La cognata organica di Enzo Bettiza

La cognata organica Chi era r«assistente-sorvegliante» di Gramsci La cognata organica Il rumore prodotto dal grande dibattito ideologico in corso su Bucharin e Togliatti, su Gramsci e Tasca, sullo stalinismo europeo e italiano ha finito col lasciare nell'ombra un fatto piccolo ma tremendo di cui, se non vado errato, nessuno è sembrato accorgersi. Mi riferisco a una veloce osservazione-contenuta ne 11'orai ai famoso articolo di Umberto Cardia sull'Unità del 24 febbraio, dedicato all'angosciosa condizione carceraria di Gramsci a cavallo degli Anni Venti e Trenta. A un certo punto Cardia, riferendosi all'interlocutrice epistolare di Gramsci, la cognata Tatiana Schucht, la definisce «assistente-sorvegliante, figura tipica di consimili situazioni di sequestro». L'agiografia comunista aveva sempre dipinto la leggendaria Tatiana o Tania, sorella di Julca Schucht, la moglie russa di Gramsci trattenuta in quegli anni a Mosca da una grave infermità psichica, come l'assistente spirituale e materiale del grande carcerato di Turi. Era lei la sua finestra sul mondo, la sua confidente, il suo legame con la moglie e coi figli lontani. In una parola Tania, alla quale Gramsci, nei limiti concessigli dalla situazione carceraria e dalla censura, confidava anche i più segreti tormenti politici, rappresentava per lui, isolato in prigione dai compagni del suo stesso partito, l'ultimo vincolo con la vita. Sarà Tania il pilastro più importante attorno a cui concresceranno le «Lettere dal carcere», sarà quasi Valter ego dello scrittore solitario e dell'uomo malato. . Orbene, Cardia, dalle pagine dell' Unità, ci ha avvertito che Tania era non soltanto la «assistente» ma anche la «sorvegliante» di un Gramsci bloccato in una «situazione di sequestro». Se si pensa che Tatiana Schucht era, a quel tempo, impiegata presso l'ambasciata sovietica a Roma, tutto torna più chiaro:-. Cardia sembra lasciare - intendere che nell'affettuosa e premu¬ rosa cognata si celava in realtà un agente della Ghepeù, il Kgb dell'epoca. Fin qui, niente di eccezionale. Rientra nella norma che un impiegato o funzionàrio d'ambasciata, non solo sovietica, allora come oggi, possa svolgere sotto, copertura diplomatica qualche mansione più occulta e più delicata. Ma il contesto storico e politico in cui Cardia colloca l'inquietante presenza della «assistente-sorvegliante» è però eccezionale: il cognato che Tania dovrebbe «assistere» e «sorvegliare» è un leader comunista in disgrazia, in rottura con Stalin c con Togliatti, perseguitato e angariato dai compagni di carcere. Un escluso dal Superpartito della Terza Internazionale che, come lui stesso scrive alla propria «sorvegliante» in un'amara lettera del 27 febbraio 1933, denunci? con «parole pesanti come maci- Enzo Bettiza (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

Luoghi citati: Mosca, Roma