I negozianti: «Più difese contro la delinquenza»

I negozianti: «Più difese contro la delinquenza» I negozianti: «Più difese contro la delinquenza» C'è paura per il diffondersi degli episodi di microcriminalità legati, in particolare, alla droga - Ma, da un convegno, voci dì fiducia verso una città «che deve cambiare» per diventare più vivibile I negozianti hanno paura e denunciano. La fragile barriera della vetrina è un debole riparo contro la violenza che si scatena in certe fasce orarie, verso sera soprattutto, quando il bottino promette di essere pingue al termine di una giornata di lavoro. Ci sono poi gli scippi, a metà mattinata, quando le massaie, impacciate dalle borse della spesa, sono più indifese; le «spaccate» e 1 furti durante le ore di sosta per il pranzo; le aggressioni serali Diminuisce la delinquenza organizzata, sono in regresso le' estorsioni e gli atti vandalici, ma dilagano le truffe e altri episodi di microdelinquenza. •Rapinatori, ladri, borseggiatori, teppisti, giovinastri in vena di bravate, tossicodipendenti che devono procurarsi il denaro per la "dose"—affermano i commercianti —. Sono loro con cui dobbiamo fare i conti non appena alziamo le serrande. Insidie di cui non riusciamo a liberarci; abbiamo bisogno di maggiori difese». ■ Un quadro a tinte fosche. Ma non ci sono chiusure esasperate: i commercianti si interrogano per cercare proposte costruttive. La risposta è emersa nitida l'altra sera, nel corso del convegno organizzato dal giornale Osservatore Terziario sul tema •Commercianti: nel mirino della delinquenza?», al quale hanno preso parte 11 sindaco Magnani Noya, 1 parlamentari torinesi Salerno, Bonsignore e Novelli, il dott. Sassi, capo della Criminalpol, il sostituto procuratore della Repubblica Giorgio Vitari, i presidenti delle associazioni di categoria Ascom e Confesercenti Gualà e Bonino, Giuseppe De Maria, presidente degli Operatori Economici di Vanchiglietta e direttore editoriale del mensile Ot. n dibattito è stato aperto da alcune drammatiche e commoventi testimonianze di negozianti contro cui la malavita si è accanita sistemàticamente. Esemplare la storia di Margherita Cuatto, orefice in Avigllana, rapinata 10 volte nel giro di 9 anni, ferita dai banditi e decisa a lasciarsi morire di fame, avendo ormai perso tutto, o quella della profumiera Maria Cristina Dogli ani, con negozio in corso Belgio, vittima di rapine, scippi e furti. Tuttavia, queste e altre tragiche vicende sottoposte alla riflessione di pubblico e oratori, non hanno appannato l'impressione che il commercio sia ormai proiettato verso 11 futuro, deciso a legare la propria immagine a quella di una città che cambia («che deve cambiare») per diventare più vivibile. Si chiedono, è vero, misure preventive, pene severe e una giustizia più puntuale, ma si offre in cambio una disponibilità impensabile fino a 2-3 anni fa. Precisa De Maria: «£' sufficiente riflettere sul significato dell'attività svolta dalle associazioni di via, che sono ormai 60»: sorte come organismi per promuovere 11 commercio, il mero •interesse di bottega», con festicciole e modeste luminarie, hanno contribuito, in un primo tempo, a dare coesione a una categoria per tradizione diffidente e slegata. 'Una volta instauratasi l'atmosfera di fiducia, sono nate nuove iniziative. L'esercente ha cominciato a occuparsi di problemi di più ampio interesse». Cosi, se le luci di Natale possono invogliare il cliente a mettere mano al portafogli, è anche vero che possono contribuire a rendere più sicura una strada e a convincere la gente a uscire di casa. «£ anche questo — ha detto 11 sindaco — è un modo per scoraggiare la malavita: La raccolta di firme di Vanchiglietta (oltre 6 mila In pochi giorni) denuncia un disagio comune a tutti — il diffondersi della droga e della delinquenza — ma tende soprattutto a ricreare un rapporto umano che pareva dimenticato. Mhri C Margherita Cuatto

Persone citate: Bonino, Bonsignore, De Maria, Giorgio Vitari, Giuseppe De Maria, Magnani Noya, Margherita Cuatto, Maria Cristina, Novelli

Luoghi citati: Salerno