Musei, mai di domenica di Renato Rizzo

Musei, mai di domenica Viaggio nelle grandi gallerie afflitte da cronica carenza di custodi Musei, mai di domenica Esperienze e delusioni a fianco dei turisti - Alla Sabauda: aperto solo un settore su sei - Critiche all'allestimento dell'Egizio • Parzialmente bloccata l'Armeria, solo dépliant in tedesco per Palazzo Reale 'Devo avvertirvi che il museo è aperto solo in parte. Entrate ugualmente?: Questa frase, detta col tono impersonale d'un annuncio registrato alla biglietteria della Galleria Sabauda, è il « via. a un viaggio domenicale nei musei torinesi: il primo ^purtroppo» che i turisti, scesi pochi minuti prima dai pullman in piazza Castello per una "total immersion» nella Torino dell'arte, sono costretti a inserire nella loro giornata. Questa citta che, almeno nelle intenzioni, vuole rompere un isolamento diventato ormai luogo comune e proporsi come meta d'un turismo qualificato, mostra, specie nei giorni festivi, quanto sia frustrata la sua ambizione: ai grandi musei chiusi per restauri si aggiungono quelli o azzoppati da aperture parziali o resi poco appetibili da allestimenti superati. Difficile individuare colpe o suggerire provvedimenti. Resta, comunque, una constatazione di tristezza: le grandi raccolte d'arte del capoluogo subalpino sono imprigionate in vetrine o buie o polverose. Seguiamo, passo passo, il 'turista- in questo itinerario che parte dal cuore della città. Eccoci alla Galleria Sabauda, la più importante pinacoteca piemontese. Nonostante l'avvertimento dell'usciere predisponga a rassegnazione, l'impatto con il primo «quadro» è choccante. E' l'elenco dei settori in cui è articolata la Galleria e recita testuale: "Collesione del Principe Eugenio: chiuso. Fiamminghi: chiuso. Artisti Piemontesi: chiuso. Collezione Guatino: chiuso. Artisti Italiani I: aperto: Artisti Italiani II: chiuso-. • Avanti, allora, nell'unica sezione consentita: un gruppo di sale dove campeggiano opere del Pollaiolo, del Beato Angelico, ^jde^.Bp.tJicjlli^ del BelìinCbeueda riempire gli occhi. E ce. anche un B-, lippino Lippi che, agli occhi, fa addirittura male: le luci che lo illuminano tremolano penosamente e rendono difficile non solo gustare il dipinto, ma anche solo guardarlo. Si resta nel Palazzo dell'Accademia delle Scienze per visitare il Museo Egizio. C'è folla, ma i commenti non sono molto lusinghieri anche se tutti i settori sono aperti: «Non potevano mettere didascalie più esaurienti?-, -Tutto accatastato, poca luce-, - Con questi pezzi si potrebbe fare un museo spettacolare, invece E' vero che l'Egizio, pur tra mille difficoltà, è forse l'esposizione torinese che «sta meglio» (aperture pomeridiane, un grande progetto di risistemazione) ma il suo allestimento ha un sapore datato che valorizza poco i pezzi e non cattura l'interesse. E si arriva a un'altra tappa obbligata per il turista in cerca d'arte e storia: l'Armeria Reale riaperta l'il dicembre '87 dopo quattro anni di black out. Ad accoglierci una notizia cattiva e due buone. La prima: "Non si può vedere la Sala del Medagliere con le collezioni d'armi orientali-. Le seconde: «Sie¬ te fortunati: intanto perché questa è una delle due domeniche del mese in cui la mostra non è chiusa del tutto. E poi perché oggi, a differenza di altri giorni festivi, almeno potete visitare la Galleria BeaumonU. Abbiamo domandato al direttore, dott. Paolo Venturoli, il perché di questi blocchi: «La spiegazione è quella di sempre: mancanza di personale. Con 23 custodi, tra turni, permessi, ferie e malattie non si può fare di più. La nostra richiesta al ministero di portare l'organico a 40 per tenere aperto anche al pomeriggio non ha avuto seguito-. E perché la chiusura a domeniche alterne, proprio nei giorni in cui l'affluenza è maggiore? Venturoli: •Perché alla carenza di personale si somma il fatto che, per accordi sindacali, i custodi hanno diritto a riposare 2 festività su 4». Poche centinaia di metri, ancora un gioiello di storia sabauda: Palazzo Reale. I giardini sono «off-limits» dal 19 dicembre '87, ma si possono visitare gli straordinari appartamenti. Gli addetti alla biglietteria stabiliscono gruppi di 15 persone in base all'ora d'acquisto dei tagliandi. Si attende il proprio turno nel cortile fra cartacce e foglie secche. E, aspettando, si dà un'occhiata all'unico dépliant disponibile: belle foto, probabilmente anche un testo esauriente. "Probabilmente-, visto che è scrìtto in tedesco. Una lacuna che il custode, accompagnando il gruppo mezz'ora più tardi, colmerà con spiegazioni e riferimenti storici, anche arguti, ad ogni sala. Si torna in piazza Castello e 11 turista deve spuntare dal suo carnet il Museo d'Arte Antica di Palazzo Madama: bloccato per restauri. L'invito è a ritornare, se tutto procederà nel migliore dei modi, tra un paio d'anni. Un rammarico: annunciando il blocco dell'edificio era stato promesso che 1 pezzi più prestigiosi della collezione sarebbero stati prontamente esposti alla Sabauda. Era il 22 gennaio, il trasferimento non è ancora avvenuto. Nella città che ha dato il via all'unità nazionale, sosta inevitabile al Museo del Risorgimento. Passa attraverso queste sale ricche e curate una rivalutazione dell'immagine turistico-culturale del capoluogo subalpino cui danno ulteriore respiro il Museo d'Artiglierìa, quello di Pietro Micca, quello della Montagna, la Palazzina di Caccia di Stupinigi e, sotto il versante della «nuova storia» del Piemonte, il Museo dell'Automobile, Ma basta tutto questo per far dimenticare i vuoti e le ferite che colpiscono le grandi istituzioni dello scenario culturale di Torino? Renato Rizzo

Persone citate: Lippi, Paolo Venturoli, Passa, Pietro Micca, Venturoli

Luoghi citati: Piemonte, Torino