Gaspari protesta: «Non c'è più una lira»

Gaspari protesta: «Non c'è più una lira» Il ministero della Protezione civile ha esaurito i fondi per gli interventi d'emergenza Gaspari protesta: «Non c'è più una lira» ROMA — La Protezione civile non ha più soldi per fronteggiare le richieste d'aiuto che arrivano a centinaia da Comuni di tutt'Italia minacciati da frane, smottamenti, falde acquifere inquinate. E non esiste neppure una legge che indichi al suoi responsabili quali devono essere considerati intei-venti straordinari indispensabili. La denuncia viene dal ministro Remo Gaspari, erede, in un primo tempo contestato, di Zamberletti. L'emergenza Valtellina oggi è finita, o quasi. Eventi altrettanto drammatici per fortuna non se ne sono più verificati. Ma sulle Inesistenti strutture del ministero istituito nel 1981 da un decreto della Presidenza del Consiglio, continua a riversarsi uno stillicidio di domande «urgenti», quasi che la Protezione civile fosse una sorta di Pronto soccorso al quale si può rivolgere chiunque si trovi in una situazione giudicata d'emergenza, dal Comune piccolo o grande al singolo cittadino. .Ma lo sa che la gente scrive a noi anche quando l'evento calamitoso è rappresentato da un drogato o quando c'è una donna che viene malmenata dal marito?.. Cjice Gaspari nel suo studio di via Ulpiano, a ridosso del Palazzaccio. Casi paradossali naturalmente, ma sintomatici di una comune percezione del ministero «del salvataggio». Continua Gaspari: .11 fatto è che negli anni scorsi abbiamo abituato Comuni e Regioni a rivolgersi a noi quando accadono eventi di carattere eccezionale e le richieste aumentano. Recen¬ temente sono venuti dal Comune di Terni, rimasto praticamente senz'acqua per l'inquinamento ckimico di una falda. Anche Ferrara ha avuto un problema simile, dovuto allo spostamento di una macchia oleosa sul Po*. •In Valpadana — aggiunge il ministro — l'inquinamento tocca zone così estese che col tempo si dovrà pensare di ricorrere ad acquedotti provenienti direttamente dalle Alpi. Ormai però dobbiamo dire di no a tutti: i fondi che avevamo a disposizione sono finiti. A Tagliatolo sono state sfollate 200 famiglie: ma neppure li siamo potuti intervenire, né con l'assistenza né per fermare il costone che frana*. La Protezione civile è al verde, non ha più una lira. E se giungesse un terremo¬ to, se questo inverno tardivo portasse abbondanti, catastrofiche piogge? Qui il ministro diventa rassicurante: *Il nostro apparato operativo scatta automaticamente alla sola ipotesi di allarme. Il denaro in questi casi è un fatto successivo. Arriva con un decreto legge apposito*. E' state cosi nel passato, fino alla Valtellina, operazione costata 810 miliardi. Il problema sta dunque nei «piccoli eventi», ma anche nei limiti di quelli grandi: gli aluti senza fine al terremotati sono sotto gli occhi di tutti. Il problema sta, infine, nei modi di finanzia; mento del ministero, avvenuto finora attraverso leggi speciali, anche senza urgenze particolari. Adesso Gaspari chiede al ministro del Tesoro Amato almeno 500 miliardi per il 1988: un terzo di quelli spesi negli ultimi due anni. Chiede, soprattutto, di mettere ordine nella materia con due legr 'a prima che dia una str >-s fi un bilancio al minist' la secoi ia che ne definisca i compiti, stabilendo i confini dèi suoi interventi. A che punto è l'or" azione Valtellina? .Abbiamo risolto quella che chiamiamo l'urgenza estrema. Ci resta da provvedere alla sicurezza, per evitare che si ripesino casi del genere*. Gasran è convinto che si tran Ji un compito del suo ministero. .11 rischio è ravvicinalo. Questa è l'eccesionalità db' la situazione: se non si interviene subito fra qualche mese potremmo trovarci di fronte ad un nuovo lago nella Valle Pala*. Maria Grazia Brazione

Persone citate: Casi, Gaspari, Maria Grazia, Remo Gaspari, Tesoro Amato, Zamberletti

Luoghi citati: Comune Di Terni, Ferrara, Italia, Roma, Tagliatolo