorie interplanetarie. Gli oggetti in orbita geostazionaria (o geosincrona: quella alla distanza di 36.000 chilometri) formano ormai un anello chiaramente individuabile intorno alla Terra. All'inizio dell'esplorazione spaziale si temeva che i veicoli potessero essere distrutti dalla collisione con meteoriti. Questo pericolo si è dimostrato abbastanza remoto in quanto il flusso di meteoriti è risultato minore del previsto. E' aumentata invece la probabilità che veicoli spaziali intorno alla Terra possano essere danneggiati da collisioni con il crescente numero di rottami artificiali. I frammenti che inquinano lo spazio intorno alla Terra possono prodursi in modi diversi che giustificano la loro dimensione. Per esempio, particelle piccolissime di ossido di aliiv.:ììnio sono prodotte dalla combustione di certi propellenti solidi che contengono una percentuale di alluminio (questo ha l'effetto di aumentare la temperatura dei gas combusti e di conseguenza la loro velocità di scarico). La combustione di tali propellenti produce miliardi di particelle di ossidi di alluminio della dimensione compresa tra 1 e 10 micron. Particelle più grandi (ma pur sempre piccole) sono prodotte dallo sfaldamento delle speciali vernici termorivelatrici che vengono applicate sui veicoli spaziali per indicare la temperatura raggiunta dalla struttura. Alcune parti dei razzi vettori vengono espulse durante la salita verso l'orbita; per esemplo, gli «scudi termici» che proteggono il carico utile del razzo dal riscaldamento aerodinamico prodotto durante l'attraversamento dell'atmosfera vengono espulsi non appena 11 veicolo ha terminato l'attraversamento dell'atmosfera. Vengono abbandonate nello spazio anche le strutture che collegano i diversi stadi del razzo e che a tempo debito sono eliminate per consentire la separazione degli stadi. La separazione produce frammenti di configurazione cosi caratteristica da permettere l'identificazione del razzo: un insieme di 4 frammenti di - strutture eliminate ha con- sentito di individuare un razzo sovietico SUO il cui lancio non era stato annunciato. Una fonte importante di frammenti e particelle è la distruzione dei veicoli in volo, n propellente residuo negli stadi superiori può esplodere, a volte dopo mesi o anche anni di permanenza in orbita. Parecchi stadi superiori del razzo americano «Delta» esplosero in volo; nel novembre 1986 esplodeva il terzo stadio del razzo europeo «Ariane»; l'esplosione produsse 200 frammenti rivelabili (di dimensione superiore ad un centimetro) e probabilmente migliaia di particelle più piccole. I veicoli spaziali possono anche essere distrutti in orbita deliberatamente per vari motivi: la sperimentazione di sistemi di armi antisatellite ha avuto come conseguenza la distruzione di molti veicoli spaziali (Solwlnd, Cosmos 249, 374, 375, eccetera). Queste prove normalmente comportano la detonazione di un carica di esplosivo a bordo, oppure una collisione ad alta velocità. Nel settembre 1986 una prova di «armi stellari» provocò la collisione di 2 stadi di razzi con la conseguente disintegrazione di entrambi. I veicoli spaziali possono anche ricevere da Terra l'ordine di autodistruzione Aurelio Bobotti Continua a pagina 2 In prima colonna La distribuzione dei principali sateltiti sull'orbita geostazionaria e sulle orbite più basse: sono ormai alcune migliaia

Persone citate: Aurelio Bobotti, Goddard, Space

Luoghi citati: Columbia, Houston