A Parigi è di moda l'opa

A Parigi è di moda l'opa In Francia divampa la febbre della «caccia alle società» A Parigi è di moda l'opa Nel mirino dei «ntiders» nomi illustri e sconosciuti - Spinta alla Borsa dopo il crack di ottobre - Ma c'è chi teme per la stabilità delle imprese DAL NOSTRO INVIATO Parigi — «Follia di mezzo Inverno*: cosi chiama VEconomist la febbre da opa che sta contagiando Parigi, dove sia Télémécanique sia Bénédictine sono in questo momento sotto il fuoco di offerte contrapposte. Pramatome contro Schneider per la prima, Martini & Rossi contro Rémy Martin per la seconda. Senza contare l'opa su Sgb, ormai popolarissima, che appassiona é divide Belgio e Francia. Se la piazza fosse Londra, 1 bookmakérs sarebbero assediati dalle scommesse. E' una febbre che tutti salutano con entusiasmo, dal momento che ha contribuito in modo determinante a correggere una parte del crollo di ottobre. Dice Francois Homolle, direttore generale delegato di Paribas: -Le opa sono state certamente un fattore di rilancio importante, anche se era vero che i livelli del mercato erano troppo bassi' e il presidente della Borsa di Parigi, Xavier Dupont, è d'accordo con questa diagnosi. Aggiunge Therry Marraud, direttore finanziario di Saint Gobain, il colosso francese del vetro, primo nel settore in Europa: «In teoria si è contrari ai raiders. Ma ci sono dei momenti di riatutturazione industriale nei quali le opa obbediscono a vere necessità, e sono importanti per lo sviluppo delle società: E' il caso di Certaln Teed, società americana controllata da Saint Gobain al 57% dal 1976, e sulla quale il gruppo francese ha recentemente lanciato un'offerta di acquisto per un impegno pari a 1,8 miliardi di franchi. Scopo? Spiega Marraud: -Essere liberi di farne la capofila per le prossime acquisizioni siti mercato statunitense »• Ma vista alla rovescia la febbre da scalata preoccupa: fatti pochi conM, la Francia ha scoperto di avere una grande quantità di società «opéables». E qualcuno è già corso ai ripari, come la stessa Saint Gobain che, proprio lo stesso giorno in cui lanciava l'operazione Certaln Teed, ha firmato un complesso accordo con la Compagnie Generale des Eaux che, attraverso un disimpegno dalle sue attività nel settore dei lavori pubblici, le consentirà di rafforzare il nocciolo duro del suo azionariato. Alla fine di vari scorpori e passaggi di pac¬ chetti, Generale des Eaux alzerà la sua partecipazione in Saint Gobain dall'attuale 4% al 9%, mentre Saint Gobain porterà la quota in Cge dall'8,3 al 9%. Un modo per rendere più stabile il controllo di Saint Gobain, privatizzata nel gennaio dello scorso anno dopo cinque anni di regime statale che l'avevano ibernata, rischiando di comprometterne lo sviluppo. Perché non c'è dubbio che 11 modello Balladur delle privatizzazioni abbia portato ad un tipo di azionariato fragile. Osserva Jacques Letertre, presidènte di Duraenil Leblé, la banca d'affari che ha nella Cerus di Carlo De Benedetti il suo azionista di riferimento: «7 noccioli duri delle grandi privatizsazioni sono stati troppo spezzettati. Per una stabilità è necessario avere almeno un azionista al 10-15%. Sole così si creano posizioni di responsabilità, e solo così il management può lavorare tranquillo. Perché un azionista all'1-2% non si può considerare stabile. E' chiaro che entra principalmente, con l'ottica di ricavare benefici finanziari: A qualcosa di simile sta- rebbe pensando anche Suez, l'ultima delle privatizzate, che potrebbe approfittare dell'aumento di capitale necessario a far fronte all'impegno in Belgio, per studiare un meccanismo che consenta di acquistare azionisti di riferimento. E si parla già di un candidato per questa posizione: le Assurances Générales de Prence, che Balladur non ha voluto entrassero a far parte del nocciolo duro di Suez, ma che nel frattempo avrebbero rastrellato già oltre il 5% sul mercato e, con l'operazione sul capitale, potrebbero diventare il più forte partner della banca. La febbre da opa, insomma, ha già messo in crisi certe scelte fatte per le grandi privatizzazioni Dopo il crack di ottobre, esse avevano già mostrato alcune crepe: una parte del vasto azionariato popolare si era infatti dissolta, contribuendo al ribasso « al progetti di scalata.. Anche se non tutti i casi sono stati uguali: 11 crollo aveva infatti penalizzato soprattutto l'ultima operazione, quella di Suez, le precedenti avevano retto meglio. Paribas stima di aver conservato a tutt'oggi 2,6 milioni dei 3,8 milioni di sottoscrittori del gennaio 1987; Saint Gobain afferma di aver perduto in uh anno 400 mila piccoli azionisti sull'originario milione e seicentomila. Messo sotto accusa, lo stesso ministro delle Finanze e artefice delle privatizzazioni, Edoiiard Balladur, ha recentemente promesso (do¬ po avere per il momento congelato operazióni già programmate come quella di Matra) di modificare, se Chine vincerà e lui quindi tornerà al governo, 1 meccanismi delle privatizzazioni, E quésto, mentre 11 malumore sta contagiando non solo 1 vertici delle aziende scalabili, ma addirittura i dipendenti delle società oggetto di opa: pochi giorni or sono dirigenti e lavoratori di Télémécanique hanno fatto uno sciopero, il primo dei 65 anni di vita del gruppo, per protestare contro 11 tentativo di scalata di Schneider: infatti loro tifano per Framàtòme. In realtà, difficilmente la legge sull'opa 'subirà modificazioni importanti. Parigi ha appena rivoluzionato la sua Borsa, ha aperto le società di agenti di cambio alle banche e, nonostante l'ottobre nero, sta vivendo una febbrile ascensione verso le dimensioni di piazza finanziaria internazionale, in barba ai cugini inglesi Una rivoluzione che per la Borsa ha significato saltare d'un tratto 150 anni di storia. Sembra impossibile che possa frenare di colpo. Valerla Sacchi Parigi. Si festeggia la nuova Borsa telematica