Come ragni sulle cascate di ghiaccio

Come ragni sulle cascate di ghiaccio Come ragni sulle cascate di ghiaccio DOPO il Free climbing tocca all'Ice climbing proporci come avventura estrema. Un modo d'arrampicarsi che in Italia ha ancora pochi adepti, ma che è una disciplina meravigliosa e pericolosa, uno sport che si pratica solo grazie ad una perfetta tenuta fisica e atletica e a un'attrezzatura che deve essere curata nei minimi dettagli. L'Ice climbing, da noi. si svolge in inverno, lungo le strette gole delle vallate alpine. L'arrampicatore deve scalare le cascate ghiacciate con il solo ausilio di due piccozze, ramponi e chiodi da ghiaccio. Adesso i campioni di questa nuova specialità arrivano in Italia: per la prima volta il nostro Paese ospiterà una manifestazione internazionale. Sarà la Valle Varaita, nel Cuneese, zona ricca di profonde gole e di montagne molto interessanti per l'arrampicata, a proporre venerdì, sabato e domenica, il primo-meeting su cascate ghiacciate. Un appuntamento ghiotto per gli amanti del brivido e dell'avventura che già lo scorso anno ebbero modo di osservare da vicino i campioni d'Ice climbing durante la tre giorni che si svolse in Francia al Circle de Gavarnie, nei Pirenei. A questo incontro con la fatica estrema ci saranno i migliori arrampicatori su ghiaccio di tutta Europa: dai francesi del Team Vertical a Walter Cecchlnel e Marco Trossier, lo spagnolo Alfonso Bogivas e gli italiani Giancarlo Grassi, Franco Barbolinl, Hans Marguerettaz e Ermanno Pollet. Contando su una partecipazione molto qualificata di spettatori, verranno anche presentati 1 nuovi materiali da arrampicata su ghiaccio della Grivel di Courmayeur (0165-843714) che dal 1918 segue gli alpinisti con una sempre più sofisticata tecnologia. La tre giorni d'avventure della Valle Varaita si concluderà domenica a Sampeyre con le celebrazioni dei cento anni di fondazione del Comitato guide piemontesi, del 125 anni dei Cai di Torino e dei 125 anni della prima salita italiana al Monviso. I protagonisti comunque saranno loro, gli arrampi¬ catori estremi. Toccherà a questi c< rnpir.nl dimostrare fino a che punto il fisico umano può reggere ai massimi sforzi. L'Ice climbing è una disciplina ancor più difficile e pericolosa del Free. Il punto d'appoggio e di elevazione è senza dubbio riu instabile e lo sforzo c notevolmente più intenso. Un bravo arrampicatore non può però fare a meno di usare materiali molto sofisticati e tecnologicamente avanzati. Vediamoli. Servono due piccozze, ma molti esperti consigliano anche un martello-piccozza per Ir sua versatilità. Si usa per piantare i chiodi da ghiaccio necessari alla sicurezza senza dover rimanere appesì ad una sola piccozza e senza correre il rischio di rovinare le preziose lame degli attrezzi, indispensabili per la salita. M' il martello, In caso di ottura o di perdita di una C He due piccozze, può tranquillamente sostituirla. Le piccozze (costano dalle 70 alle 100 mila lire) sono di diversi tipi: a tubo o semitubo, o quelle — più apprezzate e più tecniche — a banana, con il becco ricurvo a quasi 45 gradi. Importante è anche la lunghezza: dai 60 ai 65 centimetri. Anche i ramponi hanno la loro importanza: in commercio ci sono parecchi tipi e con diverse funzioni. Costano in media dalle 55 alle 85 mila lire. Solitamente sono a 12 o 14 punte, con due (o meglio) quattro punte anteriori inclinate verso il basso. Sul mercato, oltre a quelli snodabili, rigidi e con i tradizionali laccioli per fissarli agli scarponi, si trovano adesso anche quelli con l'attacco rapido. Una spesa non indifferente è rappresentata dai chiodi (dalle 5 alle 20 mila lire l'uno): il numero varia rispetto al dislivello e alla difficoltà dell'ascesa. Servono soprattutto per le soste e per contenere 1 «tiri» di corda, diminuendo cosi la lunghezza del volo in caso di caduta. I chiodi sono di due tipi: quelli a percussione, molto utili sul ghiaccio duro, e quelli a vite, che tengono bene sul ghiaccio meno compatto. Due battute di Giancarlo Grassi su questa nuova disciplina: «Sulla roccia ci si arrampica in modo istintivo: sul ghiaccio, con la tecnica chiamata piolet traction, sei obbligato ad essere meno istintivo e devi applicarti alla regola per non trovarti in difficoltà. Con questa disciplina si possono però raggiungere zone di montagna che fino a pochi anni fa non si potevano esplorare perché mancava la rapidità di esecuzione». ( A cura di ] Claudio Gallò V Fiorenzo Panerò J

Luoghi citati: Courmayeur, Europa, Francia, Italia, Sampeyre, Torino