AL MUSEE D'ORSAJ 50 DIPINTI: VOLTI, LUCI E COLORI NATI A MONTMARTRE E DINTORNI

I romanzi parigini di Van Gogh il mago AL MUSEE D'ORSAJ 50 DIPINTI: VOLTI, LUCI E COLORI NATI A MONTMARTRE E DINTORNI I romanzi parigini di Van Gogh il mago PARIGI — Perché tanto Van Gogh? Il 1990 sarà il centenario della morte, il mondo si prepara a celebrarlo con una serie di mostre, che culmineranno In una grande retrospettiva olandese. Dopo quelle di New York (1985 e 1987. di Tokyo, Nagoya City e Osaka (1985 e 1986) e le ultime in corso a Roma e nel Bracante, ecco Van Gogh a Parigi (Musée d'Orsay, fino al 15 maggio): più di 50 dipinti e una decina di disegni del pittore e altrettanti d'artisti suoi contemporanei. Van Gogh non delude. Anzi; accompagnato dagli amici del tempo, Impressionisti e Neoimpressionisti, rivela le sue tappe, ben rappresentate dai curatori della mostra e del catalogo (Francoise Cachili, direttrice del Musée d'Orsay, Bogomila WelshOvcharov, storica dell'arte dell'Università di Toronto e Monique Nonne del Musée d'Orsay). Ma le sale strette e buie della vecchia stazione ferroviaria lungo la Senna trasformata in museo, non sembrano adatte a ospitarli. La rassegna si integra con quella romana. A Roma le 80 opere esposte (dipinti, disegni, acquerelli) seguono l'intera attività di Van Gogh, puntando sugli esordi (18801885) a Bruxelles, all'Ala e a Drenthe e all'ultimo periodo francese (1888-90) ad Arles, Saint-Rémy e Auvers. I temi sono quelli del contadini al lavoro, dei tessitori, dei mangiatori di patate, dei paesaggi nordici, delle nature morte, ripresi dalla grande tradizio- ne del Seicento olandese e dalla cultura romantica francese (scuoia di Bàrbizon, Delacrolx, Millet). Temi tipici del periodo di Nuenen (188385), ma che riaffiorano alla fine a Saint-Rémy e a Auvers, con nuove singolari Interpretazioni da Millet (Contadino che falcia il frumento e Contadina che raccoglie il frumento). Più scarse, ma significative, le testimonianze del periodo parigino. Colgono tutti i motivi della pittura di Van Gogh, che la rassegna. del Musée d'Orsay segue minutamente dal febbraio-marzo 1886, in cui l'artista arriva a Parigi, in casa del fratello Theo, al febbraio 1888 quando si allontana per Arles, a cercare «riposo e sole: I dipinti (vedute di Parigi e di Montmartre, di Clichy e di Asnières, ritratti, autoritratti, nature morte, «giapponeserie») imprestati da musei olandesi, da collezioni pubbliche e private inglesi, americane, svizzere, tedesche e francesi, sono tra i più belli e importanti di Van Gogh. Con la loro luce, 1 loro «tagli» e stesure cariche di colore, riflettono bene i fatti assimilati nella metropoli: Impressionismo, Neoimpressionismo, Puntinismo, «giapponesismo». E sono puntualmente confrontati — questo è il merito maggiore della mostra — con quelli degli artisti che s'incrociano con Van Gogh: da Monet, Renoir, De gas agli amici del Petit Boulevard, Angrand, Bernard, Anque- tin, Lautrec, a Slgnac, Seurat, Pissarro. Van Gogh arriva a Parigi alla ricerca del colore e del disegno. Non è difficile, in quella fucina d'arte, incontrare nei caffè di Montmartre gli artisti d'avanguardia che trattano la luce en plein air. O studiare quelli antichi nei musei o con buoni maestri. Per migliorare il disegno l'artista frequenta, nella primavera 1886, l'atelier di Cormon, un rinomato pittore accademico dell'Ecole des Beaux-Arts. LI conosce Toulouse Lautrec Emile Bernard, John Russe!. .Copia con pazienza angelica e passione le antiche forme di gesso; ricorda Bernard. Ma Vincent non trova-l'utile» che si attende, e continuerà da solo, guardando gli amici. Ecco, per sperimentare i contrasti di luce e di colore, i primi studi di fiori (La cineraria. Le malvarose) ispirati a Quost e a Monticelli, gli studi di nudo alla Degas (Torso di donna), le delicate vedute di Parigi, influenzate dagli impressionisti (Montmartre: la lizza e i mulini, Il mulino Le Radet, La trattoria). E, nella primavera 1887, le prime prove, originali, sul «puntinismo» di Seurat, Signac, Pissarro (H Boulevard di Clichy, Panorama di Parigi preso dalla camera di Vincent). Da Montmartre, dove il pittore ha una stanza per lavorare, al mondo delle officine di Clichy e di Asnières, è un passo. Tra uno spuntino all'osteria una passeggiata per le strade di Saint-Ouen e di Clichy, vengono fuori sorprendenti dipinti con sottoboschi, rive della Senna, ponti, orti, piccoli ristoranti, officine. Van Gogh mescola ormai con disinvoltura l'impressionismo di Monet con U neoimpressionismo di Seurat. Ma la sua preoccupazione maggiore è quella di riuscire a dipingere figure: 'Preferisco dipingere occhi umani che cattedrali.. Rendono anche di più. E Van Gogh aveva bisogno di denaro. Altro che miliardi per i suoi Girasoli: riesce a malapena a vendere un paio di quadri nel 1888. Ma per le figure ci vogliono 1 modelli: costano cari. Cosi non rimane che ritrarre gli amici gratis e se stesso. Tra i personaggi caratteristici Agostina Segatori, una modella ben nota al pittori, ritratta al tavolo del suo caffè Tambourin, L'italiana (la Segatori?), Pére Tanguy, Il celebre mercante di colori di rue Clauzel. Ritratti eccezionali. E gli autoritratti? A Parigi s —X Van Gogh, che sino allora non ne aveva fatti, ne dipinge ben 25. Ne vediamo cinque. Cinque tappe della sua pittura: dal primo, del 1886. serio e dignitoso, col cappello di feltro, ancora «olandese», a quello «puntinista» con barba rossa e sguardo d'acciaio della primavera 1887, a quello «impressionista» con un grande cappello di paglia al «giapponesizzante» tutto linee verdi e blu, sino all'ultimo con cavalletto (unico datato 1888), dai colorì puri, incandescenti. Ma se gli autoritratti incuriosiscono per capire la psicoJogia del grande Van Gogh, le nature morte incantano per la loro bellezza. Agli zoccoli «romani» si aggiungono, qui a Parigi, scarpe e scarponi straordinari. Ai cesti di patate, visti a Roma, vasi di fiori, Quattro girasoli del Museo Otterlo, vassoi di mele, di uva cavoli e cipolle trattati come stampe cinesi. Forse ancora più entusiasmanti, per le tinte insolite e l'incisività le nature morte di libri (TVe libri. Romanzi parigini. Natura motta con statuetta e libri). Simboli di tutta una cultura, intitolata «Maupassant», «Goncourt», «Richepin», come si legge, e «Zola». Romanzi parigini, oggi in una collezione privata svizzera doveva piacere molto anche a Van Gogh, che lo mette in mostra nel 1888 alla IV Esposizione degli Indipendenti, insieme con due grandi vedute di Montmartre. Maurizia Tazartes Van Gogh: «Autoritratto» e «Donna al caffè Tambourin» (entrambi del 1888, particolari)