Le nostalgie del pci di Giovanni Trovati

Le nostalgie del pci Il partito, il sindacato e la classe operaia Le nostalgie del pci Anche se la classe operaia ha avuto i suoi nostalgici applausi, la conferenza comunista, che si è conclusa domenica a Roma, di fatto ha dichiarato la sua morte: alla classe operaia, un tempo considerata «coscienza degli interessi generali della popolazione» secondo il verbo leninista, si sostituisce la classe dei lavoratori. In essa si identifica il pei, che annuncia di voler entrare direttamente in fabbrica, negli uffici, nella scuola, avendo constatato che la delega alla Cgil oggi rende poco in termini di consensi. Ricordiamo che la prima reazione della segreteria comunista alla sconfitta del 14 giugno fu un'accusa alla confederazione di non aver convogliato al partito in misura sufficiente i voti dei lavoratori. E il primo commento dell' lini tà al successo di affluenza alle elezioni nelle carrozzerie di Mirafiori e stata un'attestazione di riconoscenza al «paziente sforzo dei comunisti di ricostituire il tesfuto unitario». Il partito vuol aprire sezioni proprie accanto alle sezioni sindacali. Non è una novità: accade quando è insoddisfatto della Cgil. Sezioni politiche in tutti i posti di lavoro già aveva chiesto nel '77 Amendola per contrastare quella «ondata pansindacalista» che portava le confederazioni a far politica, invadendo il terreno dei partiti. Da tempo la «cinghia» tra pei e Cgil non trasmette bene. Lo si è visto nel referendum sulla scala mobile, che il pei ha sostenuto men¬ tre la Cgil, divisa, si trascinava dietro stancamente. E, prima ancora, durante i 35 giorni del blocco alla Fiat, quando l'ostinazione di Berlinguer fu mal appoggiata da una Cgil poco convinta. Il pei ritiene che la «cinghia» funzionerebbe meglio se i vertici .della Cgil fossero del tutto o quasi in mano ai comunisti. Sospinto dai risultati delle recenti elezioni a Mirafiori, dove la quasi totalità degli eletti nelle liste Fiom sono comunisti, propone di sciogliere le componenti della Cgil, per legare la spartizione dei posti direttivi al reale rapporto di forze. In tal modo confida che sarebbe di molto ridotta la rappresentanza socialista di ubbidienza craxiana, e inciderebbe poco o nulla la sua virulenza. Una Cgil di stretta osservanza comunista sarebbe più ubbidiente, in specie dopo che è stata privata di una segreteria carismatica, quindi più autonoma, quale poteva essere quella di Lama. Ma ci sono altre considerazioni che spingono il pei a allargare l'interesse, diciamo pure il richiamo, oltre la sfera d'influenza della Cgil: aumentano le zone extrasindacali, quelle dove si vanno affermando gli autonomi, i Cobas o dove predominano gli indifferenti. La conferenza romana non si è curata del fatto che certe sue affermazioni suonassero contraddittorie, rivendicando ad esempio la centralità del lavoro e difendendo nello stesso tempo la libertà dal lavoro. Se il lavo¬ ro viene posto al centro della politica comunista è perché gli si attribuisce un valore sociale — non semplice scambio tra prestazione e stipendio, ma momento della personalità — e appare strano allora che si voglia liberare l'uomo da uh valore. In realtà la conferenza, pur di raggiungere tutti i malcontenti, non ha resistito alle tentazioni demagogiche, e ha cercato di far breccia con l'annuncio di una battaglia prossima per le 35 ore (e insieme per aumenti di stipendio) in preparazione di una battaglia futura per le 30 ore. Ha un senso parlare di 30 ore tra 10-15 anni, quando non sappiamo immaginarci quale sarà l'evoluzione del lavoro? Se un orario troppo lungo costituisce uno sfruttamento che conduce all'alienazione, sotto un certo limite c'è un rischio di disaffezione che può portare al disadattamento. Dopo gli applausi dei comunisti e i distinguo della Cisl e della Uil, attendiamo di vedere quale ripercussione avrà nella Cgil la proposta di sciogliere le sue componenti. O sarà accantonata, e tra partito e sindacato aumenterà la frizione, o sarà attuata e allora crescerà la divaricazione dei due binari sui quali cammina ora la confederazione. In ogni caso i contrasti si ripercuoteranno nei rapporti tra pei e psi, e non favoriranno l'alternativa in cui Natta dice di credere.. Giovanni Trovati

Persone citate: Amendola, Berlinguer, Lama, Natta

Luoghi citati: Roma