«Mai inviate carte false»

«Mai inviate carte false» Interrogati i titolari del Cdc «Mai inviate carte false» Oggi saranno sentiti i funzionari regionali Come si difendono 1 responsabili del. Cdc (Centro diagnostico Cernala), uno dei più importanti laboratori privati coinvolti nello scandalo della sanità? Marie Micheline Mignon e il marito prof. Giovanni Bocchiottl, contitolari del laboratorio, sono tra i principali imputati dell'inchiesta che il giudice istruttore Cuva conduce sui rimborsi Illeciti pagati dall'Usi ai centri medici che sarebbero stati favoriti a danno delle strutture pubbliche. Arrestati nell'estate scórsa e poi rimessi in libertà, i proprietari del Cdc sono inquisiti in questa fase dell'inchiesta per le autorizzazioni che consentirono alle varie succursali del laboratorio privato di fare esami ed analisi in. regime di •convenzione esterna». Con l'avvio della riforma sanitaria, che decretava la scomparsa del vari enti mutualistici, assorbiti nelle Usi (Unità sanitarie locali), una legge regionale aveva previsto che restassero in vita tutte le convenzioni esistenti nel febbraio '80 tra i centri privati e 1 vari enti. I periti che hanno esaminato le autorizzazioni del Cdc avrebbero stabilito che almeno due di quelle autorizzazioni, per la sede di Cuneo e di Asti, sono false, cioè retrodatate a prima del febbraio '80. Molte altre, che riguardano Vercelli, Novara, Alessandria e altri Comuni della cintura torinese, sarebbero state costituite ex novo con la complicità, in qualche caso involontaria, di funzionari regionali e amministratori comunali. Marie Michelino Mignon e il marito Giovanni Bocchiot¬ tl sono entrati nell'ufficio del giudice poco dopo le 10 di ieri mattina, accompagnati dal difensore avvocato. Costanzo, e ne sono usciti tre ore dopo. Ha dichiarato il legale all'uscita: •Quei falsi certamente non li hanno fatti i miei clienti: oltretutto rum ne avevano bisogno. All'epoca c'era una certa prassi amministrativa: l'autorizzazione veniva chiesta al sindaco che delegava l'ufficiale sanitario. Una volta ottenuta la dichiarazione di idoneità dei locali dal punto di vista igienico-sanitario, l'autorizzazione veniva concessa quasi automaticamente. Bastava comunicare al medico provinciale che il laboratorio aveva aperto un gabinetto di radiologia, con l'indicazione del direttore responsabile. L'autorizzazione poteva essere data anche subito dalla commissione provinciale, che però si riuniva una volta l'anno: il silenzio di questo organo veniva inteso come un tacito consenso». Dopo i coniugi Bocchiottl, il giudice Cuva ha interrogato 11 prof. Giuseppe Òberto, nominato nell'80 programmatore sanitario dell'Usi 123. Oberto, che è difeso dall'avv. Armilotta, è stato coinvolto nella vicenda delle convenzioni per il suo ruolo di controllore. Al giudice avrebbe detto: «/o mi limitai a dare le direttive generali per garantire l'attuazione degli indirizzi della riforma. Non potevo certo andare a verificare le autorizzazioni rilasciate ai centri privati». Oggi saranno sentiti 1 funzionari regionali che avrebbero dovuto controllare l'autenticità di quelle autorizzazioni, c. cer.

Persone citate: Cuva, Giovanni Bocchiot, Giovanni Bocchiottl, Giuseppe Òberto, Marie Micheline Mignon, Marie Michelino Mignon, Oberto

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Novara, Vercelli