Geni nati all'ombra del Talmud
Geni nati all'ombra del Talmud Geni nati all'ombra del Talmud Si è concluso il convegno intemazionale su «Ebraismo e cultura del '900» - Ciò che gli eredi della diaspora hanno dato alla scienza e all'arte Tanti ebrei hanno raggiunto vette elevate nel campo della scienza, dell'arte e della conoscenza perché hanno saputo mantenere la loro specificità ebraica, coniugandola e rielaborandola con la cultura dei Paesi che li ospitavano. E il mondo occidentale non sarebbe oggi quel che è se non foss» stato plasmato dal pensiero degli eredi della diaspora. Ha sortito questa conclusione di fondo, il convegno internazionale su "Ebraismo e cultura europea del '900- che ha visto riuniti, in due giorni di dibattito al Centro incontri Crt, circa 500 partecipanti, su invito dell'Istituto di studi storici Gaetano Salvemini e del Gruppo di studi ebraici. Voluto, prima della tragica fine, da Primo Levi e organizzato dall'attiva comunità ebraica torinese, il seminario ha richiamato una quindicina fra i massimi esperti di quel mondo che ha dato all'umanità figure come Einstein e Freud, Marx e Kafka. Adorno e Spinoza, Svevo e Proust, oltre a una rilevante percentuale di Premi Nobel. Scienziati, filosofi, poeti, musicisti, psicanalisti, memori dell'antica eredità culturale talmudica e angosciati da un dilemma: la scelta fra la fedeltà agli avi e il desiderio d'integrarsi con il mondo circostante. Chiamato a formulare un'ipotesi del perché tanti geni d'origine ebraica sono cresciuti e hanno alimentato il mondo occidentale nell'Otto-Novecento, il fisico Tullio Regge ha fornito questa spiegazione: -L'intensa concentrazione intellettuale, necessaria per lo studio del Talmud, si è rivelata una carta vincente nella ricerca scientifica-. Sono destinate a continuare le straordinarie energie creative sprigionate da questo piccolo popolo tanto perseguitato e in parte sterminato? Regge ha espresso dubbi: «/I fenomeno, a mìo parere, è in via di lento esaurimento perché sono entrati in scena altri grippi etnici e culturali in rapida ascesa, dotati di forte competitività-. Tra tanti specialisti che hanno arricchito 11 dibattito con il loro patrimonio di ricerche e studi specifici (dallo psicanalista David Meghnagi, al musicologo Enrico Fubini, allo storico Pier Cesare Borì, al saggista parigino Claude Riveline), ha attirato l'attenzione l'Insolita presenza di un'intera classe del Liceo classico d'Azeglio, la terza F. Un'esperienza che 1 giovani sarebbero disposti a ripetere? -SI — hanno confessato —, anche se avremmo desiderato un minor compiacimento oratorio da parte di alcuni relatori e un intento più didattico ed educativo del convegno-, g. j. p.
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