Torna l' Irangate Bush trema di Ennio Caretto

Torna l'Irangate, Bush trema Incriminato Pex consigliere per la sicurezza nazionale McParlane Torna l'Irangate, Bush trema L'inquisito ha deciso di collaborare con il procuratore speciale - Gli sviluppi dello scandalo potrebbero compromettere la corsa del vicepresidente verso la Casa Bianca - Il senatore Dole riprende flato ma con poche speranze - Patetico addio di Gary Hart alla vigilia del voto neliUlinois DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WÀSHINGTON — L'ombra detilrangate si è ieri riaffacciata sulla campagna elettorale con rincrlmlnazlone dell'ex direttore del Consigliò per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Robert Me Fari an e, proprio mentre si diffondeva la voce dell'imminente ritiro del senatorie Dole, l'unico avversario di rilievo del vicepresidente Bush. Sebbene remota, esiste la possibilità che 11 vicepresidente venga coinvolto nello scandalo, a cui si è dichiarato sempre estraneo, e che ciò salvi la candidatura del senatore, diventata improponibile dopo la disfatta da lui subita martedì nel Profondo 8ud. McFarlane ha infatti ottenuto di essere incriminato solo per omissione nelle sue testimonianze al Congresso, in cambio di un incondizionato appoggio all'inchiesta giudiziaria del procuratore speciale Walsh. SI è fatta cosi inevitabile anche l'incriminazione dell'ammiraglio Poindexter, il successore di ".-'ariane, e del suo braccio 'stro, il colonnello North. .? troppo presto per dire se l'Irangate riesploderà con la furia dello scorso anno, quando nel calore dell'inchiesta del Congresso qualche parlamentare democratico chiese persino l'incriminazione di Reagan. Ma lo scandalo rappresenta una mina vagante sulla rotta della «Battleship Invincible», la corazzata invincibile, come viene chiamato Bush dopo il trionfo del Supermartedì, e un potenziale trampolino di lancio di Dole. Non è la sola: un'altra mina è costituita dalle difficoltà in cui versa 11 ministro della Giustizia Meese, sotto inchiesta per sospetta corruzione. Bush è talmente consapevole dei gravi pericoli a 'cui è esposto che l'altro ieri '—«e-ria- concomigi^a;t-«or{ Ipuò''essere casuale.J^* fjij. preso le distanze dall'amministrazione, annunciando che se sarà eletto presidente formerà una «Commissione Etica» per il ripristino della moralità nella vita pubblica. Per il momento, è innegabile che lo scandalo Iran gate abbia riaperto, sia pure brevemente, la campagna elettorale repubblicana, considerata ormai chiusa. L'altro ieri sera, Dole aveva dimezzato il bilancio, 11 personale e gli spot televisivi, anticipando l'abbandono della lotta dopo le primarie di martedì neiriilinois, dove i sondaggi gli attribuiscono, il 31 per cento del voti contro il 58 per cento del vicepresidente. Ma Ieri sera, dopo l'incriminazione di McFarlane, il senatore è apparso rincuorato e ha smentito di volersi ritirare. L'Illinois, ha sottolineato, •è un importante banco di prova ma non l'ultimo: Dole non ha nascosto di sperare in una propria ripresa: l'IUinois è il primo grande Stato industriale a votare, é vicino al suo Kansas, ne divide le tradizioni populiste. n senatore tuttavia è in corsa contro il tempo, man¬ ca di finanziamenti e non possiede la certezza che lo scandalo Iran gate indebolirà Bush. A differenza del televangelista Robertson, che ha proclamato di voler arrivare al congresso del partito, in agosto, «per acquistare esperienza per il ■82», potrebbe essere costretto ad arrendersi in anticipo. E' quello che sperano 1 democratici, assillati a loro volta da una serie di problemi, ma fiduciosi di dover affrontare un Bush indebolito. Ieri, 6 uscito di scena Gary Hart, distrutto dalle sue avventure extraconiugali. Con 1 polis sull'Illinois che danno in testa il senatore Paul Simon, il quarto uomo, si è inoltre aggravata l'impasse tra 1 tre principali candidati, il governatore del Massachusetts Dukakls, il leader nero Jackson e il giovane senatore Gore. Mano Cuomo li ha ammoniti' nuovamente di •metU'-s: d'accordo, di non arrivare alle'primarie di New York il 19 aprile coprendosi di fango: . In una situazione del genere, con il candidato repubblicano in odore di scandalo, e col candidati democratici quasi impotenti, la campagna elettorale rischia di degenerare. Dopo l'Illinois, anziché schiarirsi, l'orizzonte potrebbe rabbuiarsi, il Washington Post ha ieri scritto che a Simon andrà il 38 per cento dei voti, a Jackson il 30 per cento, grazie ai neri di Chicago, a Dukakls solo 1116 per cento e a Gore appena 11 2 per cento. Oggi inoltre si svolge il caucus della Carolina del Sud, dove invece Gore è il favorito. Acquistano una logica sempre piU precisa 1 moniti di Cuomo. In pratica, il governatore di New York dichiara che se i candidati non si metteranno d'accordo tra di loro, i vertici del j ,.-?.riito saranno costretti a : .xegllere qualcun altro. Sensa dubbio, quel qualcuno sarebbt .ui. Par? 'osse mente, l'accorato addio di Hart alle elezioni, e iTse an;he alla politica, ha reso !. cose più difficili per i democratici. Hart era rientrato in scena, dopo esserne si ito scacciato dalla relazione con Donna Rice, con lo slogan «cfte sono gli elettori a decidere.. Con umiltà, ieri ha affermato: •Gh eiettori mi respingono', auspicando che qualcuno adotti le. sue idee e. i suoi prograrnrni. Hart si era battuto per il rinnovamento del partito' e il suo '.rede naturale è Gore. Ennio Caretto