Alta 48 metri la barca a vela neozelandese per la Coppa America

Il grattacielo del mare Alta 48 metri la barca a vela neozelandese per la Coppa America Il grattacielo del mare L'imbarcazione (lunga 37 metri) avrà un equipaggio di quaranta persone * La sfida con gli Usa prevista in settembre su 7 regate - La competizione nel 1991 tornerà ai vecchi dodici metri La più grande barca a vela realizzata negli ultimi 50 anni è stata varata domenica ad Auckland, in Nuova Zelanda, davanti al cantiere Marten Marine. Uno scafo per conquistare la Coppa America dalle misure inusuali: 37 metri fuori tutto, 27 al galleggiamento ed un pescaggio di oltre 6; per finire, due ali a metà scafo che permetteranno a una quarantina di ragazzi di buttarsi fuori con il trapezio per equilibrare lo sbandamento sotto vela di un vero e proprio mostro dall'albero alto 48 metri, quanto un palazzo di 13 piani. Il disegno è dello studio Bruce Fair, sicuramente il più geniale architetto navale degli Anni 80; a lui si devono le lìnee d'acqua e le Strutture dei maxiyr.cht che hanno dominato gli ultimi giri del mondo, oltre naturalmente al progetto di Kiwi Magic, il 12 metri che a Premantle ha pericolosamente insidiato la vittoria dì Dennis Conner. Ideatore e sponsor anche di questa sfida è Michael Fay, l'uomo d'affari neozelandese che vuole riportare 9 qualsiasi prezzo la famosa Coppa agli antipodi. Trovato un buco nel Deed of Oift, il regolamento della regata vecchio di cent'anni, nel luglio dell'87 Fay ha messo a punto una sfida neozelandese, scegliendo come mezzo uno scafo lungo 90' al galleggiamento. Questa sfida era passata in un primo tempo in secondo piano poiché lanciata da uno sconosciutisslmo Mercury Bay Boating Club, un circolo velico con meno di 50 soci che aveva come Club House una vecchia Ford Zephir del 1956 targata AY5197. I moduli di isrizione potevano essere ritirati nel cruscotto della macchi¬ na stessa, mentre le regolari bandierine di regata venivano issate sull'antenna radio. I detentori della Coppa si fecero quattro risate nel ricevere una sfida cosi strampalata (Fay non compariva), ma quello che era sembrato uno scherzo si è rivelato poi nella sua drammaticità alla fine di novembre quando il giudice della Corte Suprema di New York , Carmen Beauchamp Ciparik, a cui Fay si era immediatmente rivolto, aveva dato completamente ragione ai neozelandesi: la sfida era valida e doveva svolgersi entro un anno dalla sua presentazione. E adesso? Accantonato il programma per Coppa America del 1991 — sarà fatta con i vecchi 12 metri e ci sono ormai 24 sfide depositate — i detentori hanno deciso di non fare ricorso e si sono messi seriamente al lavoro. Anche l'idea di pretendere che il Challenger raggiungesse il defender con i suol mezzi — ossia a vela, come succedeva nell'800 — è stata ben presto abbandonata per il timore di finire nuovamente di fronte alla severa Carmen: da troppi decenni infatti le barche sono arrivate via nave. Dennis Conner qualche sorpresa potrebbe ancora tirarla fuori; tra l'altro il fatidico regolamento preve¬ de che il club detentore sia obbligato a comunicare il campo di regata scelto soltanto 90 giorni prima dell'Inizio delle prove. Le ultime voci raccolte danno comunque per certa la scelta di un campo diverso da quello che 1 neozelandesi si aspettavano e per cui hanno progettato lo scafo, le prove quasi sicuramente si svolgerebbero davanti a Long Beach, molto vicino al luogo in cui si corsero le olimpiadi di Los Angeles. Qui il vento si aggira attorno ai 15 nodi, con punte di 20, una situazione meteo molto diversa da quella di San Diego (leggere brezze) e più adatta al tipo di imbarcazione che sembra essere stato scelto dagli americani. La sfida dovrebbe aver inizio 11 4 di settembre e svolgersi secondo un programma di 7 regate. I progetti per la difesa americana prevedono la costruzione di due catamarani di una lunghezza al galleggiamento Inferiore al 20 metri e di un eventuale terzo scafo, forse un trimarano. I due cat dovrebbero essere varati rispettivamente a maggio e a giugno; nel frattempo il team di Dennis Conner si sta allenando con alcuni multlscaf i già di base a San Diego mentre si sta provvedendo a riattrezzare due Formula 40 acquistati dai francesi. Attorno a sé, Dennis Conner ha creato in questi mesi un team progettuale formidabile coordinato da John Marshall: ne fanno parte tra gli altri Bruce Nelson (uno del progettisti di Stars & stripes), e Bernard Nivelt (il francese che ha sempre lavorato con Joubert). Mentre lo scafo neozelandese, che verrà caricato tra pochi giorni su una nave per raggiungere San Diego (Fay ha dichiarato che le regate lui le farà soltanto 11), si avvicina alla California, al giudice Ciparik restano ancora alcune decisioni Importanti da prendere. Primo. I neozelandesi non ritengono legale la scelta americana di un multlscafo. Secondo. Oli inglesi di De Savary chiedono, sostenuti da francesi e australiani, che vengano fatte delle regolari selezioni tra Challenger per la scelta di quello ufficiale: una proposta ragionevole ma che troverebbe come primo oppositore proprio quel Michael Fay che ha fatto di tutto per giocarsi la Coppa direttamente con Dennis Conner. Ida Castiglioni