In Normandia

L'avventura di Anselmo monaco e riformatore AOSTA: CONVEGNO SUL SANTO PROTAGONISTA DI ANNI DECISIVI PER LA CHIESA L'avventura di Anselmo monaco e riformatore AOSTA — Si è aperto ieri Il convegno europeo sulla figura di Sant'Anselmo d'Aosta. Per l'occasione l'editrice Jaca Book ha pubblicato la Vita di Sant'Anselmo di Eadmero di Canterbury e ha annunciato che dà avvio alla pubblicazione dell'opera omnia del santo, a partire dalle Epistole. Tema della manifestazione: .Originalità e attualità di un'opera e di un pensiero: Ai lavori, che si concludono oggi, partecipano anche rappresentanti delle Chiese anglicana e romana d'Inghilterra. Stamane parleranno, tra gli altri, il cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano; ti prof. Southern di Oxford; il prof. Corbtn di Parigi; i professori Mathieu di Torino e Colombo di Milano. Pubblichiamo qualche pagina della relazione .Sant'Anselmo e il suo tempo» tenuta ieri pomeriggio dal prof. Giorgio Picasso dell'Università Cattolica di Milano. Quando, nel 1059, all'età di circa ventisei anni, Anselmo, che era nato ad Aosta tra il 1033 e 11 1034, dopo un'esperienza di studente nelle scuole della Francia Settentrionale, giunse all'abbazia del Bea In Normandia, la grande opera della ritorma della Chiesa, sia-pur tra tensioni e contrasti, era in pieno sviluppò. Proprio in quel medesimo anno, infatti, 1113 aprile, il papa Niccolo n aveva radunato al Laterano un concilio, al quale presero parte oltre cento vescovi In quella occasione fu emanato il celebre decreto che riservava ai cardinali della Chiesa Romana, secondo l'ordine geràrchico, 11 diritto della elezione papale, estromettendo ogni ingerenza di laici, fosse pure quella dell'imperatore, nella elezione del vescovo di Roma. In Normandia Con questo decreto venivano accolte le idee riformatrici che 11 cardinale Umberto di Silva Candida — un monaco di Moyenmoutier stretto collaboratore del suo abate Brunone quando questi divenne papa con il nome di Leone IX — aveva energicamente difeso nel suo trattato Adversos simontacos; in esso aveva denunciato l'usurpazione di prerogative puramente ecclesiastiche perpetrate dal potere laico specialmente interferendo nelle elezioni dei vescovi, che la tradizione della Chiesa aveva Invece affidato alla libera scelta da parte del clero con il consenso del popolo. La mancata osservanza di questa norma era, nella denuncia di Umberto, la causa principale della simonia che dilagava con effetti nefasti nella Chiesa e nella società. Il decreto del 1059 sulla elezione papale non soltanto rientrava pienamente nel programma riformatore proposto dall'energico cardinale lorenese; segnava, anzi, una tappa deci¬ siva In quello che è stato ritenuto «11 nuovo corso del Papato». In una temperie caratterizzata da cosi forti tensioni all'interno della Chiesa, si colloca la scelta di Anselmo per l'abbazia del Bec. Se all'inizio fu la scelta di una scuola, quella di Lanfranco di Pavia, che vi era maestro, dopo pochi mesi divenne scelta di vita monastica. Infatti Anselmo alla scuola del Bec — come racconta 11 suo biografo Eadmero — s'era impegnato con tale zelo nello studio che la sua vita divenne slmile a quella di un asceta. (...) Entrando nella vita monastica, Anselmo non abbandonò anche quella parte della Chiesa che maggiormente si sentiva coinvolta nella riforma? Ebbene, il contrasto, o meglio 11 distacco, fu solo apparente. Scegliendo la vita monastica, egli entrò in un ambiente profondamente coinvolto nell'opera della riforma della Chiesa. All'interno dello stesso monachesimo benedettino della Normandia, la fondazione del Bec, per alcune caratteristiche, si distingue sia da Cluny come anche dagli altri monasteri della regione. Anche se il racconto agiografico di Eadmero non sottolinea questa peculiarità, è difficile che Anselmo, dopo un periodo di vita scolastica nella stessa abbazia del Bec non abbia tenuto conto di queste caratteristiche, nel momento della sua scelta monastica. Quando il cavaliere