Un grido di allarme «Attenti ai coreani» di Piero Casucci

Un grido di allarme «Attenti ai coreani» Dalla General Motors Europa Un grido di allarme «Attenti ai coreani» Hahn (VW): «Non vogliamo protezionismi» GINEVRA — Dobbiamo temere di più 1 giapponesi o 1 sudcoreani? Cambia il luogo di provenienza ma non 11 tipo di minaccia che, anzi, si Ingigantisce. Parlando al Salone di Ginevra il presidente della General Motors Europa, Jack Smith, ha lanciato un nuovo grido d'allarme: l'Industria di Seul ha prodotto lo scorso anno circa un milione di automobili. Con una serie di investimenti in corso, ne produrrà due milioni entro i primi anni della prossima decade. E sin qui nulla di male. Il fatto è che, secondo le previsioni, gran parte delle unità costruite nella Corea del Sud finiranno In Europa (Smith ha usato l'espressione «dilagheranno in Europa*). Dovrebbe preoccuparsene, dice Smith, anzitutto la commissione Cee anche se è difficile Immaginare una chiara strategia volta a scongiurare un pericolo come questo. Sta di fatto che gli investimenti che T'industria europea prevede di fare nell'Immediato futuro corrono un grosso rischio. .Se i che Paesi emergenti, non hanno un mercato interno in grado di assorbire le auto europee di alta qualità come forma di compensazione, aumenteranno considerevolmente le loro capacità produttive su una struttura culturale e sociale completamente diversa, a pressi contro cui l'Occidente non può competere, sorge l'interrogativo se il libero mercato e il libero scambio abbiano ancora un senso*. • Jack Smith ha per altro auspicato l'istituzione di un rapporto compensativo tra Europa e Giappone. Lo scorso anno l'industria giapponese ha venduto in Europa circa un milione e 400 mila automobili Importandone meno di 90 mila. Ma il presidente della Volkswagen, Cari Hahn, respinge strategie di contenimento. Ribadendo un concetto a lui caro, ha detto di ritenere che non è attraverso sbarramenti protezionistici che l'industria automobilistica europea può difendere le sue posizioni, ma solo con la competitività. «17 protezionismo distrugge la società: D'altra parte, aggiunge, la tanto temuta liberalizzazione del mercato europeo, che si attuerà nel 1992, si giocherà in gran parte sul plano della fluttuazione del cambi. E' questa la vera Incognita, Hahn ha detto per altro di non essere d'accordo con chi ritiene che il 1988 non sarà un buon anno per quanto ri guarda il mercato automobi listlco in Europa. Le Imma' tricolazioni dei primi due mesi lo dimostrano, anche se non si potrà contare su un andamento analogo per tutto 11 resto dell'anno. Il professor Werner Nie fer, vicepresidente de) consiglio direttivo della DaimlerBenz e responsabile del settore autovetture, ha annun¬ ciato a sua volta che la «divislonaUzzazlone» della Daimler-Benz, effettuata nel 1987, è stata portata a termine con successo e con una fase di adattamento più breve del previsto: una ristrutturazione, questa, resasi necessaria dopo che il gruppo aveva acquisito In tempi recenti attività extra automobilistiche come quelle facenti capo alla Dornler (aviazione) e alla Aeg (elettronica). Quanto al programma automobilistico, Nlefer ha ribadito che la sicurezza resta il principale obiettivo della DaimlerBenz. Per la Ford Europa, come ha dichiarato il suo nuovo presidente Alex Trotman, la parola d'ordine è «qualità». La Ford Europa spenderà circa un miliardo di dollari da qui al 1992 per migliorarla incessantemente. Ma questo è un proposito comune a ciascun costruttore. Se ne parla da quando l'automobile ha fatto la sua comparsa sulla scena del mondo e se ne continua a parlare. Piero Casucci

Persone citate: Alex Trotman, Hahn, Jack Smith, Werner Nie