Venezia, 10 studenti iraniani indiziati di traffico d'armi

Venezia, 10 studenti iraniani indiziati di traffico d'armi Venezia, 10 studenti iraniani indiziati di traffico d'armi VENEZIA — Emergono sempre più stretti i collegamenti tra il traffico d'armi con l'Iran e l'attività del gruppo «Abedi», formato da studenti iraniani filo-khomeinistl residenti in Italia. A dieci di loro, il giudice istruttore veneziano Felice Casson ha inviato comunicazione giudiziaria per traffico d'armi. I provvedimenti sono stati, firmati da Casson alcuni giorni fa, prima di partire per Parigi dove ha già incontrato il collega Michel Legrand che conduce l'inchiesta sul traffico d'armi tra Francia e Iran. Casson dovrebbe avere colloqui anche con alcuni funzionari della società «Luchalre», che, secondo le rivelazioni del giornale Le Monde, avrebbe eluso l'embargo deciso dal governo Chirac vendendo munizioni e polvere da sparo a Teheran. La «Luchaire», che ha filiali anche in Italia, sarebbe riuscita in questa manovra attraverso false vendite al Portogallo. Quanto pubblicato da Le Monde era stato però smentito dal ministero della Difesa francese e dalla stessa «Luchalre». Secondo Le Monde, il direttore di due filiali italiane della «Luchaire», Mario Appiano, avrebbe negoziato durante l'estate scorsa a Lisbona con la società portoghese «8pel» un contratto di fornitura all'Iran di 150 mila proiettili da 155 millimetri. XI Portogallo sarebbe anche servito alla ditta francese come destinazione fasulla del materiale che sarebbe poi arrivato all'Iran attraverso vari porti europei, tra cui anche alcuni italiani li giudice Casson sta cercando di chiarire l'eventuale partecipazione di ditte italiane, e venete in particolare, alla vicenda, il ruolo svolto dagli studenti iraniani e l'appoggio che sarebbe stato fornito da alcune agenzie marittime. Casson aveva disposto alcuni accertamenti per valutare i contatti che aziende italiane operanti nel settore delle armi avrebbero avuto con gli Iraniani g. b.

Persone citate: Casson, Chirac, Felice Casson, Mario Appiano, Michel Legrand