Erlulno decise all'età di 40 anni di abbandonare la corte del conte di Brlonne per seguire la vocazione monastica, di proposito non scelse una delle abbazie della regione, favorite da grandi signori, situate in località salubri, già allora abitate da comunità monastiche numerose e fervorose. Erluino con pochi compagni si stabili su una sua piccola proprietà, al di fuori delle potenti strutture feudali. Vi mancava persino l'acqua, e la povertà si accompagnò agli inizi di quella esperienza monastica. In compenso però il monastero godeva della più ampia libertà di fronte alla signoria ducale ed anche — in certo modo — di fronte all'autorità episcopale. La nuova comunità scelse come norma della propria vita la Regola di San Benedetto, divenuta dai tempi del carolingi il codice fondamentale per ogni forma di vita monastica; ma quando si trattò di affiancare alla Regola norme pratiche di osservanze liturgiche e disciplinari, Erluino e gli altri monaci del Bec si comportarono con la più ampia libertà, come appunto dimostrano le Consuetudini monastiche del Bec Se l'analisi condotta sul singoli riti liturgici — che come in ogni altra consuetudine monastica anche in questo caso occupano la parte principale — dimostra la non conformità quasi abituale con quelli di Cluny, una certa difformità appare pure in rapporto agli usi degli altri monasteri della Normandia. Nelle Consuetudini del Bec .il lavoro e lo studio vi figurano in primo piano. Il ritmo degli uffici e della vita claustrale vi appaiono meno sovraccarichi e le disposizioni meno formalistiche rispetto ai contemporanei monasteri cluniacensi; benché contrassegnata da una sicura austerità (niente riscaldamento, processioni nel chiòstro a piedi nudi), l'osservanza non arriva al rigore della riforma di Cluny. La liturgia del Bec ha un vero senso ecclesiale — si pensi alla adozione piò frequente del rito della Chiesa di Roma —, un adattamento e una relativa semplicità che la contraddistinguono nell'insieme della vita monastica del secolo XII: Il pellegrino Favorita da questo clima di Intensa spiritualità e di grande libertà, l'abbazia richiamò l'attenzione dei signori normanni e del vescovi della regione per cui, anche attraverso numerose dipendenze al di qua e al di là della Manica, svolse un ruolo assai importante nella Chiesa anglo-normanna. Va però ribadito che l'indipendenza da ogni altro potere cosi evidente nelle origini del monastero si è mantenuta anche attraverso le proprie consuetudini, ed è significativo il fatto che l'abbazia del Bec sia una delle poche nella storta monastica medioevale che ha sempre scelto i suol abati, almeno fino al 1351, tra i propri monaci. E' certo che la fisionomia spirituale di Anselmo contribuì notevolmente a consolidare questo tipo di monachesimo; egli ne è divenuto, senza dubbio, l'esponente più celebre (...). Quando Anselmo divenne, in condizioni drammatiche, arcivescovo di Canterbury nel 1093 non si Improvvisò riformatore della Chiesa di fronte allo scempio che Guglielmo il Rosso andava perpetrando ai danni delle abbazie e del vescovadi della Chiesa anglo-normanna. Come osserva il biografo Eadmero, testimone dei fatti che narra, Guglielmo .fecit ecclesiam venalem*. E per ben due volte, nel 1098 e ancora nel 1103 — questa volta di fronte alle opposizioni in apparenza più ragionevoli di Enrico I ma ugualmente pericolose per la «llbertas Ecclesiae» e per lui inaccettabili —. scelse la via dell'esilio; in entrambi i casi si portò a Roma per avere da Urbano li la prima volta e da Pasquale H nella successiva, il conforto e il consiglia Questo peregrinare dell'ormai anziano primate della Chiesa d'Inghilterra alla Sede Apostolica è forse l'Immagine che meglio ci aiuta a capire come il percorso inverso, intrapreso nell'orma! lontano 1059 dall'Italia verso la Normandia, non lo aveva allontanato dalla Chiesa e dai problemi della sua riforma: tutt'altrol Giorgio Picasso

Persone citate: Brunone, Carlo Maria Martini, Giorgio Picasso, Leone Ix, Silva