Chiostro dei filosofi di Carlo Carena

Chiostro dei filosofi IL MEDIOEVO DI GILSON Chiostro dei filosofi A dieci anni dalla morte si ritorna a tradurre Etienne Gilson. L'editrice Jaka Book ha pubblicato in pochi mesi due. delle opere più note dello studioso francese, e si annuncia una sua importante biografia. Gli specialisti non hanno mai perso di vista per la loro parte i contributi di Gilson né dimenticato la sua lezione, che anzi in alcuni punti fondamentali ha assunto col tempo i contorni di una ferma acquisizione. Ma in queste riproposte è anche un preciso momento storico che si risveglia. I grandi fantasmi del cattolicesimo francese tra le due guerre e del: l'immediato dopoguerra riprendono forma intorno al patriarca della filosofia medievale. \ 11 sistema gilsoniano di essenza ed esistenza non hacerto avuto la risonanza e la forza d'urto dell'esistenzialismo di Gabriel Marcel, ma nella tematica e fin nella terminologia ne risente da vicino; a Maritain, Gilson era legato da un'affinità almeno stretta quanto la vicinanza dei loto seggi all'Académie. E non sembra forse di entrare in un romanzo di Bernanos quando si legge che un sacerdote in vacanza nel villaggio di Vetmonton sperduto tta i colli della Borgogna, vedendo un solo parrocchiano assistere alla messa mattutina e ritirarsi dalla chiesa subito dopo il ringraziamento, domando chi fosse e seppe ch'era Gilson, là nel suo eremo, da cui era difficile snidarlo? Il suo posto in questa vicenda culturale dai contorni favolosi fu soprattutto quello dello storico, e sia pure di uno storico assai dottrinale. Gilson raccolse il pensiero medievale da mani soprattutto ecclesiastiche, e nelle proprie di laico lo trasformò. Se ncHncgriosl e htìprtstionò ^uasi jjct caso. Studiando''da" vati che per capire ti.suo" aù-' tote doveva proiettarsi nella Scolastica, ov'erano le fonti del fondatore della filosofia moderna. Da allora, nello scavo inesausto della sua prestigiosa carriera alla Sorbona, al Collège de France, in Canada, negli Stati Uniti, e nella tilettura fatta tutta da capo, come se nessuno avesse mai rimosso prima di lui i grandi in folio degli Scolastici, gli si rivelò, ed egli rivelò a noi, un orizzonte insospettato. Gilson spiegò come fosse da respingete per falsa la concezione accreditata da Victot Cousin con la formula di ««»<* notte intellettuale che sopraggiunge per estinzione della luce greca», si che tra i Greci e Descartes «non c'è più nulla». Gilson si chiedeva all'opposto, con altrettanta efficacia d'argomento, non di metafora, se si potesse petsistere nell'affermazione che il Me dioevo è caratterizzato dalla sottomissione servile ad Aristotele, e contemporaneamente dalla sua opposizione al mondo antico. Per capire l'uomo e fondare la sua morale, il Medioevo ebbe bisogno di consultare la classicità; la frattura fra morale greca e moderna non è opera sua: se mai, della Riforma. Ma poi, direbbe Gilson, si può parlare di ere nella vicenda umana? Su questa rinnovata visione, che pur ha per noi oggi il limite di aver astratto, nella successione di idee da idee, il pensiero dalla realtà storica sociale facendone un processo supremo e fin troppo autonomo, si delineatono meno confusamente, meno ottenebrate le grandi figure dei secoli di mezzo. La teologia mistica di San Bernardo, uno dei due volumi ora tradotti in italiano, è del '34; l'avevano preceduto Agostino, Tommaso, Bonaventura, e lo seguirà, nel '39, Dante, presentato nell'altro volume, Dante e la filosofìa, come un pensatore autonomo e originale, da studiare come tale se si vuol comprendere appieno la sua stessa poesia. Intorno a questi nomi Gilson ricostruisce una vera filosofìa cristiana, in cui avverte molti motivi che il Rinascimento non scoprirà ma di cui cam bicrà soltanto la prospettiva. Il cupo Betnatdo, dal viso scarno sotto i capelli fulvi td thè sembravano riverberarsi nelle guance infuocate dagli ardori deW anima», rivela tutte le eleganze del suo spirito e ricomincia a parlare dal fondo del suo umanesimo e delle sue " ricercate qualità letterarie; si presenta non più come un semplice e modesto scrittore devoto, ma come un genio che lasciò la speculazione solo per studiare l'essere umano, e un ecclesiastico a cui i dogmi non impedivano, come non impedirono a Dante, di scrivere bene. * * Bernardo aveva rinunciato alla cultura classica troppo tardi, per disfarsene del tutto. Fta le abbazie, nelle cui cantine Etienne Gilson si congregava con gli altri Chevaliers du' Tasté-Vin, e le cui mura sono nude ma non senza stile,.Bernardo elaborò un'antropologia positiva, dove il corpo ha un suo valore, e sviuppò una teotia dell'amore basilare nella sua mistica partendo dal De amicitia di Ciccione. Con Bernardo entrano in convento poeti e filosofi pagani e si spingono nel cuore stesso della mistica. Contemporaneamente la teoria ciceroniana dell'amicizia quale legame di affinità, disinteressato, nobile, virtuoso, gratificante di per se stesso, confluisce nella concezione cortese dell'amore e nella poesia trova dorica. Gilson sceglie, nel presentate questi due frutti raffinati della cultura medievale, piuttosto il parallelismo che la comunicazione; ma mostra come una ticca speculazione teologica sull'amore preceda e accompagni la nascita della letteratura cortese; come l'a more mistico sia anch'esso fondamentale nell'evoluzione della problematica del senti mento in quella fase, capace 'di.gcttajyj ufóliicc non me-, ho potènte di, Andrea CappelÌanD_ie..dChrctfcntdc Troyes»' Questa è una mistica feconda di idee. E' di qui che Gilson passò con naturalezza al suo libro più noto: Eloisa e Abelardo, uscito nel '37, tradotto da Einaudi nel '50, e già perfetta mente anticipato in una delle appendici che chiùdono il volume su San Bernardo. L'umanesimo medievale è pet Gilson l'indispensabile premessa non solo alle idee ma anche alle passioni dei due amanti, alla loro libertà, al l'individualismo, alla compii cazione e introspezione psicologica, alla fisicità. Allora, in quel fervore creativo del pensiero e dell'arte; nella carica sentimentale di mistici e innamorati; nel naturalismo vigoroso, vero, delle sculture e delle vetrate romaniche; nel trapianto naturale del .pensiero greco in terra cristiana ad opera di autentici geni, Gilson vide l'espressione suprema dell'ami chità. Dopo per lui Tanti chità stessa non sarà più che «un puro evento storico». Carlo Carena

Luoghi citati: Canada, Stati Uniti