Confronto con Manca e Agnes sul futuro della Rai a Torino

Confronto con Manca e Agnes sul futuro della Rai a Torino Lunedì rincontro in municipio con il sindaco e i parlamentari Confronto con Manca e Agnes sul futuro della Rai a Torino No della Regione al declassamento • «Impegni reali per Centro di produzione, Orchestra e coro» La Rai considera il Piemonte e Torino, dove l'ente è nato, una trascurabile periferia? Se ne parlerà lunedi in un incontro tra 1 massimi responsabili nazionali, Enrico Manca e Biagio Agnes, e la commissióne che deve tutelare 1 diritti di città e regione ' (1 presidenti della giunta regionale Beltrami, e del Consiglio, VlgUone, il sindaco Maria Magnani Noya, i parlamentari Gianotti, La Opnga e Bodrato, il capogruppo de in Comune, Pizzetti). L'incontro, più volte sollecitato, avverrà alle 11,30, in Municipio. E" l'ora della verità dopo un lungo scambio di lettere, di promesse, di voci preoccupanti e forse molto vicine al vero, che assegnano alla Rai di Torino un ruolo di serie inferiore per quanto concerne la produzione televisiva, gli organici, la gestione di importanti settori amministrativi SI parla di trasferire la Sipra (la società pubblicitaria) da Torino a Milano, si dice che al massimo Torino potrà produrre situationcomedy, commedie musicali, operette, programmi educativi e di musica classica: è quanto si legge nel «rapporto Agnes». Questo risponderebbe al cosiddetto piano di ristrutturazione. Non a caso Beltrami e VIglione hanno colto (anche da un documento inviato da Enrico Manca) ciò che non è detto esplicitamente, ma che si può leggere tra le righe. E cioè: che nonostante la Regione abbia dato parecchio in termini di collaborazione poco ha ricevuto in.cambio. In un decennio il declassamento delia sede Rai di Torino è diventato palpabile sia in termini di riduzione di personale che di competenze. Sono calati gli addetti al centro amministrativo di via Cernala e non stanno meglio gli organici del. centro ricerche di corso Giambone nè quelli delia sede di via Verdi. Il Piemonte dà all'ente il secondo «portafoglio» per introiti d'abbonaménti e in cambio riceve una tasso ancora basso di segnali sul territorio. Spiega Vigllone: «La ricezione delle reti 1 e 2, le più diffuse, è fortemente degradata mentre intere zone non ricevono la terza rete». E questo avviene nonostante la terza rete abbia avuto a Torino una buona gestione è un ottimo rapporto con le. istituzioni. Proprio la lettera di Manca ha suscitato perplessità negli amministratori. Rilevano Beltrami- e Vigllone : non. esistono impegni. reali di potenziare il centro di produzione di Torino (•che sta lavorando molto al di sotto delle proprie capacità»). Per l'Orchestra sinfonica e il coro, superate gli iniziali timori della loro soppressione si ha tuttavia l'impressione che la loro sopravvivenza (costo annuo da 7 a 10 miliardi) sia delegata ad uno sforzo organizzativo di sponsorizzazioni pubbliche e private. Acora Vigllone: «.Resto preoccupante la risposta sulle prospettive produttive: al potenziamento dell'informazione locale corrisponde la abolizione della produzione radiotelevisiva regionale. La composizione e i compiti delie strutture di programmazione delle Sedi con il centro di produzione none stata definita», n problema dunque non è tanto quello di mantenere l'esistente (che è già un passo avanti) quanto di potenziare una sede «storica» e attiva. Le prospettive però sono piuttosto nebulose: infatti sia Vigllone che Beltrami rilevano che. «non è facile apprezzare l'attenzione della Rai per la sua presenza in Piemonte quando continua il lento e inesorabile i.-asferimento dalla sede di via Cernala a Roma di competenze e uffici dei supporti centrali. In sostanza non c'è volontà dalla sede centrale dipotenr alare alcunché mentre potenziamenti sono avvenuti nelle sedi del Lazio e della Lombardia». A esemplo, il centro di produzione di Roma è quasi raddoppiato con l'acquisto degli studi della Dear Film; 1 dirigenti della sede romana sono passati da 26 a 37 e quelli della sede lombarda da 18 a 28. Da qui una considerazione che sarà posta ài dirigenti nazionali dell'ente radiotelevisivo: •Davvero non volete penalizzare il polo torinese? Allora una Rai piemontese che abbia le dimensioni di quella lombarda di qualche mese fa sarebbe già un primo segno per dimostrare che non si sta mettendo in atto un ulteriore ridimensionamento della sede diTorino». Pier Paolo Benedetto