Shultz-Hussein, la para sfuma di Mario Ciriello

Shultz-Hussein, la pace sfuma Tre ore di incontri a Londra ma nessun passo avanti sul Medio Oriente Shultz-Hussein, la pace sfuma Sembra ormai improbabile un secondo tour del segretario di Stato nei Paesi interessati Washington non rinuncia a mediare: il suo piano, costringere tutti a prendere posizione dal nostro corrispondente LONDRA — La missione mediorientale di George Shultz si è conclusa ieri aLondra, con tre ore di colloqui tra il segretario di Stato americano e re Hussein di Giordania. Un incontrò di lunghezza eccezionale e di eccezionale Importanza: ma che non sembra aver Illuminato con promettenti schiarite la grigia scena diplomatica. Le informazioni sono anemiche ' e scoraggianti. L'ambasciata giordana segnala che le conversazioni non hanno fruttato •progressi decisivi-. Fonti americane riferiscono che «si è piii o meno al punto di prima*, che -nessuno dice si o dice no*. Pertanto, gli sforzi diplomatici di Shultz prose¬ guiranno. Un ritorno di Shultz nel Mediò Oriente sembra adesso Improbabile e poco attendibili diventano quelle notizie secondo ie quali il segretario di Stato volerebbe venerdì dal vertice Nato a Bruxelles al Cairo per Incontrarsi con esponenti palestinesi. Cosa avverrà ora? Gli americani fanno capire che 1 risultati, positivi e negativi, della missione Shultz In Medio Oriente saranno studiati a Washington: e che un «piano di pace» potrebbe anche essere reso pubblico o alla fine di marzo o in aprile, n progetto costringerebbe le varie parti a prendere posizioni più precise, ad abbandonare molte ambiguità. Allo stesso tempo, potrebbe però generare irrigidimenti insuperabili e contraccolpi pericolosi. E' possibile, anzi probabile: Notizie da Israele già «rivelano» che Washington pubblicherà il suo «grande disegno» o alla fine di marzo o all'Inizio di aprile, «costringendo coti rutti a prendere posizione*. Non basta. Altre notizie sostengono che Shultz andrebbe da Bruxelles al Cairo (vi arriverebbe venerdì) e, In quella capitale, s'incontrerebbe, finalmente, con leader palestinesi Frattanto, il ministro israeliano degli Esteri, Shiinon Peres, dichiara: -Giordania, Egitto ed lo siamo d'accordo sull'opportunità di indire una conferenza internazionale*: una disponibilità purtroppo non ancora manifestata dal premier Yitzhak Shamlr. Re Hussein ha ricevuto Shultz nella sua residenza privata a Londra, una casa di tre plani, a Kenslngton. Due, a quanto pare, erario le richieste dèi monarca giordano. Avrebbe consultato Shultz i palestinesi? Avrebbe garantito Washington la presenza degli israeliani a una conferenza e un loro futuro ritiro dalla West Bank? Allo stesso tempo, Shultz voleva sapere quanto vi fosse di vero nelle autorevoli notizie secondo cui Amman aveva cambiato idea sulla «formula» per una partecipazione palestinese all'eventuale conferenza. Non più una delegazione giordano-palestinese, ma due seggi separati, uno per Amman e uno per 1 palestinesi. Novità importante, in quanto renderebbe ancora più ardue le fatiche di Shultz. : Quasi nulla si sa sull'esito del colloqui. Gli americani ripetono che «rutti i Paesi interessati desiderano che Washington persista nei suoi sforzi*. . Washington sa che l'insurrezione nella West Bank offre una chance insperata di affrontare per la prima volta la questione palestinese con maggiori probabilità di successo: ma osserva con allarme tutti quel falchi e superfalchl che volano, minacciosi, sulla scena I falchi israeliani, i falchi dell'Olp e 1 falchi che non permettono di dimenticare la composi¬ zione della Giordania, dove i palestinesi sono oltre 11 60 per cento. Un negoziato è auspicabile e necessaria ma sarà Inevitabilmente ricco di azzardi. Tanto Shultz. che Hussein hanno fatto visita a Margaret Thatcher, il primo nel pomeriggio, il secondo per una «cena di lavoro». Hussein si è incontrato pure con l'ambasciatore sovietico a Londra, Zamyatln. Alla fine della giornata, un comunicato dà Downing Street ha reso noto: -Il premier vuole esprimere la sua ammirazione per i grandi sforzi diplomatici compiuti dal governo americano e spera che continuino, in quanto offrono le migliori speranze per la regione*. Mario Ciriello