Conclave dell'insicurezza di Aldo Rizzo

Conclave dell'insicurezza Oggi il vertice della Nato a Bruxelles Conclave dell'insicurezza DAL NOSTRO INVIATO"" BRUXELLES — Conclave atlantico, (re mesi dopo il vertice Usa-Urss di Washington e tre mesi prima (verosimilmente) del quarto e ultimo incontro, a Mosca, tra Reagan e Gorbaciov. I 16 Paesi dell'Alleanza, al loro massimo livello politico (per la prima volta, dopo più di vent'anni, è presente anche il capo dello Stato francese), sono di fronte a un doppio problema: da una parte, valutare se 'e quanto si sia indebolita la posizione dell'Europa, in seguito all'accordo per lo smantellamento dei missili medi e corti, americani e sovietici; dall'altra, non deludere la nuova politica del Cremlino, così diversa da quella del passato, fissando però delle condizioni per il suo sviluppo. Due problemi intrecciati, e alla fine riassumibili in uno: che fare, di fronte a quella che Margaret Thatcher chiama {'«offensiva di Gorbaciov»'! . Tornando a Évère, appena fuori Bruxelles, dove ha sede il quartier generale della Nato, con le 16 bandiere scosse da improvvise folate di neve, riaffiorano vecchie immagini, di quando si tenne, nel 1974, allora d'estate, un altro, di questi vertici atlantici, il primo a Bruxelles. Nixon arrivò con un imponente corteo di automobili ed elicotteri, ma quello che infine usci dalla «Cadillac» blindata era un uomo semidistrutto dalla crisi del Watergate. E tuttavia anche lui stava per recarsi a Mosca,, nel disperato tentativo di un nuovo successo internazionale. A due mesi dalle dimissioni, Nixon cercava, a Evère, di rassicurare gli alleati europei circa la forza e il prestigio della «leadership» americana. Lo stesso fece un anno dopo, ancora a Bruxelles, il suo provvisorio successore, Gerald Ford; ma il quadro era ancora cambiato: si trattava, in quel caso, di parare i contraccolpi, politici e psicologici, della fuga da Saigon. La situazione, ora, è molto diversa. Non ci sono state altre ritirate americane e Reagan è sfuggito alla trappola del suo Watergate, detto Irangate. Ma, di nuovo, il Presidente degli Stati Uniti sente il bisogno di rassicurare, gli europei. Il pericolo, ora, è che, preso dal successo dei suoi dialoghi con Gorbaciov, Reagan trascuri, almeno in qualche misura, la sicurezza degli alleati. Ancora il primo ministro inglese, uno dei maggiori ispiratori di questo «summit», ammonisce che «l'orso russo era più facile da trattare quando somigliava di più a un orso». E YEconomist correda il suo commento con una foto tra le più suadenti di Gorbaciov, definito semplicemente «the charmer». Aldo Rizzo (Continua a pagina 2 in quarta colonna)