Coprifuoco nell'Azerbaidjan

Coprifuoco nell'Azerbaidjan Dopo gli scontri (con vittime) tra armeni e musulmani Coprifuoco nell'Azerbaidjan Il provvedimento a Sumgait, dove le antobiiiido dell'esercito garantirebbero la calma - Secondo il Cremlino «la situazione è sotto controllo, ma rimane tesa» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Coprifuoco a Sumgait, la città azèrbaidjana teatro, domenica scorsa, di disordini che hanno provocato anche «dei /etiti». La svolta nella crisi nazionalista, che tormenta l'Urss da quasi.due settimane è stata annunciata ieri dal portavoce del ministero degli Esteri, Oherasimov. L'agenzia Tass aveva già accennato lunedi, in un brevissimo dispaccio, ad matti di viole-ma- in quella citta •multirazziale» di duecentomila abitanti, attribuendoli a «un gruppo di teppisti»; ma senza fornire dettagli. Oherasimov, che non ha precisato la natura del disòrdini né il numero dei feriti, non ha confermato le notizie di fonte non ufficiale secondo le quali «una Quindicina di carri armati* presidlerebbero 11 centro di quella città dopo •violenze antiarmene». •Non ho sentito parlare di carri armati», ha detto, aggiungendo tuttavia di ritenere «probabile» la presenza dell'esercito a Sumgait. Secondo un poliziotto, raggiunto per telefono, il coprifuoco sarebbe «garantito» dal¬ le autobllndo dell'esercito. Dopo le violenze dei giorni scorsi, ha però insistito il portavoce, ieri nella città azerbaidjana 'regnava la calma; anche se la situazione rimaneva «tesa». Nessun incidente neanche a Erevan, la capitale armena nella quale le manifestazioni nazionalistiche avevano raccolto centinaia di migliaia di persone, la settimana scorsa; e situazione tranquilla anche a Stepanàkert, capitale del Nagorny-Karabakh, la regione autonoma in territorio azerbaldjano reclamata dagli armeni, che costituiscono la maggioranza della sua popolazione. La calma, qui, sarebbe però garantita soprattutto da squadre di-vigilantes., al di fuori del controllo delle, autorità, Oherasimov ha Infatti parlato di -gruppi di attivisti» che continuano a pattugliare le strade della città; si tratta, ha detto, di •elementi nazionalisti». Probabilmente, dunque, di gruppi armeni di autodifesa, che cercano di prevenire nuovi attacchi degli azerbaidjanl. Oherasimov non ha nascosto l'inquietudine del Crem¬ lino. Le autorità, ha detto, sono «molto, preoccupate» per quanto è avvenuto nelle due Repubbliche caucasiche: «La situazione è in via di pacificazione, ma le passioni non si sono ancora placate», ha ammesso. Lasciando trasparireTlnsoddlsfazione per 11 comportamento del dirigenti regionali, nònostante la recente sostituzione del segretario locale del partito: «/ responsàbili dei Nagorny-Karabakh devono prendere misure urgenti per migliorare la situazione», ha detto; dando l'impressione che anche tra loro esistano divergenze di carattere nazionalistico, contrasti tra azerbaidjanl e armeni. La tregua concessa dal nazionalisti armeni a Gorbaciov, sabato scorso, rischia dunque di vanificarsi? Il pericolò esiste, certo; un contagio dall'Azerbaidjari e dal Karabakh alla vicina Armenia è possibile. Ma la presenza dell'esercito e 11 coprifuoco a Sumgait sembrano mostrare che, questa volta, il Cremlino non è disposto a seguire una politica d'attesa, come nel caso di Erevan. Se la situazione dovesse torna¬ re a farsi seria, par di capire, se i nazionalisti armeni dovessero cioè rompere la •tregua», le misure sarebbero subito adeguate. La presenza dell'esercito sarebbe forse meno discreta questa volta, nella capitale armena, se strade e piazze tornassero a riempirsi di manifestanti. Perché difficilmente ,Qorbaclov potrebbe rischiare un'altra esplosione della piazza, dopo essersi appellato alla popolazione e aver ottenuto la fine delle dimostrazioni; difficilmente Mosca potrebbe tollerare una seconda vampata di febbre nazionalistica, capace forse di spandersi come un'epidemia in quelle province incandescenti. Difficilmente il Cremlino potrebbe tollerare il formalizzarsi di quel «potere della strada» manifestatosi a Erevan, dove per una settimana ha scavalcato il partito locale e si è posto come interlocutore diretto del potere centrale. Ma, per il momento almeno, la situazione non sembra di tanta gravità: dàlie scarse Informazioni ufficiali e da quelle di fonte nazionalistica, più copiose ma non sem¬ pre attendibili e comunque difficili da verificare, par di capire che la gran • massa' della popolazione è calma, e 1 focolai di tensione sono circoscritti. A parte Sumgait, sarebbe- soprattutto il Nagorny-Karabakh ad alimentare le inquietudini maggiori: le vittime del disordini della scorsa settimana non sarebbero state soltanto due ma -molte di più», secondo fonti nazionalistiche. La strategia del Cremlino, preso forse, alla sprovvista dalie dimostrazioni di - Erevan, sembra dunque duplice: prevenire nuovi scontri, e lanciare messaggi di cautela, avvertimenti, ai nazionalisti, in attesa della .soluzione dei problemi»: ieri, Oherasimov riconosceva che •mólte questioni relative ai rapporti tra nazionalità» restano «in sospeso», perché •nel passato sono stati commessi errori in questo campo». Ma, insisteva, «Questi errori devono essere rimediati e lo saranno». Il problema è, per l'appunto, come e quando: lo spazio per un compromesso esiste, ma i rischi di vanificarlo sono seri. Emanuele Novazlo

Persone citate: Gorbaciov

Luoghi citati: Armenia, Mosca, Urss