Oggi a cosa tre italiani rapiti

Oggi a casa i tre italiani rapiti Rilasciati sabato dopo essere rimasti 5 mesi in ostaggio dei guerriglieri curdi Oggi a casa i tre italiani rapiti ~, I tecnici nella notte da Baghdad ad Amman e poi verso Milano - Stamattina potranno raggiungere i paesi d'origine: Gallarate, Pradalunga e Bianzone - Le prime ore di libertà nell'ambasciata - Uno dei tre sarebbe ferito a un occhio ROMA — I tre tecnici Italiani rilasciati sabato.pomeriggio in un villaggio montagnoso dell'Iraq dai guerriglieri curdi dopo cinque mesi di sequestro giungeranno stamattina a Roma o a Milano. A Cipro domenica sera si era recato il sottosegretario agli Esteri italiano, Gilberto Bonaluml, per riuscire ad accelerare, con le autorità di Baghdad le formalità burocrati co-ammin (strati ve che avevano ritardato il rientro in Italia di Roberto Dlotallevi, Giacomo CUminetti e Giuseppe Carrara. La giornata di ieri, è trascorsa in una snervante attesa, scandita da voci Incontrollate sulla partenza dei tre e da puntuali smentite, mentre l'ambasciatore Ugo Toscano cercava di accelerare 11 disbrigo delle pratiche per la partenza. I nostri connazionali sono poi partiti in nottata, «cor ii primo aereo utile», come avevano detto fonti diplomatiche, cioè verso Amman, dove si erano diretti ad attenderli due aerei italiani uno con il sottosegretàrio e i parenti partiti da Gallarate, Pradalunga e Bianzone e l'altro con una équipe medica. Dalla capitale della Giordania, dove sono giunti dopo la mezzanotte, i tre hanno poi proseguito verso l'Italia cori il Dc9 dell'Aeronautica multare impiegato dalla Farnesina per l'operazione. Le condizioni di salute del tre sono definite «diserete», ma Ieri sera l'ambasciatore Toscano ha rivelato che uno dei tecnici sembra Roberto Diotallevl, è rimasto 'offeso a un occhio.. Si ignora la gravità dell'incidente che sarebbe avvenuto al momento in cui Diotallevl e Carrara vennero «bloccati, dai guerriglieri curdi il 2 ottobre, a meta strada fra Tuz e Kirkuk, dopo essersi allontanati per una gita dal campo-base. La notizia del loro rapimento trapelò però soltanto una decina di giorni più tardi, quando venne annunciato anche il sequèstro dì Caminetti, avvenuto a metà settembre.presso Mossili. I particolari della loro.'. ga prigionia 1 tre tecnici italiani 11. racconteranno direttamente quando rientreranno in patria. Da quella che è già trapelato in base alle prime telefonate al parenti dopo la liberazione si sa che thanno avuto paura, per i bombardamenti irakeni e le «rioni di guerriglia* proprio nella zona in cui erano tenuti prigionieri. Qualche dettaglio del loro rilascio lo si è invece appreso ièri da fonti diplomatiche. Il rilascio del , tre tecnici è avvenuto- nel pomeriggio di sabato, presso li villaggio di Daiji nel Nord dell'Iraq. Come avevano tir chiesto 1 guerriglieri curdi per motivi di sicurezza, è stato l'ambasciatore Toscano accompagnato da un altro funzionario dell'ambasciata a prendere direttamente in consegna Diotallevi, Cuminetti e Carrara, n gruppo ha trascorso la notte In paese e solo domenica mattina, dopo oltre tre ore di viaggio In macchina, 1 tre ostaggi rilasciati sono giunti alla residenza dell'ambasciatore,, sulle rive del Tigri, dove hanno gustato le prime ore di liberta. Ieri sera, ' per telefono, l'ambasciatore italiano a Baghdad lia detto che erano stati necessari •cinque mesi di duro Impegno, di contatti in diversi Paesi* prima di giungere alla soluzione del difficile caso. Difficile e delicato anche dal punto di vista politico, perchè proprio nel primi giorni successivi all'annuncio del triplice sequestro, un portavoce del movimento curdo aveva dichiarato che 1 guerriglieri pretendevano anche il ritiro della task force italiana appena inviata nel Golfo, oltre al blocco del pretesi rifornimenti di armi all'Iraq e all'invio di ingenti aluti. ' n governo italiano aveva subito.mes^b in chiaro che sulla squadra navale ogni trattativa era impossibile. Ma 1 contatti erano stati allacciati egualmente con la stessa partecipazione delle società in cui lavoravano i tre prigionieri I negoziati si sono svolti fra alti e bassi in diverse capitali (Parigi Londra, Stoccolma e in Medio Oriente) e dopo una brusca interruzione a metà dicembre, si sono conclusi positivamente una decina di giorni fa. «Le nostre richieste sono state soddisfatte, non completamente ma In gran parte* ci ha dichiarato ieri sera da Parigi Ahamd Bamarni, uno dei portavoce del movimento curdo in Europa, «il ritiro delle navi dal Golfo era una domanda, non una condizione. Per il resto abbiamo ottenuto quanto avevamo richiesto*. p. pat.