Pronta la delibera per ricostruire il Palazzo degli Stemmi

Dalle macerie nasce un museo Pronta la delibera per ricostruire il Palazzo degli Stemmi Dalle macerie nasce un museo Lo storico edifìcio di via Po, crollato il 2 giugno '84 durante i lavori di ristrutturazione, potrebbe tornare al suo splendore entro il giugno '90 - Ospiterà Museo del cinema e sale di lettura dell'ex Opera Universitaria - Costo globale dell'operazione, prima e dopo il disastro: 16 miliardi Solo nel sesto anniversario del crollo, cioè nel giugno del 1990, e dopo una spesa totale, dall'inizio dell'operazione, di 15.932 milioni, 1 torinesi potranno — salvo nuovi Intoppi— rivedere ricostruito l'antico Palazzo degli Stemmi di via Po. L'edificio rovinò il 2 giugno. 1984 sotto il peso di una ristrutturazione discutibile, condotta dal Comune all'insegna della trattativa privata e con procedure ora al vaglio del giudici. E da allora, al suo posto, in una delle più storiche vie di Torino, è nato uno del tanti «eterni cantieri» della città. L'assessore ai Lavori Pubblici, Porcellana, fa i conti sul calendario: «Lunedi la delibera per la riattivazione del palazzo andrà in Consiglio, entro fine mòrso al Corteo, e a fine aprile cominceranno le pratiche per il mutuo alla Cassa depositi e prestiti. A giugno ci sarà l'appalto e a settembre consegneremo i lavori. Da quel momento occorreranno 20 mesi perché l'edificio possa diventare, nel blocco sulla via Po, sede del Museo del Cinema e di mostre temporanee dell'assessorato alla Cultura, e la manica sulla ' via Montebello, residuo dell'antico Ospedale di Carità, sia data all'ex Opera Universitaria per sale di studio». Facciamo un po' di conti su quanto si è fatto, e si deve ancora fare, sui ruderi trovati nell'estate '85 dall'attuale amministrazione.' Un mucchio di macerie che era già costato — fra opere precedenti e successive al crollo — la rispettabile cifra di 6547 milioni. Di questi, ben 3721 se ne sono andati in steccati, ponteggi, demolizioni e consolidamenti che hanno dato origine a polemiche per l'uso disinvolto delle delibere d'urgenza e per l'affidamento a ditte non sempre a norma. Per la struttura d'acciaio, che ora sostiene la facciata monumentale, fa da supporto alla ricostruzione architettonica dei volumi interni e «cuce» 1 due monconi superstiti dell'edificio (lungo in totale 130 metri), si sono spesi 1704 milioni. Altri 1281 serviranno per la ricomposizione interna di questa «gabbia.: muri verso il cortile ed 1 portici, volte di copertura, consolidamenti, ricostruzione delle scale, ripristino della facciata. Per realizzare quanto deciso dal Consiglio comunale, dopo la scelta della destinazione d'uso del palazzo (con progetto dei professori Cesare Castiglia, Antonio Migliacci, Giulio Pizzetti e dell'arch. Claudio Daprà), occorreranno ancora 6152 milioni, più altri 248 per gli allacciamenti ed 1 restauri degli stemmi della facciata, tutti appartenenti alle famiglie nobili torinesi che contribuirono nel '600 alla costruzione dell'originario Ospedale di Carità. •Per il momento — spiega l'assessore Porcellana — vogliamo dare assetto definitivo alle strutture murarie e alla facciata, in modo da ristabilire la circolazione sotto i portici, riattivare le attività commerciali in via Po ed insediare il custode. In Un secondo tempo procederemo alle finiture e agli impianti, considerate le esigenze di un moderno museo». L'opera di ripristino ha richiesto un particolare impegno per la difficoltà di assicurare la stabilità del complesso, spezzato dal crollo In. due corpi: per un esame della struttura e del suol eventuali movimenti, in relazione al progetto, sono state poste 15 speciali spie con lettura continua. Come verranno divisi gli spazi, in totale 4558 metri quadrati utili? Due terzi del plano terreno, tra il 31 e la via Montebello, saranno riservati a negozi, compresa l'antica farmacia i cui ambienti sono tutelati dalla Soprintendenza. Verso la via Rossini ci saranno, invece, sale per mostre temporanee dell'assessorato alla Cultura. Nell'ammezzato saranno ricavati vari locali di servizio per il personale del museo, una piccola sala per mostre, spazi per i negozi, alloggio del custode e due sedi per associazioni culturali. Ancora sale per mostre al primo plano insieme con uffici e salette per consultazione di video e film. Il Museo dei Cinema occuperà buona parte del secondo e del terzo piano, per un totale di 3000 metri quadrati, di cui quasi metà per l'esposizione permanente. Nel rispetto delle norme di prevenzione incendi, 11 Palazzo degli Stemmi potrà ospitare contemporaneamente nel corpo sulla via Po quasi 800 persone. L'ala su via Montebello, che era importante conservare nella sua struttura originale per il valore documentale dell'edificio, in origine destinato ad ospedale, sarà riservata esclusivamente a sale di lettura che potranno ospitare oltre 130 studenti. Purtroppo, proprio per la destinazione all'ex Opera Universitaria, non troverà più posto in questo edificio l'antica 'Osteria dei tre scalini», un locale che era ormai diventato storico. I gestori, cacciati dopo il crollo, si sono rivolti anche al Difensore civico, ma non c'è stato nulla da fare. Ed è un peccato. Gianni Bislo Lo «scheletro» d'acciaio che sosterrà la parete posteriore del Palazzo degli Stemmi

Persone citate: Antonio Migliacci, Cesare Castiglia, Giulio Pizzetti, Porcellana

Luoghi citati: Torino