Dottorati di ricerca Quanti ce ne vogliono

Dottorati di ricerca Quanti ce ne vogliono Dottorati di ricerca Quanti ce ne vogliono L5 ISTITUTO del dottof rato di ricerca si consolida: terminato il primo ciclo e prossimo ormai alla conclusione il secondo, mentre il terzo si è da poco Iniziato, si apre il quarto ciclo, annunciato nella Gaseetta Ufficiale del 2 febbraio 1988. (Per chi fosse interessato, si tratta del Supp. ord. 4' Serie Spec, concorsi n. 9). Essa contiene l'elenco completo dei dottorati istituiti e/o confermati e i numeri dei posti messi a concorso (oltre duemila in tutta Italia). Le domande dei laureati italiani e stranieri dovranno pervenire alle Università entro il 3 marzo. Grazie agli sforzi congiunti del ministero e del Consiglio universitario nazionale, sono state introdotte rispetto al passato due importanti novità: la sincronizzazione delle iscrizioni su tutto il territorio nazionale e la possibilità di aumentare il numero delle borse disponibili per gli allievi, poiché a quelle concesse dal ministero se ne possono aggiungere ufficialmente altre, finanziate da enti pubblici e privati. L'esperienza dei primi tre cicli è interessante, anche se presenta alcune ombre. Poiché i dottorandi debbono rispondere a caratteristiche di particolare distin¬ zione e attitudine alla ricerca, in alcune facoltà è difficile raggiungere un numero d'iscritti sufficiente a coprire i posti assegnati e quindi, dato il forte richiamo industriale, è necessario da parte del ministero fare un altro passo avanti a partire dal raggiunto «sincroni- smo», è cioè necessario fissare la data una volta per tutte (anche se il numero esatto dei posti potrà essere reso noto con un po' di ritardo), in modo del tutto analogo a quanto si fa per l'inizio delle normali lezioni universitarie. Cosi ogni aspirante al dottorato potrà fare i suoi conti e decidere tempestivamente se concorrere o no. L'esperienza delle facoltà scientifiche e, più ancora, dell'ingegnerìa mostra come 1 migliori laureati, dopo avere presentato domanda per un dottorato ed avere atteso invano per un certo tempo, abbiano poi rinunciato, cosi da lasciare addirittura vari posti vuoti. A Roma, per esempio, nella facoltà di chimica, passando dal primo al terzo ciclo, mentre i posti assegnati sono scesl da 16 a 12, le do¬ mande sono scese da 80 a 14. Casi analoghi si sono verificati per l'ingegneria In varie sedi universitarie. Una situazione Inversa si è verificata invece nelle facoltà umanistiche in cui, mancando il forte richiamo industriale, i migliori laureandi si sono iscritti e si iscrivono ai corsi di dottorato generalmente per proseguire le ricerche iniziate con il lavoro di laurea e in attesa di una sistemazione nell'ambito universitario. A questo punto si pone il problema generale dell'assegnazione del numero dei posti sul piano nazionale, problema alla cui soluzione concorrono vari fattori, meritevoli di studio approfondito. Va però evitata una possibile azione che tenda a distorcere le assegnazioni ministeriali per rispondere alle forti richieste da parte dei candidati di certi settori, cui non corrispondono reali esigenze sul mercato del lavoro. Fra le indagini da compiere c'è quella sul vantaggio che le università stanno traendo o possono trarre dal poter disporre di numerosi giovani di valore, in modo da rinforzare le proprie strutture, in taluni casi largamente insufficienti a fronteggiare la pressione studentesca. Claudio Egidi Pro e contro

Persone citate: Casi, Claudio Egidi, Supp

Luoghi citati: Italia, Roma