Ora si riapre il «caso Sme» di Eugenio Palmieri

Ora si riapre il «caso Sme» Il gruppo agro-alimentare dell'Iri al centro di grandi manovre Ora si riapre il «caso Sme» lì 19 la Cassazione deciderà sul ricorso della Cir - De Benedetti sempre interessato al controllo della società - Non si esclùde però un'intesa con l'Iti ROMA — Adesso la battaglia si riaccenderà sulla Sme, il gruppo agro-alimentare pubblico che ha fatturato nel 1987 poco meno di 4000 miliardi con un utile consolidato di 110 miliardi, che dà lavoro a 18.000 persone. La data fatidica è il 19 aprile quando si terrà l'udienza della corte di Cassazione: avrà ragione definitivamente l'iri oppure il pronunciamento sarà favorevole a Carlo De Benedetti? Prima di conoscere il verdetto vero e proprio dovranno trascorrere almeno un paio di mesi ancora ma già quel giorno si saprà chi avrà vinto. De Benedetti comunque ieri, annunciando l'accordo con la Nestlè, ha precisato che la linea strategica del gruppo ormai è di rimanere soltanto in quei settori nei quali è in grado di giocare un ruolo europeo. Questo non significa che il gruppo, nel momento in cui fosse riconosciuta la validità del suo contratto per la Sme, non intenda esercitarlo. «La Sme — è stato spiegato — ha in parte attività alimentari, in parte altre attività». Per le attività alimentari verranno raggiunte intese strategiche con aziende italiane del settore; altri settori, quali la distribuzione — è stato aggiuto — rivestono tuttora grande importanza per il gruppo. . Una partita complicata comunque: nel primo caso Tiri, o meglio il governo, dovrà decidere una volta per tutte se la Sme, che a fine '88 migliorerà ulteriormente le sue performance, debba restare nell'area pubblica o se debba essere invece privatizzata in tutto o in parte; nel secondo caso De Benedetti si ritroverebbe con un gruppo alimentare di grandi dimensioni ma senza più la Buitoni con la quale invano aveva tentato di costruire un «polo» di dimensioni europee. In alcuni ambienti qualificati non si esclude che in quel caso il finanziere possa arrivare ad una transazione con l'Iri Si tratta ovviamente di ipotesi in attesa che la Cassazione faccia luce su una questione ohe si trascina da oltre due anni. ; I manager della Sme in questo mese di attesa non resteranno a guardare. Nel prossimi giorni saranno avviati a Milano contatti ad alto livello con la Montedison per approfondire il discorso sulla Standa che viene valutata dai tecnici della finanziarla pubblica tra 1 400 e i 600 miliardi, una cifra di gran lunga inferiore a quella che sarebbe richiesta da Foro Buonaparte. Si rafforzerebbe cosi la catena distributiva della Sme che può contare sulla forte presenza della Gs. Un affare che, secondo fonti bene informate, potrebbe addirittura realizzarsi con un intervento di Mediobanca. Ma è l'incertezza politica a preoccupare maggiormente il gruppo dirigente della Sme. La società, infatti, è oggi al centro di manovre più o meno sotterranee in un clima che non aiuta certo a sviluppare una adeguata strategia di sviluppo. La prudenza del presidente dell'lri Prodi nell'ultimo comitato di presidenza sarebbe motivata proprio con l'esperienza maturata dopo 11 braccio di ferro con De Benedetti: allora fu Craxi, presidente del Consiglio, a fermare un'operazione che 1 socialisti ritenevano un regalo - all'Ingegnere di Ivrea. Tra non molto la questione si riproporrà nei termini di fondo: Sme pubblica, privata, o smembrata tra i privati? Soltanto il psl sembra finora procedere con un atteggiamento coerente: la Sme deve restare nell'orbita Iri e semmai ingrandirsi con l'acquisizione della Standa. Contraddittorio, invece, appare l'atteggiamento dei membri «politici» del Comitato, alcuni dei quali smentiti dai loro partiti. Giorgio La Malfa, ad esempio, si è schierato apertamente per la prlvatizazione e cosi il partito liberale. Negli ambienti politici si raccoglie un'ulteriore versione: la Standa potrebbe finire alla Sme anche per aiutare la Montedison ad alleviare la sua situazione debitoria. E in questo scenario rientrerebbe anche l'operazione sulla chimica con l'Eni. Ma allora anche per il gruppo alimentare pubblico si aprirebbe la questione di una corretta valutazione della catena Standa. Il nuovo governo dovrà dire la parola decisiva. C'è tra l'altro una delibera del Clpi che considera 11 settore alimentare pubblico non strategico e che la Sme deve restare un blocco unico e non può essere ceduta a gruppi stranieri per almeno cinque anni. La Sme risanata (a fine '83 anche il settore conserviero Cuio-Bertolli-De Rica produrrà utili) fa gola a molti: c'è sempre la cordata antagonista alla Buitoni guidata da Balilla e da Ferrerò, mentre le stesse multinazionali come la Unilever, la Nestlè, la Danone, potrebbero essere interessate al colpo grosso. Un'altra ipotesi è quella che la Sme si rafforzi in tui settore, quello distributivo ad esempio, per cedere il resto, n ventaglio delle soluzioni è vasto: Italgel, Alivar, Autogrill e OS rappresentano oggi un grosso patrimonio consolidato da Fabbri. Savoia Ulivieri, (Tutolo, Fidora, Prota, Buttlgnol e Ruosi, il drappello di manager che attendono di conoscere dal politici 11 lord destino. Eugenio Palmieri Carlo De Benedetti e Romano Prodi tornano a fronteggiarsi sul caso Sme.

Luoghi citati: Ivrea, Milano, Roma