La ricamatrice di Ercolano racconta

La ricamatrice di Ercolano racconta LEGNI E BRONZI IN MOSTRA A CASTEL SANT'ANGELO, DOPO DUECENTOCLNQUANT'ANNI DI SCAVI La ricamatrice di Ercolano racconta ROMA — La vita quotidiana dell'antica Ercolano, o almeno delle sue dimore più signorili rivive con originale vivacità nella mostra dei mobili di legno e degli oggetti di bronzo provenienti dalla città vesuviana, che si è appena aperta a Castel Sant'Angela Sono reperti mai presentati finora al pubblico, scoperti durante gli scavi condotti prima da Amedeo Maturi e poi da Giuseppe Maggi che erano rimasti finora nei magazzini della Soprintendenza di Pompei La novità, quindi è assoluta. Un'esposizione nell'esposizione: cosi, per l'esattezza, deve definirsi questa iniziativa, inquadrata nella Mostra europea del turismo che si tiene ogni anno e nella quale le regioni italiane presentano le loro proposte per la stagione di viaggi e di vacanze ormai prossima. Come osserva il presidente del Centro europeo del turismo promotore dell'iniziativa, Giuseppe Lepore, si fa richiamo alle bellezze naturali e alle strutture balneari, certo; ma anche alle mostre e ai musei agl'itinerari e alle manifestazioni culturali In quest'ambito, le proposte archeologiche s'inseriscono naturalmente. Già in passato l'apporto dell'archeologia era stato richiesto, e con successo: nel 1984 l'esposizione del Discobolo di Mirane fu visitata da oltre cinquecentomila persone. Poi il criterio della presentazione si è evoluto: non più un'opera singola, bensì un complesso organico di reperti: lo scorso anno furono presentati i gioielli di Oplontis; ed ecco, quest'anno, 1 legni e 1 bronzi di Ercolano. n curatore scientifico della mostra è il soprintendente di Pompei Baldassarre Conticello. Egli ricorda, nella sua presentazione, che Vè un motivo preciso per la scelta di Ercolano: 11 duecentocinquantesimo anniversario dell'inizio degli scavi Inoltre, Ercolano è oggi di nuovo all'attenzione, sia per la ripresa delle ricerche nella celebre Villa del Papiri sia per le ultime scoperte che rinnovano le conoscenze sulla città. E' stata dissepolta, infatti una barca risalente al tempo dell'eruzione del Vesuvio (l'anno 79 d.C), che ci consente di stabilire esattamente dove giungeva la linea della spiaggia; e insieme sono stati rinvenuti gli scheletri degli abitanti che s'erano raccolti sulla riva del mare, nella vana speranza che la flotta romana li portasse in salvo. Ma veniamo ai reperti esposti Si tratta di una sessantina di oggetti tra legni e bronzi scelti tra quelli di maggior pregio: casse, panche, scaffali armadi letti (perfino una cullai), strumenti di lavoro, statuette ornamentali e di culto. Va segnalata in particolare la cosiddetta «stanza della ricamatrice», donde provengono un letto lavorato a intarsio, uno sgabello e un telaio da ricamo. Notevoli sono soppalchi e scaffali per anfore di alcune botteghe. Inoltre vi sono mobili con decorazioni in avorio e osso, oppure in bronzo con agemine In argento e rame. L'epoca è circa duemila armi fa. L'arte è romana, di larga ispirazione greca. Particolare importanza hanno i reperti di legno, perché si tratta di un materiale deperibile solo raramente conservato. Questo accade a Ercolano per le particolari circostanze del seppellimento della città: il flusso della lava incandescente ha coperto g'.i oggetti in parte carbonizzandoli sicché è probabile in vari casi risalire al tipo dei legno e studiare le tecniche di lavorazione. E' un caso che trova riscontro solo in Egitto, dove la secchezza dell'aria e l'impermeabilità del terreno hanno, per altra via, determinato lo stesso esito. Già il primo scopritore, Amedeo Maiuri aveva indicato il grande interesse di questi reperti con parole che tornano attuali: «Troppo freddi e lussuosi marmi ci ha dato la casa antica per non sentire l'intimità, il calore di un mobiluccio di legno, anche se venga restituito dal fango di un umido banco tufaceo e strappcto al suo lento processo di carbonizzazione. Fragili reliquie carboniche a cui solo l'amorosa cura delle maestranze riesce a ridare succo e compagine e quel tanto di consistenza che valga a conservarle a lungo». Ma, oltre all'emozione, c'è l'importanza in sé unica di quanto resta, quando si pensi cosa significa per lo studioso e per il visitatore comune ritrovare al loro posto le scale, le porte, i soffitti delle abitazioni E' la struttura autentica della casa che finalmente ci ricompare dinanzi non le consuete rovine con le altrettanto consuete sovraccostruzioni. In questo senso, la documentazione di Ercolano è unica anche In confronto all'Egitto: perché qui 1 reperti lignei conservati sono solo arredi di tombe. Nel presentare la mostra, il sovrintendente annunzia anche i prossimi obiettivi per Ercolano: estendere l'area di proprietà statale che consente il primo espletamento dell'attività archeologica; ampliare gli scavi fino a includere nel recinto la Villa dei Papiri; costituire un grande Museo ercolanese, possibilmente in una villa vesuviana; infine dar vita a uno speciale Museo-laboratorio del legno, che divenga da un lato sede espositiva, dall'altro lato punto di riferimento nazionale per l'analisi la conservazione e il restauro dei legni anti- ^ Sabatino Moscati * • -fifa Bronzetto eoo figura di Dioniso trovato a Ercolano (part)

Persone citate: Amedeo Maiuri, Amedeo Maturi, Angela Sono, Baldassarre Conticello, Giuseppe Lepore, Giuseppe Maggi, Sabatino Moscati