Israele

Israele su entrambi i punti, anche se non per il 1° maggio, la data da lui fissata originariamente per i negoziati. Nell'ultima missione in Medio Oriente, il mese scorso, Shultz non riuscì a incontrare i leaders palestinesi in Cisgiordanla e Gaza, in seguito a un divieto loro impposto da Arafat. Ma l'altro ieri, il segretario di Stato ha gettato le basi di futuri colloqui convocando due americani, membri del Consiglio nazionale della Palestina, i professori universitari Edward Said e Abu Lughod, per consultarsi con loro sul suo viaggio. L'incontro è stato denunciato da Shamir come una violazione dell'accordo del '75 in base a cui il governo Usa non può tenere rapporti diretti con gli uomini legati ad Arafat. Ma Redman ha contestato questa interpretazione. La politica degli Stati Uniti nei confronti dell'Olp non è cambiata, ha asserito il portavoce, e non Gambiera finché essa non riconoscerà Israele. L'incontro di Shultz coi due esponenti palestinesi, tuttavia, è stato «importante per la loro conoscenza dei problemi mediorientali» ha aggiunto Redman. Intervistati dal giornalisti, Lughod e Said hanno confermato di non aver incontrato Shultz a nome dell'Olp, ma hanno sottolineato di averne discusso preventivamente con Ara¬ fat. «Siamo ancora lontani da un accordo» hanno dichiarato. «Ma qualche cosa sta cambiando». Ohe cosa? Secondo il Congrèsso, che segue con estrema attenzione la vicenda, sta cambiando l'atteggiamento dell'amministrazione Reagan nei confronti di Israele. La Casa Bianca incomincia a lanciare segnali di impazienza. Shultz personalmente è giunto alla conclusione che il governo Reagan, che non deve presentarsi alle elezioni di novembre, ha tutto ■ .dà guadagnare e nulla da perdere se risolve il problema palestinese. Dialogando a distanza é indirettamente con l'Olp, 11 segretario di Stato conta di vincere la diffidenza di almeno" qualche Paese arabo. E' la strategia del logoramento, che Shultz ha collaudato due settimane fa, quando Shamir ha visitato Washington, e che pensa ora di usare ancora, pur senza la certezza di vederla coronata da successo. La strategia non è esente da polemiche' neppure negli Stali Uniti: la lobby ebraica americana del Congresso si è già mobilitata ottenendo dichiarazioni di censura da parte di più di un parlamentare. E' indubbio che nella Settimana Santa Shultz si troverà oggetto di critiche feroci: ma Reagan, in partenza per le vacanze pasquali in California, questa vòlta sembra avergli dato carta bianca. Ennio Caretta