Mitterrand si candida «per il bene dei Paese» di Barbara Spinelli

Mitterrand si candida «per il bene dei Paese» Finita in Francia la lunga suspense elettorale Mitterrand si candida «per il bene dei Paese» Come De Gaulle, si pone al di sopra dei partiti dal NOSTRO INVIATO PARIGI — Lungamente atteso, e da tutti clandestinamente bramato, il verbo di Francois' Mitterrand si è infine fatto carne. Il presidentemonarca ha smesso ieri sera di nascondersi, di farsi corteggiare da amici e avversari. Da pudibondo immortale che era, è sceso infine fra i mortali, e ha sciolto l'enigma che aleggiava attorno alle sue decisioni: si, sarà candidato una seconda volta alle presidenziali del 24 aprile e 8 maggio. SI, incrocerà le armi con il neogollista Chirac, in lizza da gennaio e con Barro, il liberal-centrìsta, duellante da un mese e mezzo. A differenza dei suoi rivali, tuttavia, Mitterrand non si candiderà per piacere, né per ambizione partitica: si candiderà perché la Francia sembra invocare la sua persona con insistenza, e perché «un grave pericolo» minaccia la nazione: il pericolo — cosi ha detto ai giornalisti della televisione — che «il Paese ricada nelle antiche dispute fra partiti, fra clan, fra bande». E che sia minacciato, come altre volte in passato, da simili contese: «Giti da qualche mese ascolto i discorsi dei candidati, e in mezzo a tutto questo rumore sento che il rischio della divisione è grande, e che esistono uomini intolleranti, i quali vogliono occupare tutto: lo Stato e l'economia». In cuor suo Mitterrand non avrebbe voluto sollecitare un secondo mandato: «Ma infine ho capito che occorreva un uomo capace di fronteggiare la situazione, e di proporre un progetto di pace civile, sociale». Mitterrand da ieri è candidato ma non più in nome di un partito, come nell'81, non più in nome della sinistra che neppure ha :: con¬ trovoglia, si p». ..na alle elezioni per salvare la patria. Al pari di De Gaulle, nel '58, Mitterrand denuncia gli infiniti voler1 racchiusi nelle vene dei partiti, e a suo modo ri' fonda la Quinta Repubblica modellandola sulla propria immagine. Non sarà semplice per i suoi contendenti rimontare la china, volare alto come lui. Per settimane, il presidente entomologo li ha osservati come fossero insetti impazziti. Li ha lasciati cuocere a fuoco lento. Orfani di avversario, Barre e Chirac zampettavano in scena aspettando il burattinaio-capo, e attendendolo si azzuffavano tra di loro. Si punzecchiavano senza molto costrutto per se stessi, e susci tando molto fastidio nel pubblico. E' di questo fastidio che Mitterrand oggi profitta, agitando lo spauracchio della lotta tra clan. E davvero straordinario è l'effetto di scena che produce la sua appari' zione: come nell'81, il leader socialista scommette su un ri' getto dell'elettorato. Sette anni fa i francesi non ne potevano più di Giscard, e pur di disfarsene elessero Mitterrand. Oggi sono stufi dei politicanti, e potrebbero scegliere di nuovo Mitterrand scambiandolo per un'alternativa. Naturalmente Mitterrand non è un'alternativa. Non propone mutamenti, non annuncia riforme. In cambio, però, promette di accompagnare, proteggere, e radunare i francesi in un'impresa che inane loro una grande, crescente paura: l'impresa europea, la creazione del Mercato Unico annunciato per il 1992, Mitterrand sa che il Paese è meno preparato di altri ad aprire le frontiere, a entrare in Europa, sa che la Francia da grande che era sta diventando piccola, e fragile, e spaventabile. Ragion per cui si candida come guida, non severa come un padre ma condiscendente e solida come un nonno. Un nonno settantenne conosce i tranelli della storia, sa che non sempre si può litigare sulle nazionalizzazioni. ' privatizzazioni, le pensioL: ..: cifre di bilancio: «NaztOiuilizi.nzioni e privatizzazioni nei r ■' o oggi di attualità. Di a" tal tà oggi è l'Europa», ho . .ugato con fare maestoso, speditivo. Di qui la sua filippica contro i partiti, la sua tendenza, non dichiarata ma certamente presente, a divorarne i candidati. Il dialogo che lui cerca non é con «fazioni» o «clan» ma con la Francia profonda, quella che si esprime nei sondaggi e diffida dei politicanti se non addirittura delle •< : ca. I rivali contro cui ... . terà non sono veri candidati al trono - - sembra dire il dirigente socialista — ma primi ministri in pectore, capaci tutt'al più di governare. «Anch'io proposi programmi nell'81», ha detto ancora. E ha aggiunto: «Per inesperienza ignoravo la differenza che deve esistere fra presidente e primo ministro. Il presidente esercita l'autorità in politica estera, difende la nazione, interviene con saggezza, e più raramente possibile, per risolvere i conflitti fra società e potere». Il governo realizza i programmi, e sui programmi sarà giudicato. Il capo dello Stato è inattaccabile, è per cosi dire virginale: esattamente come il monarca costituzionale descritto nell'Ottocento da Chateaubriand, scrittore prediletto del leader socialista. Mitterrand, in altre parole, è 1 candidato del disincanto, del logoramento di ogni progeli I sondaggi d'altronde pai" ji»o eh' to: il presidente è tanto pf olare perché piace non solo Jàt sinistre, non solo a buon? parte del centro, ma anche a chi di politica non capisce nulla, a chi è totalmente disinteressato. Chi l'avrebbt mai detto? Barbara Spinelli

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